[14/11/2007] Rifiuti

Gestione dei rifiuti, sì alla nuova legge: 3 ato e più decisionismo da parte della Regione

FIRENZE. Il Consiglio regionale della Toscana ha approvato questo pomeriggio a maggioranza la proposta di legge che modifica l’attuale norma in vigore per la gestione dei rifiuti e la bonifica dei siti inquinati in Toscana. Come annunciato alcune settimane fa dall’assessore regionale Anna Rita Bramerini il nuovo provvedimento stabilisce innanzitutto la riduzione degli Ato dagli attuali 10 a 3, coincidenti con le altrettante aree vaste della regione: Toscana Centro (costituito dai Comuni compresi nelle province di Firenze, Prato e Pistoia), Toscana Costa (Massa Carrara, Lucca, Pisa e Livorno), Toscana Sud (Arezzo, Siena, Grosseto).

Viene quindi effettuata una riorganizzazione del ciclo integrato dei rifiuti su scala di area vasta o metropolitana, che nelle intenzioni della Regione dovrebbe consentire di superare le criticità presenti.
Il provvedimento intende agire su più fronti: dall’aumento della raccolta differenziata all’incentivo del green public procurement, che riutilizza il materiale riciclato, dall’aggiornamento degli impianti alla previsione di un notevole “decisionismo” nella gestione, tanto da configurare il potere sostitutivo della Regione nel caso che gli enti locali risultino inadempienti nell’applicazione della legge.

«Stando alle proiezioni – ha commentato D’Angelis – se non interveniamo entro due anni ci troveremo in una situazione di emergenza. Nel 2009-2010 la produzione di rifiuti aumenterà di un ulteriore 4%. Le 21 discariche regionali dovranno chiudere per saturazione, per questo dovremo avere pronte altre soluzioni come impianti di termovalorizzazione e aumentare le raccolte differenziate».
Condividiamo alcune finalità della legge, ma il problema vero è il cattivo governo dei rifiuti che c’è stato in Toscana negli ultimi dieci anni”. Questo il parere di

Paolo Marcheschi (Forza Italia) ha spiegato la decisione del suo gruppo di votare no alla proposta di legge: «La legge non scioglie tutti i nodi veri che dovevano essere sciolti – ha spiegato - anche la sforbiciata alle Ato sembra dettata più da un’esigenza di rispondere alle richieste dell’opinione pubblica in materia di costi della politica che dall’esigenza di risolvere il problema dei rifiuti. Perchè allora non fare un solo Ato anziché tre, in modo che la responsabilità politica sia chiara e venga assunta dalla Regione?».
Quanto al potere sostitutivo, secondo Marcheschi c’era già «ma non è mai stato usato perchè manca la volontà politica da parte della Regione».

Secondo il consigliere di An Andrea Agresti la proposta di legge segna un cambio di tendenza e va riconosciuto un certo merito all’assessore Bramerini: «Non c’è più l’avversione ideologica al decreto Matteoli che era stata dimostrata in passato – ha detto Agresti – tuttavia rimangono punti di criticità». Mario Lupi, a nome dei Verdi, ha sottolineato come in un mese e mezzo su questo provvedimento sia stato fatto un lavoro buono, pressante e veloce. «E’ chiara l’intenzione di dare una svolta con questo atto – ha commentato il consigliere Verde - a partire dalla riduzione degli Ato fino a una visione diversa delle strategie. Non neghiamo che ci sono diversità di fondo con le nostre posizioni: noi siamo contrari agli inceneritori e propugniamo un approccio con il rifiuto come se fosse una materia prima, da trattare e da seguire per ottenere vari tipi di prodotti. Siamo convinti che i cittadini farebbero volentieri più raccolta differenziata per pagare meno tributi, ma spesso non sono messi in condizione di riciclare opportunamente. Ma questa legge presenta novità importanti, come la valorizzazione del mercato del riuso e il ricorso a nuove tecnologie».
Così il Il consigliere regionale Pier Paolo Tognocchi (Pd) guarda già avanti: «Bene la riduzione degli Ato, ora la priorità sono gli impianti. Senza nuovi impianti di termovalorizzazione sarà impossibile trovare l’autosufficienza di smaltimento di nuovi ambiti allargati e procedere ad una vera razionalizzazione del sistema dei rifiuti della Toscana. Aspettare i 20 mesi necessari per l’approvazione dei tre Piani integrati interprovinciali significa esporsi a rischi di “emergenza rifiuti” nei prossimi anni. Quindi servono scelte politiche rapide per i nuovi impianti».

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