[13/11/2007] Rifiuti

Mercurio, problema planetario aggravato dal cambiamento climatico

LIVORNO. Gli esperti sono sempre più preoccupati dalla crescita della combustione di carbone, naturalmente contaminato dal mercurio, che porta all’emissione di questo metallo pesante nell’aria in alcune parti del mondo a partire dalle quali poi il mercurio si propaga nell’intero pianeta. Anche il rialzo del prezzo dell’oro può far aumentare l’inquinamento da mercurio a livello locale e globale, visto che questo metallo tossico è utilizzato per estrarre l’oro in numerose operazioni minerarie “artigianali” e spesso abusive, con pesanti ricadute non solo ambientali, ma anche sulla salute di milioni di lavoratori e delle loro famiglie.

Il mercurio può avere effetti come lesioni cerebrali nei bambini più piccoli ed è ancora utilizzato in prodotti a larga diffusione, come le lampadine, le impiombature dentarie ed i termometri. Ognuno dei 6 miliardi e mezzo degli abitanti della terra è suscettibile d’avere almeno tracce di contaminazione da metalli pesanti.

Achim Steiner, direttore esecutivo dell’Un Environment Programme (Unep), ha detto che i governi devono accelerare i loro sforzi per realizzare un accordo internazionale sul mercurio: «E’ vero che numerosi Paesi hanno, nel corso degli ultimi decenni, asserito di voler ridurre gli utilizzi e le emissioni di mercurio e di proteggere i loro cittadini contro l’esposizione a questo metallo tossico pesante. Tuttavia, non ci sono ancora risposte chiare e decisive per far fronte all’impegno del mercurio, e questo deve essere urgentemente messo in atto».

Steiner si é rivolto ai rappresentanti dei governi ed agli esperti riuniti a Bangkok dalla sezione prodotti chimici dell’Unep per discutere di quale sia la maniera migliore per ridurre le fonti ambientali di mercurio, le differenti opzioni di misure e i trattati giuridici internazionali. Un rapporto verrà presentato a febbraio, a Monaco, ai ministri dell’ambiente durante la riunione del Consiglio di amministrazione dell’Unep/Forum mondiale sull’ambiente.

L’Unep incoraggia i governi, in collaborazione con l’industria e la società civile, a considerare «obiettivi chiari ed ambiziosi» per ridurre il livello di mercurio a livello mondiale ed a lungo termine i prodotti ed i processi produttivi a base di mercurio: «un accordo per l’eliminazione di mercurio nei prodotti e nei processi, come per esempio la produzione di materiale medicale e di cloro, con l’obiettivo di eliminare completamente i prodotti a base di mercurio entro il 2020. La riduzione delle emissioni provenienti dalla combustione di carbonio, con i vantaggi supplementari di una riduzione di gas serra ed il miglioramento della qualità locale dell’aria. Sostenere iniziative come quelle dell’Onu per lo sviluppo industriale che ha per obiettivo di ridurre del 50% l´utilizzo di mercurio nell´estrazione artigianale entro il 2017 sulla strada verso un’eliminazione totale».

Il recente rapporto Unep “Global Environment Outlook-4” sottolinea che la combustione di carbone e l´incenerimento di rifiuti rappresentano circa il 70% del totale di emissioni di mercurio quantificate, questo fa dire a Steiner che «L’opinione pubblica mondiale attende che noi prendiamo iniziative: è subito il tempo di agire. Questa riunione, che mira a risolvere i problemi esistenti, arriva in un momento di inquietudine sui livelli crescenti di emissioni di mercurio e le ricadute in più settori chiave».

Secondo il rapporto GEO-4, «Con l’aumento della combustione di combustibili fossili, si attende un aumento delle emissioni di mercurio, in assenza di tecnologie di controllo e di prevenzione». Tecnologie e controlli che cominciano ad essere messi in atto in Paesi ricchi ed avanzati industrialmente come l’Italia, anche alla Solvay di Rosignano, ma che sonno completamente ignorati nei Paesi in via di sviluppo.

Gli scienziati stanno anche verificando se il cambiamento climatico in atto può avere tra i suoi effetti quello di provocare la riattivazione di vecchi depositi di mercurio in seguito al rialzo della temperatura dei laghi, ma anche per l’erosione e l’accelerazione dello scioglimento del permafrost, dei ghiacciai e degli iceberg ai poli. Così il mercurio può penetrare nella catena alimentare planetaria attraverso mammiferi marini come le balene, le foche ma anche dei pesci catturati per consumo umano come il pescespada, gli squali, o il tonno.

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