[12/11/2007] Parchi

Il Parlamento Ue discute nuove norme per protezione suolo

BRUXELLES. Il Parlamento europeo esaminerà oggi una proposta di direttiva sulla conservazione del suolo e del suo utilizzo sostenibile. I deputati Ue introducono anche la nozione di "suoli pregiati" che indica quei suoli «che vanno protetti per la specificità delle loro caratteristiche e della loro struttura, per il particolare valore ecologico, culturale e/o storico o a motivo del loro impiego. Spetterà agli Stati membri identificare tali suoli secondo i loro criteri».

La relazione della popolare spagnola Cristina Gutierrez-Cortines (Nella foto) propone un emendamento per precisare e ampliare gli obiettivi della direttiva, attraverso un quadro per la protezione e l´utilizzo sostenibile del suolo che secondo la parlamentare del Ppe «deriva dalla necessità di prevenirne il degrado, soprattutto causato dai mutamenti climatici, di mitigarne gli effetti e di bonificare o ripristinare i suoli degradati». La relazione specifica meglio le funzioni ambientali, economiche, sociali e culturali svolte dal suolo e prevede «interventi atti a migliorare, laddove opportuno, le caratteristiche e le funzioni del suolo». I deputati europei chiedono che si applichi la nuova direttiva «anche alle componenti liquide e gassose dello strato superficiale della crosta terrestre».

Un altro emendamento, chiede che «le eventuali altre disposizioni di diritto comunitario che contengono disposizioni in materia di protezione del suolo prevalgono su quelle della direttiva», questo vale soprattutto per il commercio di prodotti fitosanitari, prevenzione e riduzione integrate dell´inquinamento delle acque, immissione in ambiente di organismi geneticamente modificati, rifiuti e gestione dei rifiuti delle industrie estrattive, la produzione biologica di prodotti agricoli e gli alimenti e i mangimi geneticamente modificati. Per questo bisogna anche tener conto di due misure di tutela della biodiversità europea , le direttive Habitat e Uccelli, e delle norme sulla valutazione di impatto ambientale.

Il concetto di "aree a rischio" è sostituito da quello di "aree prioritarie che necessitano di protezione speciale". Secondo l´emendamento si tratta «di zone vulnerabili a causa delle tipologie di suolo, delle condizioni climatiche e delle pratiche di gestione dei terreni, per le quali vi sono prove conclusive o legittimi motivi per sospettare che uno dei processi di degrado si sia verificato o rischi di verificarsi». Tra i processi di degrado sono compresi: erosione, compattazione, salinizzazione, desertificazione, effetti dei cambiamenti climatici e perdita di biodiversità. Le zone prioritarie dovranno essere identificate entro cinque anni dalla data di recepimento della direttiva.

Per quanto riguarda l´identificazione dei siti contaminati, il Parlamento Ue dovrebbe accogliere un emendamento di compromesso concordato da popolari e socialisti che chiede agli Stati membri di designare un´autorità incaricata di identificare sia le zone contaminate che i siti potenzialmente contaminati. Entro 6 anni dall’entrata in vigore della direttiva dovrebbero così essere identificate le zone in cui si sono svolte attività con un impatto sul suolo alla luce della direttiva "Seveso", delle norme sui rifiuti (compresi quelli delle attività estrattive) e della prevenzione e riduzione dell´inquinamento di attività energetiche, produzione e la trasformazione di metalli, l´industria mineraria e chimica. L´emendamento prevede anche che almeno il 10% di tutti siti contaminati o potenzialmente contaminati sia identificato entro sette anni dalla data di recepimento della direttiva, una percentuale che dovrà salire al 60% dopo altri otto anni e completata entro 25 anni. Gli Stati membri dovranno stilare e rendere pubblici inventari nazionali o regionali dei siti contaminati e aggiornarli almeno ogni sette anni.

Un altro emendamento Ppe-Pse sulla bonifica dei siti contaminati, chiede agli Stati membri di predisporre, entro sette anni dalla data di trasposizione della direttiva, una o più strategie a livello amministrativo per la bonifica di queste zone e che dovrà comprendere: definizione di obiettivi di bonifica, identificazione delle priorità, calendario di esecuzione degli interventi, meccanismo di finanziamento. Gli Stati membri dovranno far adottare misure di sicurezza temporanee e urgenti dove esiste un «grave rischio di diffusione della contaminazione, tale da costituire una minaccia per la salute umana e per l´ambiente».

Presentato anche un emendamento di compromesso perché gli Stati membri provvedano a fare in modo che proprietario o il possibile acquirente «informino le autorità competenti delle attività attuali e passate svolte sul sito e forniscano qualsiasi altra informazione a loro disposizione riguardo ai livelli di concentrazione di sostanze pericolose nel suolo». Gli Stati membri, possono richiedere un´analisi chimica per verificare tali livelli e le indagini e le valutazioni per stabilire se il sito crea rischi per la salute umana o l´ambiente, devono essere sempre ultimate prima dell´avvio di qualunque opera edilizia.

Secondo i deputati precisano che ogni Stato membro «può decidere la propria politica agricola relativa al suolo, in base alle sue caratteristiche climatiche, agrarie e pedologiche nonché alle sue migliori prassi agricole», deve anche incoraggiare la scelta di colture e di metodi di forestazione «che abbiano effetti benefici sulla materia organica del suolo e la sua fertilità e siano in grado di prevenire smottamenti e desertificazione» e favorire la capacità di filtrazione e di ritenzione idrica del suolo per prevenire compattazione ed erosione.

Alla Commissione Ue e gli Stati membri viene anche chiesto di promuovere ed utilizzare i risultati della ricerca sulle funzioni delle varie colture rispetto ai cambiamenti climatici e alla cattura di anidride carbonica. I deputati europei chiedono di incoraggiare l´uso del compost per conservare la fertilità del suolo, per elevare i livelli di materia organica nel terreno e per combattere l´erosione e sollecitano la Commissione a presentare entro due anni una proposta di direttiva per i rifiuti organici che stabilisca norme di qualità per la loro utilizzazione.

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