[12/11/2007] Comunicati

La vertenza toscana di Asor Rosa: energia vs paesaggio?

FIRENZE. Che si tratti di “avvoltoi” o di più miti passeriformi, la richiesta di moratoria per le linee 2 e 3 della tramvia fiorentina fatta dai 162 comitati coordinati da Alberto Asor Rosa fornisce un piatto forse inaspettato, ma indubitabilmente appetibile al centro-destra fiorentino e nazionale, aprendo nuove prospettive nella campagna per le future Comunali.

E scava anche, con lo stridore delle contraddizioni contenute nella piattaforma proposta agli enti locali e alla Regione Toscana in tema di Pit e governo del territorio, una ulteriore crepa nella già minata compattezza del fronte delle associazioni ambientaliste sul rapporto tra politica energetica e tutela paesaggistica. Non sono bastati a monito, evidentemente, i recenti casi di Scansano e di Serravalle in Val di Chienti.

Se con la “vertenza toscana” s’intendeva introdurre una nuova forma costruttiva di partecipazione “dal basso” alla programmazione del territorio, ecco che l’obiettivo di partenza viene snaturato dalla dispersione e dalla contraddittorietà delle istanze presentate. Alla meritoria sensibilizzazione sui rischi di discrepanza tra obiettivi e applicazioni del Piano di intervento territoriale si contrappone una incomprensibile rigidità sulla localizzazione degli impianti eolici, fino alla richiesta di una moratoria per la collocazione dei nuovi impianti che appare illusoria davanti all’evidenza della necessità di sviluppo dell’eolico in Toscana.

L’allarme cementificazione nella regione (20.000 nuovi ettari edificati in Toscana dal 2000 al 2005, 265.000 ettari di suolo consumati dal 1990) perde di incisività se posto davanti alla svariata molteplicità delle questioni sollevate, probabilmente causata dall’ elevato numero di associazioni riunite nella Rete dei comitati toscani per la difesa del territorio e dall’ eterogeneità (in certi casi dal radicalismo) delle relative piattaforme politiche.

Mentre le posizioni in tema di mobilità, in particolare la richiesta di stop ai lavori delle linee 2 e 3 della tramvia fiorentina e l’impostazione di netta chiusura nei confronti dell’Alta velocità, paiono dettate da una ricerca di visibilità mediatica e politica in attesa del confronto col presidente Martini, più che da una oculata analisi della politica regionale in materia di trasporto integrato.

Pare profilarsi, a questo punto, una nuova linea di rottura all’interno dei movimenti di salvaguardia territoriale, in particolare all’interno della Toscana. Non se ne sentiva il bisogno.

Torna all'archivio