[07/11/2007] Consumo

Le pile ricaricabili sono meglio per l’ambiente e le tasche

LIVORNO. Uniross, uno dei più grandi produttori europei di pile ricaricabili, ha resi noti i risultati del primo studio mondiale sull’impatto ambientale delle pile usa e getta (alcalines) rispetto alle pile ricaricabili (accumulatori Ni-MH). Lo studio, che si basa sulla “Analisi del ciclo di vita”, è stato realizzato da Bio Intelligence Service con il sostegno finanziario dell´Agence de l´environnement et de la maîtrise de l´energie francese e dimostra che le pile ricaricabili avrebbero un impatto fino a 32 volte minore sull’ambiente di quelle usa e getta, dalla loro produzione alla “fine vita”.

Ogni anno circa un miliardo di pile usa e getta sono consumate in Francia e la maggioranza non è riciclata, un tipo di utilizzo probabilmente molto simile, rapportato alla popolazione, rispetto agli altri Paesi europei più avanzati. Gli indicatori utilizzati per lo studio realizzato in Francia sono 5: consumo delle risorse naturali, impatto sul cambiamento climatico, inquinamento di ozono, acidificazione dell’aria, inquinamento dell’acqua.

La conclusione dello studio non lascia dubbi: «per tutti gli indicatori – dice Uniross – le pile ricaricabili sono nettamente più rispettose dell’ambiente che le pile usa e getta per una quantità equivalente di energia prodotta (1 kWh)». Infatti, secondo i risultati dell’indagine, per ogni 1kWH d’energia, una pila ricaricabile ha: 23 volte meno impatto potenziale sulle risorse naturali non rinnovabili (fossili e minerali) di quelle usa e getta dovuto alla necessità di produrre meno pile per fornire la stessa quantità di energia; 28 volte meno impatto potenziale sul riscaldamento climatico (CO2), soprattutto dovuto al maggiore impatto provocato dalle pile usa e getta sia durante la loro produzione che per la loro distribuzione (trasporto con camion ed emissioni afferenti di gas serra); 30 volte meno impatto potenziale per l’inquinamento dell’aria, in particolare sull’ossidazione fotochimica responsabile dei picchi do ozono e di emissioni di composti tossici per l’uomo; 9 volte meno impatto potenziale sull’acidificazione dell’aria per l’accumulo di particelle in sospensione nell’atmosfera che si depositano sugli ecosistemi con le piogge, con numerosi impatti sui suoli; 12 volte meno impatto potenziale per l’inquinamento dell’acqua dolce, prendendo in considerazione gli indicatori di ecotossicità dei sedimenti per valutare i rischi tossici dovuti all’emissione di prodotti chimici negli ecosistemi acquatici.

Lo studio ha inoltre preso in considerazione le materie prime ed i materiali utilizzati per ogni tipo di pile: «alla fine – si legge – utilizzare le pile ricaricabili offre: una reale economia di rifiuti di imballaggio, poiché per ottenere 1 kWh d’energia, occorre una sola confezione di pile ricaricabili contro 93 confezioni di pile usa e getta; una soluzione per alleggerire l’impatto dell’uso delle pile e la loro gestione nella filiera del riciclo».

Le pile sono onnipresenti nella nostra vita, utilizzate in apparecchiature high-tech, portatili e per la casa, ma solo il 30% sarebbero quelle ricaricabili, almeno in Francia. «Siamo coscienti degli impatti ambientali delle pile in generale - dice Christophe Gurtner, presidente di Uniross – é per questo che abbiamo commissionato questo studio, una première mondiale, che permette di evidenziare una vera avanzata nella lotta contro l’inquinamento delle pile. Nessuno studio aveva dimostrato in maniera così evidente i benefici ambientali delle pile ricaricabili. Mentre le scelte del consumo responsabile sono al centro del dibattito, lo studio Uniross apporta la prova che il passaggio dall’usa e getta al durevole é non solo possibile, ma necessario».

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