[07/11/2007] Trasporti

Il Mobility management: una funzione che non decolla

PISA. Certamente le politiche di carattere aziendale a favore di una mobilità sostenibile sono in ritardo, nel paese ed anche nelle città del nord. Questo è dovuto, a mio parere, dal fatto che la mobilità sostenibile negli spostamenti casa-lavoro (e casa-scuola) non è ancora diventata una vera domanda sociale. Se sono di fatto possibili modalità tradizionali, sia in auto – il che però è divenuto sempre più difficile e costoso – sia in ciclomotore, difficilmente l’utente chiederà di passare al mezzo pubblico, ritenuto, spesso a ragione, poco affidabile.

L’affidabilità, cioè il rispetto degli orari di ingresso è infatti un tema fondamentale nei rapporti di lavoro. L’uso delle biciclette, a sua volta è condizionato a fattori climatici ed orografici, oltre che alle distanze e quindi ha limiti oggettivi.
Per sostenere il ricorso al mezzo di trasporto pubblico, oltre che una politica di protezione delle linee, che diversi comuni, tra cui Prato e Pisa hanno avviato positivamente, occorre mettere in campo risorse finanziarie che consentano agevolazioni tariffarie all’utente (addetto). Queste, in assenza di risorse dello stato, vanno reperite all’interno dei bilanci aziendali (compreso quello della stessa azienda dei trasporti, in un’ottica di incremento del tasso di utilizzazione del servizio) e qui entrano in gioco i sindacati aziendali. Se questi non avvertono adeguatamente il problema, fino a farne motivo di vertenza, è difficile pretendere che sia la direzione aziendale a promuovere modifiche nelle abitudini consolidate, impiegando risorse altrimenti destinate.

Ciò nonostante, a Pisa abbiamo concluso negli scorsi anni degli importanti accordi di Mobility Management, con l’Università, poi estesi alla Scuola Superiore S.Anna, alla Scuola Normale e all’Azienda Regionale per il Diritto allo Studio, per mettere a disposizione degli impiegati di quelle aziende, abbonamenti a tariffa scontata su singole linee o sull’intera rete dei trasporti. L’iniziativa ha avuto un discreto successo. Si tenga conto però che, contemporaneamente, il comune ha fortemente potenziato l’offerta di stalli di sosta gratuita per ciclomotori, in centro, accordando di fatto, contraddittoriamente, un privilegio a questo tipo di mezzo, tra l’altro inquinante, ma molto usato dai cittadini per l’accesso al centro, dove ha sede anche la gran parte degli esercizi commerciali.

Da segnalare, in ultimo, che proprio il comune di Pisa, in cui ha sede il Mobility Manager d’area, da gennaio 2007 la dott.a Sandra Bertini, è la grande azienda (con più di 800 dipendenti) rimasta più indietro nell’adozione di politiche di questo tipo. Un recente sondaggio rivolto ai dipendenti sulla disponibilità ad utilizzare il mezzo pubblico per gli spostamenti casa-lavoro ha ricevuto solo il 12% di risposte, di cui solo 35% si è dichiarato favorevole all’uso del mezzo pubblico, per le ragioni anzidette.

*MM del comune di Pisa e d’area (vale a dire coordinatore dei MM di tutte le aziende del territorio comunale), dal maggio 2001 al settembre 2006.

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