[06/11/2007] Parchi

L’Amp delle Secche della Meloria e la mossa del gambero del comune di Livorno

LIVORNO. L’Amministrazione Comunale di Livorno, dopo aver raggiunto gli ottimi risultati di Ecostitema Urbano, stupisce ancora una volta i propri cittadini con la mossa del gambero (un passo in avanti e due indietro). Singolare, quanto atipica, la vicenda che riguarda l’istituzione dell’area marina protetta denominata “Secche della Meloria” e il suo conseguente regolamento di gestione.

Pochi mesi fa la giunta del Comune di Livorno, quella della Provincia di Livorno e della Regione Toscana avevano approvato l’intera documentazione che consentiva la conclusione di una procedura che durava ormai da moltissimi anni, fin dal 1970 l’area in oggetto è stata dichiarata luogo ideale per la creazione di un parco marino.

All’inizio dell’estate il primo colpo di scena: sia comune che provincia in conferenza unificata Stato regioni chiedono la traslazione della zona A per consentire ai diportisti di non modificare abitudini consolidate negli anni e di continuare ad usufruire dell’area del faro e della torre. Modifica che il Ministero dell’Ambiente accoglie subito nel periodo estivo, accordando uno spostamento di duecento metri, favorendo così il percorso di conciliazione tra istituzioni locali e dipartisti e consentendo a questi ultimi di continuare ad usufruire dell’area così come sempre fatto.

Per meglio completare il dato informativo la zona A ha dimensioni estremamente ridotte, un’area dove la protezione non è sinonimo di proibizione e come è accaduto per molte altri parchi dove è stato possibile rendere queste zone incubatori di pesci e crostacei, che nel passare degli anni hanno consentito l’irradiamento di nuove risorse verso le vicine zone di pesca. Favorendo così l’avvio di nuove economie legate al binomio pesca-turismo e modificando le convinzioni del mondo della pesca che prima erano contrari alle aree marine protette. Tale traslazione consente negli obbiettivi di un’area marina protetta di continuare a conservare ciò che rende unico e particolare questa zona, la presenza di depressioni pseudocircolari note come “catini”, di origine carsica probabilmente formatesi per fenomeni di ingressione marina, sul cui fondo è presente sedimento grossolano che ospita un popolamento bentonico ricco e poco conosciuto, dove trovano rifugio specie rare come piccoli crostacei antipodi Stenothoe elachista e Caprella lilliput o addirittura nuove per la scienza fra le quali il copepode Meloriastacus ctenidis che prende il nome dalla secca stessa.

Giunti al mese di ottobre un’altra Conferenza Unificata Stato Regioni salta, ancora una volta il Comune di Livorno chiede uno spostamento maggiore dei duecento metri, spostamento che non trova giustificazione nella salvaguardia ambientale e scientifica. La sensazione che proviamo è di sconcerto, l’ipotesi è che stiamo assistendo a scelte che sono ostaggio della volontà “di un gruppo di pressione”, le quali sono abituate abituati a muoversi nei meandri di una politica vecchia maniera condita in salsa dorotea. La città di Livorno, con un “front line” a mare, che guarda a sfide globali dove il confronto si basa per lo meno su scala Mediterranea, si trova in ostaggio di antiche logiche che regrediscono il lavoro fin qui svolto e nella paura del consenso limitano per le Secche della Meloria la necessaria valorizzazione e la gestione di nuove risorse economiche.

Ci dispiace che tutto questo accada per una partita che probabilmente va oltre le Secche della Meloria per comprendere il progetto di realizzazione di un nuovo porticciolo in area Bellana e la conservazione di quei posti barca “abusivamente” compresi tra lo Scoglio della Regina e il Moletto N. Sauro. Inoltre,risulta mortificato il lavoro svolto dai tanti che in questi anni si sono impegnati per far conoscere le Secche della Meloria alle future generazioni, tratto di mare in cui potevano trovare un laboratorio a cielo aperto dove studiare e conoscere meglio l’ecosistema marino e il valore ambientale e scientifico.

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