[05/11/2007] Comunicati

L’invisibile forza che fa aumentare i prezzi

LIVORNO. Secondo il Worldwatch Institute ed il Blue moon fund, oltre ai biocarburanti, a spingere in alto i prezzi sugli scaffali dei supermercati occidentali come nelle povere botteghe africane è soprattutto un´altra forza invisibile, un fantasma che, parafrasando Marx si aggira per il pianeta: il cambiamento climatico, che qualcuno vorrebbe negare e che invece spunta persino dalla borsa della spesa.

Le cifre dell´inflazione dei costi degli alimentari sono le stesse più o meno in tutto il mondo: un recente rapporto presentato al Parlamento Usa dalla commissione per l´agricoltura sottolinea che è previsto un aumento medio dell´indice dei prezzi al consumo del 3,5%-4,5% entro la fine dell´anno e che i prezzi resteranno elevati per l´aumento di materie prime come grano e mais. La cosa non allarma solo governi e consumatori, e la Fao sta verificando quali siano i fattori che contribuiscono davvero al rialzo generalizzato dei costi del cibo, in particolare il ruolo che in questo gioca il riscaldamento climatico che sta interessando in particolare il declino delle risorse idriche e costringe gli agricoltori ad adattare continuamente la loro produzione.

Il global warming starebbe producendo sempre più evidenti problemi ambientali e socioeconomici in agricoltura, con cambiamenti nella qualità e disponibilità dei terreni coltivabili e degrado del suolo e delle risorse idriche che si riflettono sul rendimento delle coltivazioni e provocano un aumento dei prezzi. Secondo la Fao, il cambiamento climatico in corso è con tutta probabilità responsabile dell´incertezza che riguarda la produzione agricola: inondazioni, siccità, modifica dei cicli stagionali di crescita delle piante nei climi temperati/freddi, aumento di temperature che influiscono pesantemente sulle zone umide e siccità che devastano le zone agricole nella fascia tropicale. Una serie impressionanti di catastrofi che, come sottolinea anche l´Ipcc, colpiscono soprattutto i Paesi a basso livello di sussistenza ed incapaci di mettere in campo misure di adattamento che innescano una forte domanda di cibo verso i Paesi a tecnologia agricola avanzata che aumentano i prezzi anche per rispondere alla crescente domanda dei consumi dei nuovi ricchi asiatici.

Ma anche i Paesi industrializzati scontano l´impatto del global warming. Secondo il Worldwatch Institute è il caso dell´Australia dove quella che una volta era una fruttuosa produzione alimentare nel New South Wales è stata compromessa da una prolungata siccità e i cambiamenti climatici e delle precipitazioni stanno riguardando un numero sempre crescente di australiani, in particolare quelli delle comunità rurali, così anche la ricca Australia (uno dei Paesi più marcatamente Kyoto-scettici) è costretta a rivedere il suo approccio verso il cambiamento climatico ed a prendere in considerazione un aumento delle importazioni dei generi alimentari che produrrà probabilmente un altro aumento dei prezzi a livello planetario, tanto che il premier dello Stato federale del South Australia ha detto "Quello che stiamo vedendo con questa spaventosa siccità è il futuro del riscaldamento globale".

Secondo la Fao, nel mondo in via di sviluppo si spenderanno, tra il 2007 e il 2008, 52 miliardi di euro per importare mais, grano, cerali ed altre colture e se le tendenze attuali permangono questi Paesi saranno colpiti ancora di più dalla pressione del cambiamento climatico su prezzi, produzione alimentare e da severe condizioni ambientali. I progressi tecnologici dovrebbero far fronte ad una possibile riduzione della capacità agricola causata dal global warming, ma la capacità di produrre cibo in gran parte dell´Africa e dell´Asia potrebbe aumentare drammaticamente.

«La dipendenza dalle importazioni di generi alimentari - spiega la Fao - è una costosa prospettiva globale, considerando i costi di trasporto» e questo potrebbe ulteriormente impoverire intere popolazioni, spostando imprevedibili flussi migratori verso i "fortunati" luoghi di produzione. L´impalpabile forza del cambiamento climatico è uno spettro sempre meno impalpabile e si sta infilando anche nelle nostre tasche.

Torna all'archivio