[02/11/2007] Parchi

Gli ambientalisti salvano la Mabira Forest in Uganda

LIVORNO. Il governo Ugandese ha deciso di non autorizzare il taglio di 10.000 ettari, circa un terzo della Mabira Forest, (situata nel Mukono district, nel sud del Paese) una delle più grandi foreste ancora intatte dell’Africa centrale, che avrebbero dovuto ospitare una grande piantagione di canna da zucchero. Il governo ugandese è stato convinto da una intensa campagna di BirdLife International, di NatureUganda e di altre associazioni parte di BirdLife Africa, mettendo così sotto tutela il prezioso ecosistema di Mabira Forest nel quale vivono il 12% delle specie di piante dell’Uganda e 300 specie di uccelli (il 30% del totale) tra cui specie di grande interesse come la ghiandaia marina golazzurra (Nella foto) e il francolino di nahan.

NatureUganda ha stimato che il valore economico della foresta Mabira e le cifre hanno convinto il governo di Kampala che questa produce un valore che supera nettamente quello che avrebbe rappresentato, se realizzata, la produzione di canna da zucchero. Ma nella decisione di salvare la foresta hanno contato probabilmente anche molto gli importanti flussi turistici e il fatto che 120mila persone vivono grazie alle risorse forestali che forniscono acqua pulita e cibo.

«Questa decisione del Governo dell’Uganda – dice Claudio Celada, direttore conservazione natura Lipu-BirdLife Italia – frutto anche del paziente lavoro di BirdLife in Uganda, dimostra quanto sia importante che nel continente africano siano presenti Organizzazioni non governative che si occupano di conservazione della biodiversità e del benessere delle popolazioni locali». Ma la Lipu sottolinea che «mentre l’Uganda mette al sicuro i propri “gioielli” naturalistici, la Tanzania deciderà nei prossimi giorni il destino del Lago Patron».

La Lipu ha inviato una lettera al ministro dell’ambiente tanzaniano con la richiesta di fermare la realizzazione di un impianto per la produzione di carbonato di sodio che dovrebbe realizzare l’industria indiana Tata Chemicals. Greenreport ha già parlato della vicenda: il lago Patron è uno dei più importanti siti ornitologici africani dove vive il 75% della popolazione mondiale di fenicottero minore. «E’ un progetto insostenibile – scrive Giuliano Tallone, Presidente Lipu – che può causare danni devastanti alla biodiversità. Chiediamo al Governo della Tanzania di fermare il progetto ed evitare così l’estinzione del fenicottero minore in questa area dell’Africa».

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