[02/11/2007] Comunicati

La Niña cambia e dura di più

LIVORNO. Mentre l’Onu fa i conti con le inondazioni che hanno colpito i Caraibi e in particolar modo la Repubblica Dominicana, dove si contano decine di morti e dispersi e 50 mila sfollati, dall’altra parte delle coste americane si fanno i conti con i possibili effetti di un fenomeno climatico “usuale” ma che sembra presentare caratteristiche inaspettate. L’Organizzazione meteorologica mondile (Omm) ha reso noto che il fenomeno climatico della “Niña” osservato nell’oceano Pacifico equatoriale persisterà almeno fino all’inizio del 2008, almeno durante i primi tre mesi, una cosa non prevista dalle precedenti valutazioni del fenomeno. L’Omm è preoccupata per le conseguenze e raccomanda di consultare accuratamente le previsioni climatiche stagionali elaborate dai servizi meteorologici ed ideologici nazionali dell’area.

Il Niño et la Niña sono le due facce di un fenomeno conosciuto nel Pacifico tropicale, sono legati alle grandi interazioni tra atmosfera ed oceani e possono modificare le condizioni climatiche e meteorologiche a scala planetaria. «Durante un episodio della Niña – spiega un comunicato dell’Omm - le temperature della superficie del mare nell’est Pacifico tropicale sono sensibilmente inferiori alla normalità mentre un episodio di “El Niño” ha, per effetto, al contrario di riscaldare la superficie del mare in questa stessa regione. Tuttavia, l’episodio attuale si distingue sensibilmente dai sui predecessori per il fatto che si è constatato nell’Oceano Indiano un raffreddamento generale al largo della costa nord dell’Australia, attorno alle isole occidentali dell’Indonesia, mentre c’è generalmente un’anomalia calda che è associata in questa regione ad un episodio della Niña che avviene a scala di bacino».

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