[30/10/2007] Acqua

Arno, preoccupanti le conseguenze del cambiamento climatico

FIRENZE. Anche su greenreport abbiamo ricordato più volte come il fiume Arno sia un indicatore locale dei cambiamenti climatici globali, citando gli studi svolti in sinergia tra Cnr di Firenze (Istituto di Biometeorologia) e Autorità di bacino. Proprio in occasione della recente Conferenza nazionale sul clima promossa dal Ministero dell’ambiente, il Cnr ha presentato il volume “Clima e cambiamenti climatici: le attività di ricerca del Cnr” in cui è contenuta la ricerca “Dalla scala locale alla scala regionale: la pluviometria del bacino del fiume Arno come segnale del cambiamento climatico del Mediterraneo”. In sintesi i dati ci dicono che sono già aumentati e aumenteranno gli eventi estremi, come le siccità prolungate e le piogge intense che possono provocare alluvioni. Il rischio dell´inondazioni sta già aumentando in maniera significativa e si stima possa crescere velocemente nei prossimi anni; il rischio di siccità si è fatto più marcato in questi ultimi anni ed ha conseguenze potenzialmente drammatiche per la qualità dell´acqua e la sua disponibilità futura.

Le stagioni si stanno lentamente “scambiando”: la stagione autunnale si sta modificando verso quella estiva degli ultimi anni. La stagione invernale invece assomiglierà alla stagione attualmente autunnale in termini di frequenza di picco delle tempeste. Le estati diventeranno generalmente più asciutte, intervallate da tempeste di pioggia occasionali intense di durata breve fino a diventare molto asciutte e calde. Nello specifico, i numeri e le tendenze chiariscono i fenomeni in atto: la precipitazione annuale totale non è cambiata significativamente dal 1950, ma la frequenza dei giorni piovosi è diminuita fino all´inizio degli anni 80, mentre l´intensità giornaliera di pioggia è aumentata in modo significativo durante gli ultimi 30 anni. Nell´inverno, la precipitazione totale e la frequenza dei giorni piovosi sono diminuiti significativamente a partire dalla metà degli anni 90´.

Nel periodo primaverile, la precipitazione totale è aumentata (perché è aumentata l´intensità giornaliera) mentre in estate la precipitazione totale sta diminuendo sulla parte montuosa del bacino. Durante la stagione autunnale si evidenziano tendenze significative di aumento della precipitazione totale, della frequenza dei giorni piovosi e dell´intensità della precipitazione. Quindi bisognerà attrezzarsi per difenderci dall’acqua e per difendere l’acqua dagli abusi, attraverso strategie di adattamento. L’unica via percorribile, sembra essere quella di una pianificazione integrata e di un salto di livello culturale che metta in via prioritaria la riduzione dei consumi e indichi le strategie da attuare settore per settore di utilizzo.

Non c’è tempo da perdere dato che tra l’altro siamo sicuramente meno abituati a far fronte alla carenza idrica. Rispetto all’altra faccia della medaglia (in stretto collegamento con la prima), difesa del territorio da eccessive impermeabilizzazioni, restituzione delle pertinenze fluviali (dove possibile) e interventi mirati infrastrutturali per contenere in maniera controllata le piene, sono a nostro avviso gli interventi da intraprendere. Qualche passo avanti in questo settore è stato fatto anche se ancora non siamo in sicurezza rispetto ad eventi tipo quello del 4 novembre 1966, di cui tra pochi giorni cade la ricorrenza.

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