[30/10/2007] Comunicati

E’ made in Italy la nuova scala macrosismica internazionale

ROMA. Nel 1999, nel corso del quindicesimo 15° Congresso dell’ International union for quaternary research (Inqua) di Durban. (3-11 agosto 1999), la SubCommission on Paleoseismicity promosse la realizzazione di una nuova scala di intensità macrosismica basata esclusivamente sugli effetti ambientali. Il gruppo di lavoro, formato da geologi, sismologi ha redatto una prima versione della scala, che fu presentata al 16° Congresso Inqua del 2004 e aggiornata nel 2005 in occasione del 32° Congresso Internazionale di geologia di Firenze. Il lavoro è ora completato e la “Environmental Seismic Intensity Scale” (Esi 2007), verrà presentata per la prima volta in Italia, il 5 novembre a Roma, con una conferenza stampa nella sede dell’Agenzia per la protezione dell’ambiente e per i servizi tecnici (Apat).

Secondo l’Apat la nuova scala di intensità dei terremoti «aiuterà a prevenire disastri come quelli che il nostro Paese ha vissuto nel passato, con migliaia di morti e miliardi di euro di danni. In questa occasione verrà spiegato come la scala Esi permetta di individuare zone colpite nel passato da forti terremoti, di valutare l’intensità di questi ultimi e quindi di stimare con più precisione la pericolosità sismica. In tal senso, la scala Esi è uno strumento conoscitivo molto utile per calibrare gli accorgimenti antisismici idonei a salvare la vita di migliaia di persone».

Il nuovo metodo è infatti una realizzazione quasi tutta italiana, alla quale, fin dagli anni ’90 lavorano l’Anpa (che oggi si chiama dipartimento difesa del suolo – servizio geologico d’Italia dell’Apat), Cnr ed università dell’Insubria, e che ha visto il contributo di enti di ricerca ed università di diversi Paesi, per essere alla fine approvato dal 17° congresso dell’Inqua che si è tenuto a Cairns in Australia dal 28 luglio al 3 agosto 2007.

L’Esi 2007, spiega L’Apat, «classifica gli effetti sull’ambiente in dodici gradi, con lo scopo di integrare le scale macrosismiche tradizionali che si basano invece sui danni agli edifici. Attraverso gli effetti considerati diagnostici, come la fagliazione superficiale, i fenomeni franosi, le fratture, le liquefazioni, la subsidenza, gli tsunami, le variazioni idrologiche, sarà possibile stimare in maniera più precisa i gradi più alti d’intensità, quando le scale sismiche tradizionali, basate sui danni agli edifici, diventano inadeguate per la vastità della distruzione già al X grado. Inoltre, la scala Esi si dimostra particolarmente efficace nelle aree poco antropizzate o disabitate, dove gli effetti sulle strutture antropiche sono assenti o comunque troppo radi».

La revisione della Scala di Intensità Sismica basata sugli effetti sull’ambiente, è composta da: definizione dei gradi di intensità basata sugli effetti ambientali dei terremoti, che ricalca la struttura di base di quella largamente usata delle scale macrosismiche a dodici gradi; linee guida che chiariscono meglio l’origine della scala e i concetti scientifici su cui si basa la nuova scala macrosismica; come utilizzare la scala da sola o integrata con le scale tradizionali basate sui danni agli edifici, come è strutturata l’Esi e le descrizioni dei caratteri diagnostici richiesti per la valutazione dell’intensità e il significato di idiomi, colori e caratteri.

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