[30/10/2007] Urbanistica

Elba: Villaggio Paese o ecomostro di Stato?

RIO MARINA (Livorno). Ad aprile avevamo dato notizia che l’Agenzia del Demanio, dopo le proteste di Legambiente e le rivelazioni fatte da Greenreport e dalla stampa austriaca, aveva sospeso l’asta per l’operazione “Villaggio Paese”, cioè la realizzazione di 47.500 metri cubi di nuove residenze turistiche e strutture ricettive a Vigneria, un promontorio che ospita le vecchie strutture minerarie (circa 35.000 metri cubi di baracche e manufatti industriali) nel Comune di Rio Marina.
Nell’occasione il Demanio parlò di una riduzione della metà delle cubature e di una riduzione delle presenze turistiche (che Legambiente stima in mille come descritto nel progetto originale e il sindaco di Rio Marina, Francesco Bosi valuta ora in 500) e quindi anche dell’impatto ambientale e paesaggistico.

Promesse che in questi giorni il Demanio si è rimangiate rimettendo all’asta sul suo sito internet il “Villaggio Paese”, secondo il progetto di massima approvato, con un voto bipartisan dal consiglio comune dell’Elba orientale (solo un voto contrario dell’allora consigliere comunale di sinistra Lucia Fasola), per il costo di 11 milioni di euro.
La decisione è stata accolta con favore sia dalla maggioranza di centro-destra che amministra Rio Marina che dai Ds, che però promettono un serrato controllo dell’intera operazione e non mancano di rivendicarla come idea delle vecchie amministrazioni di centro-sinistra riesi per rilanciare l’economia dopo la chiusura delle miniere negli anni ’80.

Contro l’operazione “Villaggio Paese” si erano già espressi gli albergatori elbani, Rifondazione Comunista e i Verdi, resta da vedere cosa dirà ora la Sinistra Democratica che vede il suo principale esponente, il ministro Fabio Mussi, sedere nei banchi di minoranza del consiglio comunale di Rio Marina. Intanto ci pensa Legambiente ha scaldare la discussione, parlando di cemento di Stato: «E´ veramente incredibile quello che è successo, ad aprile era stato arrestato il processo l´asta era stata ritirata, speravamo; in tutta franchezza, che nel frattempo il governo Prodi avesse indicato all´Agenzia del Demanio una soluzione diversa, ed invece dopo sette mesi si torna alla carica con la "proposta indecente" iniziale, che nessuna necessità di far cassa può giustificare.

Si andrà a mettere sul mercato una gigantesca struttura alberghiera o turistico-ricettiva, riproponendo modelli di intervento vecchi e fallimentari, degni della peggiore urbanistica sovietica; siamo all´hotel Moskovskaya rifatto in salsa piaggese (il nome dei riesi in dialetto ndr). Se queste sono le idee innovative per l´Elba di domani a cui pensava Bosi stiamo davvero lustri! Per vedere costruire cose del genere oggi occorre andare in Libia o in qualche sperduto angolo del Gambia. Per noi comunque la partita è ancora aperta i cittadini, gli amministratori e gli operatori turistici ambientalmente responsabili devono uscire allo scoperto ed impegnarsi perché sia risparmiata all´Elba un altra bruttura».

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