[22/10/2007] Energia

Il 56% degli italiani dice no al nucleare, il 70% se la centrale è vicino a casa

LIVORNO. In queste ultime settimane c’è stato un grande battage pubblicitari-politico che, con Casini e la sempre filonuclearista An in testa, ha chiesto il rilancio del nucleare in Italia, ritenendo ormai superata la contrarietà degli italiani all’energia atomica espressa in un referendum che, secondo i suoi detrattori era frutto solo dell’emozione irrazionale per il malaugurato incidente di Chernobyl.

Ma al di là dei problemi irrisolti del nucleare (primo fra tutti quello delle scorie radioattive) quanto ha spostato questa presenza insistente alla quale non si sono sottratti nemmeno esponenti di centrosinistra? Secondo un sondaggio commissionato dai Verdi all’istituto Ipr, su un campione di 1000 persone rappresentative della popolazione, il 56% degli italiani è contrario al nucleare (il 38% è favorevole). Una percentuale di contrari che sale al 70% se la centrale nucleare dovesse sorgere vicino al proprio comune di residenza. Senza capire che avere una centrale nucleare a un chilometro da casa o avercela a 200 km sposta ben poco in termini di sicurezza.

Lo spirito neo-nucleare del centrodestra non sembra aver fatto breccia nemmeno tra il suo elettorato, perché se è vero che tra l’elettorato del centrosinistra la percentuale dei contrari alla costruzione di nuovi impianti è del 67%, tra gli elettori del centrodestra è di quasi la metà: ben il 47%. E tra gli elettori di centrodestra, se la matematica non è un’opinione, si dovrebbe trovare la maggior parte degli affetti da sindrome di Nimby antinucleare da vicinanza, visto che il no in questo caso arriva al 74% tra gli elettori di centro sinistra (+7%) e al 62% tra quelli di centrodestra (+15%). Fra i cittadini che alle elezioni si astengono o che non si riconoscono nei due schieramenti le percentuali, in ambedue le domande, sono praticamente identiche a quelle degli elettori di centro-sinista.

Il ministro dell’ambiente Pecoraro Scanio rileva che «il dato più significativo è che la maggioranza dei cittadini del nostro Paese è nettamente contraria alla costruzione di una centrale nucleare vicino al proprio territorio. Il blocco degli scettici alla costruzione di centrali nucleari vicino al proprio comune è ben rappresentato in tutto l´elettorato. I risultati del sondaggio costituiscono una indicazione chiara e incontrovertibile». Pecoraro sottolinea che questo significa il fallimento del «pressing mediatico che dura ormai da mesi, per persuadere gli italiani ad accettare un ritorno al nucleare. La volontà popolare dei cittadini, espressa con il referendum di 20 anni fa, è chiaramente ancora contro il ritorno delle centrali nucleari nel nostro Paese».

Anche il presidente di Legambiente Roberto Della Seta è soddisfatto: «È la conferma che i cittadini italiani rimangono largamente contrari al nucleare. Questo orientamento riguarda tanto l’elettorato di centrosinistra che di centrodestra, e viene dimostrato che l’opinione pubblica è più avanti di molti politici che invece di preoccuparsi di aprire le basi per le energie del futuro, come il solare, l’eolico, o per l’efficienza energetica o per la ricerca sull’idrogeno, le sole vie capaci di fermare i mutamenti climatici, si attardano in sterili polemiche. Insomma, l’Italia rifiuta il nucleare nonostante ci sia un battage pubblicitario che propone l’atomo come la panacea di tutti i mali».

I Verdi sottolineano che l’Ipr ha chiesto un parere esplicito, un si o un no secco all´ipotesi di costruire centrali nucleari in Italia. «Si tratta di un dato reale con risposte concrete e non certo indotte da domande trabocchetto» dice Pecoraro Scanio. I Verdi continueranno in maniera decisa la battaglia per incentivare l’innovazione e le fonti rinnovabili e per combattere i cambiamenti climatici, contro i retrogradi, legati ancora ad una tecnologia obsoleta e pericolosa, che ha costi altissimi e tempi di realizzazione infiniti e non programmabili».

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