[22/10/2007] Comunicati

Federchimica: in 15 anni ridotte emissioni del 91%

LIVORNO. Sono stati presentati oggi a Milano i risultati del 13° Rapporto Responsible Care, riferito all’anno 2006. Un programma volontario cui hanno partecipato 177 delle 1300 imprese associate, che hanno contribuito ad applicare oltre 150 indicatori, riguardo alla sicurezza e alla salute nei luoghi di lavoro e sull´ambiente.

Il bilancio ambientale, presentato da Federchimica documenta notevoli miglioramenti rispetto a tutto gli indicatori, compiuti in questo spaccato di aziende di grande, media e piccola dimensione, italiane e estere. Rispetto al 1989, le emissioni in acqua sono scese del 52%, mentre per le emissioni in aria si registra addirittura un decremento del 91%. In 15 anni, cioè dal 1990 al 2005, le emissioni di gas serra sono state ridotte del 28,2% rispettando quindi gli impegni del Protocollo di Kyoto, mentre il dato Italia registra un incremento complessivo - nello stesso periodo - del 12% di emissioni di gas serra.

A dimostrazione del fatto che se la volontà esiste non è poi così impossibile ottenere risultati. Le aziende aderenti al programma volontario dell’industria chimica hanno anche ridotto i consumi specifici di energia di una quota pari a -5,4% solo tra 2004 e 2005. Ottime le performance anche sul fronte della sicurezza nei luoghi di lavoro, con un bilancio in controtendenza ai dati attuali: diminuiscono infatti gli incidenti sul lavoro, con 9,3 infortuni per milione di ore lavorate, nettamente al di sotto della media dell’Industria Manifatturiera che secondo i dati Inail è pari a 22,6. E un analogo andamento si è registrato per quanto riguarda l’indice di frequenza delle malattie professionali, che dimostra l’attenzione nel migliorare le condizioni di lavoro e delle materie prime lavorate.

Crescono, invece, gli investimenti a favore di sicurezza, salute e ambiente: le imprese aderenti a Responsible Care hanno speso nell’ultimo anno circa 900 milioni di euro, equivalente al 3,1% del fatturato. In cui un significativo incremento è stato negli investimenti per la bonifica di siti inquinati. «Ritengo non sia esagerato affermare che non può esistere sviluppo sostenibile senza l’industria chimica – ha dichiarato Giorgio Squinzi, Presidente di Federchimica». Lamentando che «purtroppo, lo stereotipo recita l’opposto, la Chimica come la più grande minaccia per l’ambiente». Ed ha esortato a superare quelli definisce i «fantasmi del passato» e a guardare al «ruolo cruciale che svolge questo settore con il contributo dei nostri prodotti e tecnologie e le soluzioni innovative alle performance ambientali che fornisce a tutti gli utilizzatori, cioè a tutta l’industria».

Tutte soluzioni che permetteranno, secondo il presidente di Federchimica, risparmi energetici e riduzione delle emissioni di anidride carbonica. E si è levato anche un sassolino dalla scarpa additando in altri settori lo scarso impegno per raggiungere gli obiettivi di Kyoto. «Noi abbiamo fatto e continuiamo a fare la nostra parte, ma l’impegno deve riguardare tutta la collettività. Sono altri gli ambiti dove si è iniziato da poco e si è fatto poco: pensiamo ai trasporti e al riscaldamento domestico. Dal 1990 al 2005 hanno aumentato le proprie emissioni di anidride carbonica rispettivamente di 17,0 e 27,5 milioni di tonnellate, cioè oltre il 70% dell’incremento totale delle emissioni di gas serra nello stesso periodo».

Torna all'archivio