[19/10/2007] Trasporti

Auto, in arrivo un decreto ministeriale per il metano self service?

LIVORNO. Il ministero degli Interni sta predisponendo una bozza di decreto legge dedicato al metano per autotrazione che contiene fra l’altro il via libera all’erogazione self service di questo carburante, così come avviene già da anni in Germania. La novità consentirebbe finalmente di risolvere il più grande punto debole di questo combustibile fossile che attualmente vanta il minore impatto ambientale, ma che in Italia sconta il fatto di avere una rete distributiva ridicola (in Italia ci sono poco meno di 700 distributori di metano a fronte degli oltre 23mila di benzina).

Federmetano sta lavorando insieme ai tecnici del ministero degli interni al nuovo provvedimento e quindi chiediamo a Roberto Tozzoli, consulente della federazione dei distributori e trasportatori di metano, come stanno procedendo le cose.

«Effettivamente abbiamo partecipato ai lavori di questa nuova normativa che dovrebbe prendere la forma di un decreto ministeriale. L’iter quindi è piuttosto lungo, perché anche se il testo è praticamente pronto, prima deve passare l’esame del comitato tecnico scientifico del ministero dell’Interno, competente per tutto ciò che riguarda la sicurezza sulle strade e la distanza far i vari impianti. Poi dopo la firma del ministro il provvedimento dovrà passare al vaglio della commissione europea che deve verificare che non rechi vantaggi ad imprese nazionali rispetto a quelle estere. Come Federmetano intanto noi ci siamo fatti promotori di un’altra iniziativa che secondo noi consentirebbe di sbloccare il settore, ovvero l’apertura di impianti di distribuzioni di metano sulle autostrade».

Qual è un tempo ragionevole in cui si può pensare di arrivare alla conclusione dell’iter per il self service?
«Direi non prima del giugno dell’anno prossimo».

Nei giorni scorsi abbiamo evidenziato come oggi le emissioni di Co2 per chilometro tra auto diesel e auto a metano di pari modello e cilindrata siano molto vicine, e in alcuni casi il diesel sarebbe più ecologico del metano. Perché allora si afferma che il metano per autotrazione è il carburante che al momento ha il minore impatto ambientale?
«La prima cosa da dire è che questi dati si riferiscono solo alla Co2 e non al complesso degli agenti inquinanti che vengono emessi nell’atmosfera dalle auto. Da quanto mi dice Fiat, il metano nella globalità delle emissioni è ancora almeno 4 volte inferiore rispetto a tutti gli altri carburanti. La seconda cosa che spesso si dimentica è che i motori a metano sono ancora a livello di adattabilità: siccome non avendo una rete di distribuzione capillare la macchina deve poter continuare a funzionare anche a benzina, non è possibile sfruttare a pieno le caratteristiche del metano».

Può spiegarci meglio questo passaggio tecnico?
«Volentieri: la benzina ha 98 ottani e il metano ne ha 120. Utilizzando solo l’alimentazione a metano si potrebbe costruire un motore con rapporto di compressione più elevato, ma siccome deve funzionare anche a benzina, va tenuto basso, per evitare che il motore batta in tesa. Potenzialmente quindi il metano non è sfruttato come dovrebbe ed ha ancora tantissimi margini di miglioramento dal punto di vista dell’efficienza, mentre diesel e benzina che in questi anni hanno potuto contare su un’intensa ricerca hanno ormai raggiunto livelli di efficienza vicini al massimo. Tanto che per gli Euro 6 ci sono già diversi problemi».

Come giudica la catalogazione europea dei veicoli in base alle loro prestazioni?
«Migliorabile. E infatti la grande novità che viene introdotta ora e che quindi l’euro 4 non prendeva in considerazione sono gli idrocarburi incombusti. Oggi questa è la definizione generica per questi idrocarburi che non vengono bruciati, ma in realtà variano moltissimo dal tipo di carburante: quelli prodotti dal metano infatti non sono tossici, mentre quelli emessi da un motore a benzina per esempio, sono riconosciuti cancerogeni in quanto contengono tra gli altri benzene e policiclici aromatici».

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