[19/10/2007] Parchi

Gestione e benefici delle Aree marine protette, nuovo sito della Fao

LIVORNO. Il dipartimento pesca ed acquicoltura della Fao ha lanciato un sito web per aumentare la conoscenza sul contributo delle Aree marine protette (Amp) alla gestione della pesca. Il sito “Marine Protected Areas as a Tool for Fisheries Management” è stato sviluppato nell’ambito di un progetto globale finalizzato a sostenere l’attuazione del Piano di attuazione di quanto previsto dal World Summit on Sustainable Development (Wssd) che si è tenuto a Joannesburg nel 2004.

Una sezione del nuovo sito web presenta le linee direttrici della Fao per la progettazione e la realizzazione delle Amp come occasione di gestione della pesca e come strumenti essenziali per .il mantenimento delle risorse ittiche e dell’ambiente marino e degli oceani. Per la Fao vanno aumentati gli sforzi per istituire aree marine protette in un contesto di gestione della pesca e delle risorse alieutiche e la ventiseiesima sessione del Committee of Fisheries aveva già raccomandato specifiche azioni per assistere i Paesi (Italia compresa) che hanno sottoscritto gli impegni del summit mondiale del Wssd di Joannesburg (poi ripresi da varie agenzie Onu e dall’Unione Europea), in particolare nella realizzazione di una rete estesa e rappresentativa di aree marine protette entro il 2012 e a implementare le conoscenze sulle Amp e la gestione della pesca al loro interno.

Il sito web è parte di un programma Fao per capire meglio il contributo delle Amp alla gestione della pesca, identificando e promuovendo le buone pratiche e per un approccio integrato alle aree marine protette. Il punto centrale riguarda l’utilizzo delle Amp per introdurre il “fisheries management”, ma il sito include anche link per interessanti risorse esterne su internet inerenti al tema Amp e pesca.

Una sezione specifica presenta le line guida preparate dalla Fao per designare, implementare e sperimentare le aree marine protette. Per la Fao i benefici biologici ed ecologici delle Amp sono evidenti e attestati da molti studi scientifici che attestano anche un rafforzamento delle attività economiche legate alla gestione del mare ed una migliore conoscenza di questi benefici ecologici ed economici potrebbe limitare non poco le controversie che si hanno quando vengono proposte le Amp.

I benefici economici riguardano sia l’area direttamente interessata dalle Amp che quella circostante e la Fao la spiega citando studi e pubblicazioni scientifiche: incremento della densità di biomassa e della taglia degli organismi e della diversità di specie (Halpern 2003, Botsford et al., 2007); protezione di habitat critici per specifici stadi di vita delle specie (i.e. spawning and nursing grounds, vulnerable juveniles, aggregations and spawning adults) (Fogarty 1999, Mumby et al., 2004); eliminazione dei dati incerti per la gestione (Stefansson and Rosenberg, 2005).

Mentre i potenziali benefici ecologici e per la pesca che derivano dell’istituzione all’interno di un’Amp di restricted area (quelle che in Italia chiamiamo zone “A” o riserve integrali) per la Fao riguardano: un effetto “spillover” con la diffusione delle specie di pesci nelle aree vicine alla riserva dove possono essere pescati (McClanahan and Kuanda-Arara, 1996); l’effetto “reclutamento” o l’esportazione di larve prodotte dai pesci e dagli altri animali marini nell’Amp per popolare le aree circostanti (i.e. fish inside the reserve contributing eggs and larvae that eventually populate the fishing area outside the riserve - Botsford et al., 2007).

Ci sono poi altri benefici che riguardano alcune specie e casi specifici e che devono essere presi in considerazione soprattutto per quel che riguarda la gestione della piccola pesca costiera e nel suo approccio agli ecosistemi e che la Fao ha inserito in specifiche “Guidelines for further information” per una gestione costiera integrata.

Ma perché le aree marine protette abbiano davvero un impatto efficace per fermare il depauperamento delle risorse marine ed il degrado degli oceani occorre valutare meglio il numero e dimensioni delle Amp ed istituire un network planetario che le colleghi, ma anche verificarne la locazione e quale reale funzioni di protezione della natura svolgano le Amp, sia con le “no-take” che con le “multi-use zones”.

La pesca o altre attività autorizzate (diving, diporto, ecc.) all’interno delle Amp naturalmente influenzano i loro benefici biologici ed ecologici e questo dipende in particolare da quanto è grande la pressione sui pesci e il degrado dell’habitat fuori dell’Area marina protetta, in casi di avanzato sfruttamento per sovrapesca o degrado ambientale i benefici biologici fuori dai confini dell’area protetta possono essere ridotti o inesistenti.

Ma c’è comunque un’evidenza empirica, convalidata da modelli scientifici (review of current modelling studies see Botsford et al. 2007) che le Amp hanno comunque benefici biologici e per la salvaguardia, “esportano” comunque la vita allo stato larvale e sia le specie “mobili” che quelle sessili trovano al loro interno i benefici della protezione che permette la loro crescita e diffusione. Il successo di un’Amp dipende anche da fattori fisici come l’idrodinamica del mare in cui vengono istituite che influenza lo “scambio” di risorse naturali con le zone esterne.

Ma la Fao sottolinea un nuovo compito a lungo termine per le aree marine protette: il ruolo essenziale che possono svolgere riguardo alla lotta contro il cambiamento climatico, con un aumento del loro numero e della loro superficie ed una gestione “adattativa”.

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