[18/10/2007] Comunicati

Vivere meglio in spazi verdi ‘allergenic pollen free’

FIRENZE. Il verde negli spazi urbani è estremamente importante per le sue numerose funzioni e questa consapevolezza è così diffusa nella cittadinanza che per difenderlo si arriva anche a soluzioni estreme (basta vedere quel che sta succedendo in questi giorni nella città capoluogo della Toscana). Il verde è importante perché parte del paesaggio urbano e per il suo ruolo sociale (fruizione degli spazi verdi), ma qui vogliamo sottolineare quanto invece emerso ad un recente convegno internazionale di aereobiologia che si è svolto a Pistoia.

Le piante inserite nel contesto urbano, hanno la capacità di depurare l’aria, fissare gas e particolato aerodisperso, diminuire l’inquinamento acustico e di svolgere un’azione termoregolatrice del microclima cittadino, con effetti a livello biologico e psicologico, tutti riconducibili al miglioramento della qualità di vita dell’uomo. Però è necessario scegliere bene le specie da impiantare. Infatti dall’Articolazione funzionale regionale (Afr) di aerobiologia del Dipartimento provinciale Arpat di Pistoia, ricordano che le specie vegetali possono avere effetti avversi e sono classificate, secondo l’Istituto superiore prevenzione e sicurezza sul lavoro (Dipartimento di medicina del lavoro) in: specie vegetali completamente prive di effetti nocivi; specie vegetali che causano danni di natura meccanica (mediante spine o aculei); specie vegetali che causano dermatiti da contatto e pollinosi; specie vegetali che contengono veri e propri tossici. Le essenze arboree e arbustive da inserire nei giardini pubblici e privati devono essere non nocive.

«La pollinosi è la più classica delle allergopatie - dichiarano Marzia Onorari e Franco Vannucci, rispettivamente del Dipartimento provinciale Arpat e della Azienda Usl3 di Pistoia - comprende le manifestazioni cliniche nasali (prurito, starnuti, ostruzione, rinorrea), oculari (prurito, lacrimazione, iperemia congiuntivale, fotofobia) e bronchiali (tosse, respiro sibilante, dispnea senso di costrizione toracica) che si presentano con cadenza stagionale, durante il periodo della pollinazione in soggetti diventati specificamente sensibili ai pollini di determinate famiglie di erbe e di alberi. Si calcola in via approssimativa che in Italia oltre il 10 % della popolazione presenti manifestazioni cliniche di pollinosi». Al di la del periodo di comparsa dei sintomi e del tipo di essenza arborea, arbustiva od erbacea che provoca allergia, le allergie respiratorie costituiscono il risultato di una interazione tra fattori genetici ed ambientali: tra questi l’inquinamento atmosferico svolge sicuramente un ruolo importante, ricordano Onorari e Vannucci, in quanto le sue componenti possono interagire con i granuli pollinici, aumentando il rilascio di allergeni; possono svolgere un effetto infiammatorio nelle vie aeree (soprattutto ozono, PM e SO2) facilitando la penetrazione degli allergeni pollinici e lo scatenamento dell’infiammazione allergica; possono avere un effetto immunologico adiuvante sulla sintesi degli anticorpi specifici nei soggetti predisposti (in particolare le polveri incombuste dei motori diesel). Il monitoraggio aerobiologico effettuato dall’Arpat di Pistoia rileva le particelle di origine biologica presenti in atmosfera (polline, spore fungine e alghe) ed in particolare i pollini di piante anemofile (polline trasportato dal vento ndr). I dati degli ultimi anni mettono in evidenza, per le piante arboree, una particolare concentrazione del polline di cipresso nel periodo invernale per un maggiore uso di questa pianta a scopo ornamentale. I pollini di specie erbacee (es graminacee) vengono rilevati dal monitoraggio in periodo primaverile, mentre nel periodo estivo si rilevano i pollini di castagno e quelli di erbe infestanti come le ortiche e le composite (ambrosia ed artemisia).

Tramite il monitoraggio aerobiologico - spiegano da Arpat - si evidenzia inoltre la presenza di pollini di piante che non fanno parte della nostra flora autoctona e che vengono introdotte volontariamente o casualmente (ambrosia, casuarina, cryptomeria japonica ecc.). Ogni settimana Arpat elabora un bollettino dei pollini e delle spore fungine aerodiffuse con i dati provenienti da tutte le stazioni di monitoraggio (dell’agenzia e delle Asl) dislocate sul territorio regionale. Tutte le stazioni di campionamento Arpat, sono inserite nella Rete europea di monitoraggio aerobiologico (European aeroallergen network Ean-Epi) e partecipano alla Rete nazionale di monitoraggio di pollini e spore fungine di interesse allergenico, agronomico ed ambientale (Rima) promossa dal sistema delle Agenzie (Apat-Arpa-Appa) alla quale partecipa anche l’Associazione italiana di Aerobiologia. Il bollettino fornisce informazioni utili alle farmacie e ai medici per la diagnosi, la terapia e la clinica delle pollinosi.

«L’obiettivo di vivere meglio all’aria aperta in spazi verdi ‘allergenic pollen free’ - concludono Marzia Onorari e Franco Vannucci- si può ottenere con l’introduzione mirata in parchi, giardini e viali di specie nostrane (meglio ndr) e/o esotiche che non producono pollini allergenici e con l’introduzione di piante anche di tipo femminile e di varietà maschio-sterili (le maschili producono il polline ndr). Inoltre sono importanti una corretta progettazione e gestione della manutenzione della vegetazione, la mappatura delle piante presenti nei giardini pubblici, la descrizione dell’allergenicità delle piante nei cataloghi per fornire un’informazione dettagliata anche in tal senso».

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