[18/10/2007] Comunicati

Kofi Annan a capo della crociata ambientale dei famosi

LIVORNO. Proseguono a Ginevra i lavori del World humanitarian forum (Whf), la nuova organizzazione internazionale creata dall’ex segretario dell’Onu Kofi Annan (Nella foto) e dal governo svizzero, ma rischiano di essere oscurati dalla presenza di uno degli aderenti allo stesso Forum, Rajendra Pachauri, il presidente del Comitato intergovernativo sui cambiamenti climatici (Ipcc) che è stato insignito del Premio Nobel per la pace insieme ad Al Gore.

Infatti, il responsabile della direzione dello sviluppo e della cooperazione Walter Fust e al direttore dell´ufficio federale svizzero dell´ambiente Bruno Oberle non si sono lasciati scappare l’occasione ed hanno organizzato a Berna una conferenza stampa con Rajendra Pachauri che ha sottolineato che «La Svizzera è un piccolo paese, ma è un leader morale in numerose questioni internazionali. La Svizzera non figura tra i principali responsabili del surriscaldamento del pianeta. Ma tutti i paesi, anche i più piccoli, devono fornire il loro contributo nella lotta contro i cambiamenti climatici. Nessun paese può ottenere carta bianca per non partecipare alla lotta globale in campo ambientale – ha detto il presidente Ipcc - La Confederazione Elvetica dispone delle risorse tecnologiche e finanziarie necessarie per condurre questa lotta. Se teniamo conto delle spese provocate dalle catastrofi naturali, risulta evidente che costa molto meno adottare delle misure di prevenzione per evitare simili eventi».

Per Rajendra Pachauri, i cambiamenti climatici sono anche «una minaccia per la pace mondiale. Anche le organizzazioni di aiuto allo sviluppo dovrebbero quindi dedicarsi alle questioni climatiche che colpiscono i più poveri tra i poveri e sostenere progetti che permettono di ridurre le conseguenze dei cambiamenti ambientali in corso».

Intanto al Forum di Ginevra Kofi Annan chiedeva di concentrarsi sulle politiche di adattamento al global warming e sulle conseguenze che già produce per le comunità e gli individui. Annan ha detto che «occorre richiamare l’attenzione e mobilitare l’opinione pubblica sul fatto che il cambiamento climatico non è un fenomeno in decadenza fino a che si estende e sta crescendo in questo stesso momento. Tutti siamo sulla stessa barca ed abbiamo bisogno di unirci per risolverlo».

L’economista della Columbia university, Jeffrey Sachs ha ritenuto «sommamente opportuno e importante» la costituzione del Whf da parte di Annan e della Svizzera, perché è un’iniziativa che si inquadra perfettamente nel solco dei negoziati internazionali di Bali che, secondo Sachs , dovranno definire«cosa si deve fare davanti alla conclamata crisi climatica e quali azioni efficaci bisognerà adottare per la mitigazione e l’adattamento. Nei negoziati intrgovernamentali che inizieranno a Bali occorrerà stabilire come limitare i danni che la società sta causando e come si adattano le comunità ai cambiamenti che sono inevitabili».

Anche Sachs, partendo dall’esempio della situazione nel Darfur e nel Corno d’Africa, ha posto in evidenza come sempre più guerre dipendano dalle conseguenze sulle risorse naturale dei cambiamenti climatici. L’ex responsabile per gli aiuti umanitari dell’Onu, il norvegese Jan Egeland, ha detto che da sempre la questione ambientale è anche una questione etica: «L’esperienza ci dice che numerosi governi hanno firmato il Protocollo di Kyoto sul cambiamento climatico. Ma senza nessun embargo, molti di questi governi non hanno intenzione di fare qualcosa per l’applicazione di questo trattato. Il Whf vuole stimolare l’impulso etico necessario par prendere azioni politiche. Oggi manca l’applicazione per carenza di volontà politica e questo dipende sempre più frequentemente per la carenza di volontà di certi governi o gruppi di governi».

Il World humanitarian forum ha deciso di tenere una prima riunione annuale di alto livello nel giugno del 2008, sempre a Ginevra ed ha nominato una giunta fondatrice che, oltre ad Annan, Pachauri ed Egeland, vede la presenza di Catherine Bertini (Usa), ex alta funzionaria Onu; Lakhdar Brahimi (Algeria), ex consigliere speciale dell’Onu; Michel Camdessus (Francia), direttore gerente del Fondo monetario internazionale dal 1987 al 2000, Mary Chinery-Hesse (Ghana), ex direttrice dell’Organizzazione mondiale del lavoro e ministro del suo Paese; Jacques Forster, vicepresidente del comitato internazionale della Croce Rossa; principess Haya di Giordania, Dean Hirsch (Usa), presidente di World vision international, Alois Hirschmugl (Austria) esperto di catastrofi; Hans Küng (Svizzera) Teologo; Ricardo Lagos, ex presidente del Cile; Ivan Pictet, banchiere svizzero; Mary Robinson, ex presidente dell’Irlanda; Amartya Sen (India) economista; Barbara Stocking, direttrice di Oxfam, Marianna Vardinoyannis (Grecia), ambasciatrice di buona volontà dell’Unesco, James Wolfensohn (Australia) ex presidente della Banca mondiale e Muhammad Yunus (Bangladesh) premio Nobel per la pace 2006.

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