Batterie, entro il 2030 la capacità di produzione Ue supererà la domanda per auto elettriche
L’Unione europea sta affilando le armi dei dazi contro le auto elettriche in arrivo dalla Cina – invece di mettere in campo maggiori sforzi coordinati sugli aiuti di Stato per le imprese verdi, che sarebbero assai più efficienti in termini di sviluppo sostenibile –, mentre l’Italia orfana di Stellantis pensa a favorire l’arrivo di fabbriche automotive dal gigante asiatico, anziché veicoli pronti da vendere.
Sul terreno della mobilità sostenibile continuiamo dunque a inseguire la lungimiranza cinese, ma nel giro di pochi anni le carte in tavola potrebbero cambiare. Come documenta un nuovo studio condotto da Eit Urban mobility ed Eit InnoEnergy, entrambe sostenute dall’Ue tramite dall'Istituto europeo di innovazione e tecnologia (Eit) entro il 2030 la capacità di produzione di batterie prevista in Europa sarà pari a 1.144-1.800 GWh: supererà dunque di molto la domanda di batterie prevista per le auto elettriche, pari a 317-696 GWh.
Questo permetterà anche di sviluppare appieno la filiera dei veicoli elettrici leggeri (Lev) come biciclette elettriche, scooter e monopattini; mezzi che stanno rapidamente diventando parte integrante della mobilità urbana moderna, con circa 10 milioni di unità vendute in Europa nel 2022.
Lo studio mostra infatti che l’utilizzo di circa il 2-3% della capacità produttiva di batterie prevista per l'Ue potrà soddisfare la domanda dei più di 25 milioni di Lev che si prevede arriveranno sulle strade europee entro il 2030: un ammontare di veicoli sufficienti a ridurre di 30Mt le emissioni di CO2. Il tutto riducendo significativamente la dipendenza dalle importazioni da paesi extra Ue, in quanto attualmente il 95% delle batterie Lev proviene dall'Asia.
«I Lev integrano il trasporto pubblico e svolgono un ruolo chiave nella transizione verso la mobilità condivisa urbana – spiega Bernadette Bergsma per Eit Urban mobility – Possono accelerare l’elettrificazione del trasporto stradale e ridurre la pressione sulle risorse critiche. È dunque fondamentale considerare con urgenza l’industria dei Lev e la catena del valore delle batterie come un asset strategico per la mobilità urbana sostenibile in Europa».
Oltre ai benefici industriali, sostenere il mercato dei Lev è fondamentale per un mix di mobilità sostenibile. I Lev possono infatti ridurre significativamente le emissioni di CO2, sostituendo il 13% dei viaggi a breve distanza (inferiori a 8km) attualmente effettuati da auto e furgoni. Inoltre destinare parte della capacità produttiva Ue per sostenere il passaggio modale verso i Lev, la cui domanda di batterie annuale è stimata in soli 36 GWh entro il 2030 e 71 GWh entro il 2040, richiederà una quantità di metalli critici 10-30 volte inferiore rispetto alle pur necessarie auto elettriche.
Per questo lo studio sollecita l'Europa a integrare i Lev nella strategia industriale, sostenendo la crescita dell'intera catena del valore, inclusa quella delle batterie, per garantire un approccio più completo alla transizione dell'Ue verso una mobilità sostenibile
«Abbiamo messo le batterie al centro dei nostri sforzi per decarbonizzare il trasporto su strada – argomenta Jennifer Dungs di Eit InnoEnergy – Stiamo guidando lo sviluppo industriale dell'European battery alliance (Eba250) e, più recentemente, abbiamo annunciato il nuovo ‘Fondo strategico per i materiali delle batterie Eba’ da 500 milioni di euro. Tuttavia, è necessario fare di più per sostenere l'adozione di soluzioni di mobilità alternative in forte crescita: i Lev sono una rapida soluzione con impatti significativi sugli obiettivi europei di net zero».