Onu, nessuno dei 17 Obiettivi per lo sviluppo sostenibile è sulla buona strada per il 2030
L’Agenda 2030, ovvero gli impegni Onu sottoscritti (anche) dall’Italia nel 2015 per completare entro la fine del decennio 17 Obiettivi di sviluppo sostenibile, è ferma al palo.
È quanto emerge dalla IX edizione del Rapporto sullo sviluppo sostenibile, appena pubblicato dalla Rete delle soluzioni per lo sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite (Sdsn) con alla guida l’economista Jeffrey Sachs.
In media, a livello globale, nessuno dei diciassette Obiettivi dello sviluppo sostenibile (Oss) è sulla buona strada per essere raggiunto entro il 2030, ed è estimato che solo il 16% dei target Oss sta progredendo, mentre il restante 84% presenta progressi limitati o un’inversione di tendenza.
Il progresso degli Oss è stato stagnante fin dal 2020, con l’Oss2 (Zero fame), Oss11 (Città e comunità sostenibili), Oss14 (Vita sotto l’acqua) e Oss16 (Pace, giustizia e forti istituzioni) particolarmente in ritardo; tra le più critiche inversioni di tendenza nei progressi spicca anche alla libertà di stampa (nell’ambito dell’Oss16).
In particolare, lo sviluppo sostenibile continua a rappresentare una problematica d’investimento a lungo termine: dunque, riformare la struttura dell’Architettura Finanziaria Globale è più urgente che mai. Per mobilitare i livelli di finanziamento necessari sono necessarie nuove istituzioni, nuove riforme di finanziamento globale – compresa la tassazione globale –, e nuove priorità per il finanziamento globale, come investire in un’istruzione di qualità per tutti.
«A metà cammino tra la fondazione dell’Onu nel 1945 e l’anno 2100, non possiamo più affidarci al business as usual – commenta il presidente Sdsn, Jeffrey Sachs – Il mondo si trova di fronte a grandi sfide globali, incluse gravi crisi ecologiche, crescenti disuguaglianze sociali, tecnologie dirompenti e potenzialmente pericolose, e guerre mortali; ci troviamo ad un bivio. In vista del Vertice del futuro delle Nazioni Unite, la comunità internazionale deve fare il punto sui risultati fondamentali e sui limiti del sistema delle Nazioni Unite, e lavorare per il miglioramento del multilateralismo nei decenni a venire».
Guardando invece al dettaglio dei singoli Paesi, come negli anni passati gli Stati europei – in particolare quelli del nord – sono i migliori nell’Indice Oss 2024 elaborato dal Sdsn.
La Finlandia si classifica al primo posto, seguita da Svezia, Danimarca, Germania e Francia. Tuttavia, anche questi Paesi hanno di fronte grandi sfide per poter raggiungere gli obiettivi di sviluppo sostenibile al 2030. Per non parlare dell’Italia, che è 23esima in classifica e con progressi in retromarcia sullo sviluppo sostenibile, come documenta anche l’ultimo rapporto nazionale aggiornato dall’ASviS. Tanto più che accelerare sulla strada della transizione ecologica conviene all'Italia, sotto tutti i profili.