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Rapporto Eea: nel 2023 significativo calo delle emissioni di gas serra dell'Ue

L’Italia male su energie rinnovabili ed emissioni, mentre sia il consumo di energia primaria che quello finale sono al di sotto della medie previste dall’Ue
 |  Crisi climatica e adattamento

Secondo il nuovo rapporto “Trends and projections in Europe 2024” dell’European Environment Agency (EEA), «Le emissioni totali nette di gas serra nell'Unionee europea sono diminuite dell'8% lo scorso anno, segnando un progresso significativo verso la neutralità climatica per l'Ue. L'enorme calo è stato guidato da un calo significativo nell'uso del carbone e dalla crescita delle fonti di energia rinnovabili e sostenuto da un consumo energetico ridotto in tutta Europa».

Nel 2023, le emissioni totali nette di gas serra dell'Ue  sono diminuite del 37% rispetto ai livelli del 1990. Dopo due anni di progressi più lenti sullo sfondo della ripresa dalla crisi del Covid-19 e dell'impatto della crisi energetica, l'Ue sta riprendendo la sua traiettoria discendente nelle emissioni, andando  verso la neutralità climatica.

L’Italia risulta al di sotto degli obiettivi per quanto riguarda le energie rinnovabili e sopra la traiettoria per centrare gli impegni europei per le emissioni, mentre sia il consumo di energia primaria che quello finale sono al di sotto della medie prevista dall’Ue.

L'accelerazione della decarbonizzazione dell'economia europea è stata possibile solo grazie alla rapida espansione delle energie rinnovabili, abbinata al ridotto utilizzo di combustibili fossili. Secondo le stime dell'EEA, «La quota di energie rinnovabili è cresciuta dal 10% nel 2005 a una stima del 24% del consumo energetico finale lordo dell'Ue entro il 2023. Inoltre, l'Ue è riuscita a continuare a ridurre il proprio consumo energetico: l'uso di energia primaria è diminuito del 19% dal 2005, mentre il consumo energetico finale ha registrato una riduzione dell'11% nello stesso arco di tempo, secondo le prime stime per il 2023». 

Lo sviluppo delle energie rinnovabili in Europa non sta procedendo in modo uniforme in tutti gli Stati membri. Le quote totali di energie rinnovabili dell'UE del 23% nel 2022 derivano da quote che vanno dal 13% in Irlanda e Malta al 66% in Svezia. Per valutare i progressi compiuti nel 2022, le quote RES (Renewable energy sources) di quest'anno possono essere confrontate con l'obiettivo intermedio delineato nel regolamento sulla governance (Ue 2018) che stabilisce un punto di riferimento intermedio per la traiettoria del 2022, richiedendo che il 18% della distanza tra il contributo del 2020 e del 2030 sia stato raggiunto quell'anno. Tenendo conto del precedente obiettivo RES dell'Ue del 32%, che era ancora valido nel 2022, l'Ue nel suo complesso ha raggiunto l'obiettivo intermedio del 2022, così come la maggior parte degli Stati membri. Tuttavia, per Italia, Austria, Belgio, Francia, Irlanda, Paesi Bassi, Romania, Slovenia e Spagna, il livello RES del 2022 era al di sotto del punto di riferimento). Per tre Stati membri (Austria, Francia e Irlanda), la quota RES del 2022 era al di sotto della loro baseline vincolante del 2020

Le riduzioni delle emissioni in Europa variano a seconda dei diversi settori economici:  nell'approvvigionamento energetico, le emissioni si sono dimezzate rispetto ai livelli del 2005. Anche l’industria  ha registrato riduzioni significative di oltre un terzo negli ultimi 20 anni,  grazie ai miglioramenti dei processi e all’incremento di efficienza. Questi due settori costituiscono la maggior parte dell'attuale Emissions Trading System (ETS) di scambio di quote di emissioni  e le loro riduzioni cumulative rendono raggiungibile l'obiettivo di riduzione delle emissioni per l'ETS entro il 2030. 

Ma la situazione è diversa per i settori coperti dall'Effort Sharing Regulation (ESR) che ha obiettivi di riduzione nazionali che includono principalmente le emissioni di edifici, trasporti, rifiuti e agricoltura.  Dal rapporto emerge che «Mentre il settore degli edifici ha ottenuto un'importante riduzione delle emissioni, con un calo di oltre il 30% dal 2005, i settori dei trasporti e dell'agricoltura hanno mostrato progressi più lenti. Questo indica la necessità di un passaggio a modalità di trasporto sostenibili e di implementare ulteriori misure per sbloccare il potenziale di riduzione delle emissioni e rimozione del carbonio del settore agricolo». 

Il rapporto EEA che annualmente fa il punto sui progressi dell'Ue sui suoi obiettivi energetici e climatici sottolinea che «Gli Stati membri dell'Ue dovranno mantenere questo tasso di progresso per raggiungere gli obiettivi climatici ed energetici dell'Europa. Allo stesso tempo, saranno necessari progressi sostenuti verso il 2030 e oltre». 

Infatti, come ricorda l’EEA, «La legge Ue sul clima stabilisce obiettivi ambiziosi per la riduzione delle emissioni di gas serra: una riduzione netta del 55% rispetto ai livelli del 1990 entro il 2030 e la neutralità climatica entro il 2050, per rispettare gli impegni europei nell'ambito dell'Accordo internazionale di Parigi. Questo obiettivo include gli assorbimenti netti dal cosiddetto settore dell'uso del suolo, del cambiamento dell'uso del suolo e della silvicoltura (LULUCF. L’Italia è il Paese Ue dove queste emissioni sono aumentate di più), nonché le emissioni derivanti dalle attività di trasporto aereo e marittimo internazionali regolamentate dalla legge Ue». Inoltre, la  Commissione europea ha raccomandato un obiettivo di riduzione netta del 90% per il 2040.

Sulla base delle sole misure climatiche esistenti segnalate, le proiezioni degli Stati membri prevedono una riduzione delle emissioni nette entro il 2030 a un livello del 43% inferiore ai livelli del 1990. Ma 22 Stati membri dell’Ue hanno presentato proiezioni aggiuntive che includono misure pianificate ma non ancora avviate. Il rapporto evidenzia che «Insieme, queste ridurrebbero le emissioni nette nell'Ue del 49% rispetto ai livelli del 1990 nel 2030, nell'ambito di applicazione della legge Ue sul clima». Gli aggiornamenti dei piani nazionali per l'energia e il clima, per i quali  diversi Stati membri devono ancora presentare i loro piani rivisti, sono un'opportunità per implementare misure aggiuntive per colmare il gap verso il raggiungimento dell'obiettivo. Una stima iniziale della Commissione europea dei piani presentati finora conferma un aumento del livello di ambizione collettiva e una riduzione del gap.

La direttrice esecutiva dell’EEA, Leena Ylä-Mononen ha però sottolineato che «Come ha rivelato il nostro  recente European climate risk assessment, l'impatto del cambiamento climatico sta accelerando. Questo non ci lascia altra scelta che rafforzare la nostra resilienza al cambiamento climatico e ridurre le emissioni di gas serra. Il Trends and Projections Report di quest'anno richiede un'azione completa in tutti i settori per raggiungere il nostro obiettivo comune di bilanciare le emissioni di gas serra e le rimozioni di carbonio entro i prossimi due decenni e mezzo».

Il rapporto dell'EEA conclude: «Per mantenere lo slancio verso la neutralità climatica saranno necessarie politiche chiare e prevedibili oltre il 2030, non da ultimo un accordo sull'obiettivo raccomandato di riduzione netta del 90% per il 2040 e la garanzia di investimenti sufficienti per l'economia a emissioni net zero del futuro. Per il 2040 e il 2050, le proiezioni esistenti rivelano un divario crescente tra le emissioni nazionali aggregate previste e gli obiettivi dell'Ue. Indicano inoltre l'importanza dello sviluppo continuo di nuove politiche e misure estese e ampliate per garantire che le riduzioni delle emissioni e le rimozioni di carbonio possano garantire la neutralità climatica in soli due decenni e mezzo».

Redazione Greenreport

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