Urban nature: oltre il 70% delle emissioni nocive per salute e clima viene dalle città
L’ottava edizione di “Urban Nature”, la festa della Natura in città promossa dal Wwf, con centinaia di appuntamenti in tutta Italia, fino al gran finale di sabato 28 e domenica 29 settembre in cui si terrà l’evento nazionale a Roma, vuole sensibilizzare i cittadini e i municipi alla presenza e al valore del verde in città, tutelarlo, incrementarlo, riscoprirlo.
Sono già oltre 100 le iniziative sul territorio dedicate al verde urbano organizzate nel fine settimana del 28 e 29 settembre dai volontari Wwf e dalle Associazioni Amiche di Urban Nature, che offrono un ampio ventaglio di attività per far scoprire la natura in città e la sua importanza per il benessere delle persone. Nel fine settimana del 28-29 settembre i volontari Wwf saranno presenti in 1.700 piazze e sarà possibile portare a casa una piantina di erica e sostenere i progetti per tutelare e aumentare il verde nelle città italiane. Con Urban Nature torna anche il contest dedicato alle scuole primarie, secondarie di I e II grado, statali e paritarie, a cui il Wwf, in collaborazione con CICAP, ha proposto di mettersi in gioco per il futuro sostenibile della propria città e tutelare la Natura. Con l’aiuto dell’approccio scientifico, gli studenti dovranno ideare azioni per salvaguardare e aumentare la “natura urbana”, sviluppando l’indagine e il pensiero critico, non soltanto nell’approccio alla scienza, ma come competenza trasversale a tutte le materie e alla vita di tutti i giorni.
Il Wwf sottolinea che «Per capire l’importanza del verde in città basta guardare ai dati più recenti. Secondo il Servizio europeo sul cambiamento climatico di Copernicus, il mondo ha appena vissuto l'estate più calda mai registrata sia a livello globale che europeo e agosto è stato anche il 13esimo mese su 14 in cui la temperatura media globale ha superato di 1,5° C i livelli preindustriali. La serie di temperature record a cui stiamo assistendo sta aumentando la probabilità che il 2024 sia confermato come l'anno più caldo di sempre. Questo ha impatti diretti sulla salute umana. Soprattutto dei più fragili. Il WWF ricorda che oltre il 4% della mortalità estiva nelle città europee è attribuibile alle isole di calore urbane, soprattutto nella fascia di età over 65. Solo nel 2023 il caldo ha causato più di 47 mila (47.690) decessi in Europa e l’Italia è tra i Paesi con i più alti effetti del calore sulla mortalità giornaliera. L’assenza di verde in città gioca un ruolo importante proprio nella creazione delle isole di calore: tra gli elementi che portano alla nascita di questo fenomeno c’è infatti la sproporzione tra materiali edili (come asfalto, cemento, metallo) e le aree verdi in città. Nelle aree urbane, all’aumento delle temperature si aggiungono i fenomeni meteorologici estremi, come le piogge intense, di fronte ai quali le città mostrano elevata vulnerabilità. Altro grande problema delle città è l’inquinamento dell’aria, particolarmente grave a causa dell’intensità dei trasporti, attività industriali e impianti di riscaldamento e raffreddamento».
Oggi, oltre il 70% delle emissioni nocive per il clima proviene dalle città e l’83% della popolazione urbana europea è esposta a livelli di inquinamento atmosferico dannosi per la salute, ma il Wwf evidenzia che le città possono anche trovare soluzioni a queste sfide: «A causa dall’eccessiva cementificazione, dell’inquinamento e del riscaldamento globale le città sono diventate hotspot critici a cui si richiede una trasformazione verde urgente per garantire benessere e qualità di vita agli oltre 4 miliardi di persone che, nel mondo, ci abitano. Ma il verde urbano è una efficace soluzione basata sulla natura (NBS-Nature Based Solutions), genera cioè un effetto positivo nel contrastare questi fenomeni poiché la presenza di piante in città riduce le temperature, previene e contiene i danni causati da inondazioni, mitiga i nubifragi improvvisi (volgarmente detti “bombe d’acqua”) e contribuisce a ripulire e disinquinare l’aria, rimuovendo fino al 20% del particolato emesso dal traffico, dall’edilizia e dalle industrie. L’esperienza di molte città nel mondo -come, ad esempio, la trasformazione di vecchie strade e spazi abbandonati a Medellín in "corridoi verdi" con alberi e piante, che ha diminuito la temperatura media nelle aree coinvolte di circa 2° C, contribuendo a migliorare il comfort termico e la qualità dell'aria- ha dimostrato come il verde urbano sia un essenziale strumento di adattamento agli effetti del cambiamento climatico. Naturalmente, la vera soluzione sia per crisi climatica, sia per l’inquinamento che uccide e fa ammalare, è quella di abbattere le emissioni climalteranti e quelle dannose per la salute umana: la natura però ci aiuta in modo formidabile ad attutire gli effetti di quanto abbiamo già riversato in atmosfera e dell’impatto del danno già provocato».
Eva Alessi, responsabile sostenibilità del Wwf Italia, sottolinea che «Per quel che riguarda l’inquinamento, un solo ettaro di foresta urbana può rimuovere mediamente 17 kg/anno di PM10 e 36 kg/ anno di ozono troposferico, quello presente negli strati dell’atmosfera in cui viviamo. Con Urban Nature, la nostra festa della natura in città, vogliamo diffondere il valore e la cura della natura in città per il benessere delle persone, rinnovando il modo di pensare e pianificare gli spazi, e favorendo azioni virtuose da parte di amministratori, comunità, cittadini, imprese, università e scuole per proteggere e incrementare la biodiversità nei sistemi urbani».