[25/05/2011] News toscana

Caccia in deroga al fringuello. Ecco perché la Toscana ha fatto ricorso al Tar contro il parere Ispra

L'assessiore alla caccia Salvadori agli ambientalisti: «Vogliamo solo conoscere la consistenza della specie»

Ieri Amici della Terra, Enpa, Lac, Lav, Legambiente, Lipu, No alla Caccia, Wwf hanno inviato una lettera al presidente della Regione Toscana, Enrico Rossi , accompagnata da una dura dichiarazione congiunta nella quale evidenziavano che «Il ricorso proposto dalla Regione Toscana al Tar del Lazio contro il parere dell'ISPRA per la caccia in deroga al fringuello è un atto senza precedenti e che disconosce non solo le numerose procedure d'infrazione aperte dalla Commissione Europea contro l'Italia ma soprattutto le pesanti condanne della Corte di Giustizia all'Italia per l'eccessivo e pessimamente gestito utilizzo dello strumento della deroga previsto dalla direttiva. Che addirittura a ricorrere contro l'autorità scientifica nazionale per strappare la caccia in deroga ai piccoli passeriformi sia un'amministrazione pubblica è qualcosa che va davvero oltre l'immaginabile, facendo temere l'abbandono di ogni buon senso».

«Il parere non favorevole dell'Ispra - continua la nota - circa la richiesta della Regione Toscana di far sparare in deroga ai fringuelli, piccoli passeriformi di pochi grammi e specie non cacciabile, si basa su solidissime motivazioni chieste proprio dalla Commissione Europea, che in assenza di dati scientifici attendibili (principio precauzionale) impone di non autorizzare alcuna deroga. La risposta "piccata" proposta dagli uffici caccia della regione con il ricorso al Tar è figlia dei peggiori fautori di caccia selvaggia ed è distante anni luce da un'amministrazione regionale con la storia di attenzione al territorio e ai beni comuni quale è la Toscana».

«Chiediamo dunque al Presidente Enrico Rossi di intervenire affinché, riportando nel solco del buon senso e del buon agire l'azione dell'amministrazione, venga prontamente ritirato il ricorso al Tar del Lazio, allontani coloro i quali letteralmente stanno ‘spingendo' la Sua regione verso caccia selvaggia, ricollocando così pienamente la Toscana tra i protagonisti in Italia della crescita culturale e amministrativa della protezione e conservazione del grande patrimonio naturale affidatoci in nome e per conto delle generazione future».

Oggi risponde l'assessore alla caccia Gianni Salvadori per cercare di fare chiarezza e ricostruire la cronologia degli eventi: «Nessuno in Toscana, tantomeno la Regione, sta invocando la caccia selvaggia, ma crediamo che sia pieno diritto di un ente pubblico, come la Regione, conoscere la consistenza di una specie. Questo è quello che abbiamo chiesto», dice Salvadori utilizzando argomenti che probabilmente faranno ulteriormente arrabbiare le associazioni che richiamano le normative europee sulla protezione degli uccelli.

L'assessore ricorda che «La Regione Toscana aveva chiesto all'Ispra (Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale), nei tempi e nei modi previsti, di esprimersi sulla consistenza numerica del fringuello e sulla cosiddetta "piccola quantità" prelevabile come da Direttiva dell'Unione Europea, nella parte che riguarda la caccia tradizionale agli uccelli. Ma questo non significa affatto che la Regione abbia intenzione di strappare la caccia in deroga ai piccoli passeriformi, come affermano in un documento inviato alla stampa le associazioni animaliste. Lo dimostrano i fatti tanto che negli ultimi sei anni la deroga al fringuello non è stata applicata in Toscana, a differenza di quanto avvenuto in altre regioni d'Italia».

L'assessore è convinto di aver sgombrato il campo dagli equivoci e solleva invece una questione di carattere istituzionale: «La Regione ha il pieno diritto di conoscere la consistenza della specie, così come l'Ispra ha il dovere di esprimere i pareri tecnico scientifici richiesti dalle regioni. Quando l'Ispra ha chiesto alle Regioni dati sulle consistenze degli ungulati, dei migratori, sul prelievo venatorio e su moltissime altre tematiche faunistiche, la Toscana ha sempre risposto e lo ha fatto tempestivamente».

Salvadori ricorda che «In passato anche l'Ispra si era comportata in maniera analoga. Fino al 2005 l'Ispra rispondeva alle Regioni che ne facevano richiesta fornendo la cosiddetta "piccola quantità" della specie fringuello e dichiarava prelevabili in Italia un certo numero di questi, peraltro abbondanti, migratori. E dato l'ottimo stato di conservazione della specie, la quantità che veniva prelevata è sempre stata compatibile con la conservazione della specie. Poi c'è stato un cambio di linea dell'Ispra. Dopo il 2005 l'istituto ha deciso di interrompere la sua funzione di consulenza a seguito di una pronuncia della Commissione Europea in merito al metodo di calcolo adottato dall'Istituto stesso. Pertanto l'Ispra non ha più fornito i dati sulla piccola quantità alle Regioni richiedenti. Ma è la stessa Comunità Europea a ribadire che questo compito deve essere svolto, quando afferma che "è responsabilità dello Stato membro determinare la piccola quantità sulla base delle migliori informazioni disponibili", consentendo quindi metodi alternativi di calcolo rispetto a quelli adottati in passato da Ispra».

Ed è qui che secondo l'assessore «Si origina il ricorso al Tar da parte della Toscana», che ha fatto arrabbiare diverse associazioni ambientaliste e animaliste. Per questo la Toscana ha deciso di ricorrere al Tar , «Chiedendo l'annullamento del parere dell'Ispra. Non vedo - ribadisce l'assessore - perché la Regione non debba conoscere la consistenza di questa specie e confermo che nessuno in Toscana sta invocando la caccia selvaggia. L'ampia maggioranza con la quale è stata approvata la nuova legge regionale in materia venatoria è la testimonianza del largo coinvolgimento di tutta la società civile. Tanta demagogia in casi come questo si potrebbero evitare».

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