[22/04/2011] News

Sondaggio Win-Gallup: meno della metà della popolazione mondiale favorevole al nucleare

Crollano i favorevoli in Giappone. Il 75% degli italiani nono vuole il nucleare

Il disastro nucleare in corso a Fukushima Daiichi ha smosso l'opinione pubblica mondiale e il nucleare ne esce molto ridimensionato. Probabilmente le ritirate dal fronte dell'atomo non si limiteranno solo all'indecorosa e furbesca fuga del governo italiano.

Un sondaggio mondiale effettuato dalla Win-Gallup, basato su interviste telefoniche a più di 34.000 persone di 47 Nazioni e Territori, ha rivelato un forte cambiamento di umore diffuso in tutto il pianeta e con punte altissime di contrari in alcuni Paesi, compresi Italia, Giappone, Germania e Svizzera.

Prima della catastrofe di Fukushima il 57% dei sondati si dichiarava favorevole al nucleare e il 32% contrario, oggi il 49% è ancora favorevole, ma gli oppositori aumentano dell'11% e raggiungono il 43%. I dati a livello globale sono ancora più impressionanti se si guarda al "Net Favor" che è sceso a livello mondiale dal 25% ad appena il 6%.

Il calo più forte del sostegno al nucleare è in Giappone, dove il Net Favor è sceso del 41%: dal 34% di prima del terremoto a meno del 7% odierno.

In Canada, Olanda e Romania, tre Paesi che hanno centrali nucleari e che vorrebbero costruire altre, i contrari al nucleare hanno superato i favorevoli. Cali di consenso molto forti anche in Arabia Saudita, Bangladesh, India, Egitto. Anche in Russia e Cina, dove parlare male del nucleare è un tabù nazionalista, il calo dei favorevoli è superiore al 10%, anche se la maggioranza è ancora favorevole all'energia atomica.

Dei 31 Paesi che hanno centrali nucleari 19 sono nel campione del sondaggio e tra questi in 4 Paesi la maggioranza non è più favorevole al nucleare (Giappone, Canada, Olanda e Romania); In 3 Paesi la  maggioranza a favore dell'energia nucleare si è fortemente assottigliata, con un calo del 10% (Cina, India e Russia); in 8 Paesi la maggioranza è a favore dell'energia, ma con cali di meno del 10% (Usa, Francia, Corea del sud, Pakistan, Bulgaria, Repubblica Ceca, Finlandia); In Paesi 4 i favorevoli all'energia nucleare erano già una minoranza che si è ridotta ulteriormente (Belgio, Germania, Svizzera e Brasile); solo in 2  Pesi nucleari, la Spagna ed il Sudafrica, il sostegno al nucleare è aumentato del  4%.

In tutti i Paesi del mondo il consenso al nucleare è in calo e solo in 4 Paesi è in aumento: oltre Spagna e  Sudafrica,   Azerbaigian (+3%) e Isole Fiji (+1%)

Il sondaggio rivela che il 75% degli italiani è contrario al nucleare, ma anche che la tragedia giapponese ha spostato poco: il 71% era già contro l'energia atomica prima, mentre solo 24% sono favorevoli e solo l'1% è indeciso. Inoltre il 60% degli italiani è preoccupato per il ''rischio prossimità'' con le centrali nucleari. Dati indiscutibili e probabilmente non "ribaltabili" nemmeno prima di Fukushima, che spiegano meglio di ogni altra ricostruzione il perché della furbesca manovra di sganciamento del governo da un'energia che registra una così alta ostilità solo in pochissimi Paesi. Le costose campagne pro-nucleare non sono evidentemente servite a nulla.

Un esperto della Win-Gallup International sottolinea che «L'energia nucleare aveva ottenuto il sostegno costante dell'opinione pubblica negli ultimi dieci anni e godeva di una comoda maggioranza favorevole del 57% a suo sostegno, mentre i suoi avversari erano molto indietro con il 32%. Ora che il divario si è colmato ed è diventato un testa a testa tra il 49% favorevole e il 43% che si oppone, il dibattito nucleare rischia di riscaldarsi. Lo tsunami avvenuto a Fukushima e il problema delle fughe sono ancora bollenti. E' probabile che quando le cose si saranno raffreddate i pro energia nucleare si sentiranno obbligati a promuovere il loro caso al fine di mitigare i danni al sostegno dell'opinione pubblica. Si tratta di una industria piena di risorse, oltre al fatto che può fare una forte campagna per essere più rispettosa dell'ambiente e una minore minaccia per il cambiamento climatico rispetto agli altri combustibili da fonti di energia fossili. D'altra parte gli oppositori dell'energia nucleare si concentreranno sempre più sui rischi per la sicurezza emersi a Fukushima, alimentando così il dibattito. Sarà interessante, per vedere come lo spostamento dell'opinione pubblica a livello mondiale sul nucleare (come evidenziato da questo sondaggio) finirà per colpire non solo i prezzi internazionali dei carburanti, ma anche mercato delle energie rinnovabili e il panorama energetico mondiale nel prossimo futuro».

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