[21/04/2011] News toscana

I problemi della zootecnia toscana

Oggi Coldiretti e l'associazione Allevatori Toscani hanno incontrato l'assessore Regionale all'Agricoltura, Gianni Salvadori (Nella foto), per esplicitare la crisi profonda in cui versa la zootecnia nella nostra Regione. «Aumento incontrollato dei costi dei mangimi, riduzione dell'assistenza tecnica agli allevamenti, obblighi insostenibili previsti dalla direttiva nitrati, scarsa valorizzazione delle produzioni e il continuo furto di valore e di immagine contribuiscono, ogni giorno, ad affondare la zootecnia toscana. Ad aggravare una già pesante lista- spiegano le associazioni- i mancati finanziamenti, passati da 65 a 0 milioni, all'interno del Decreto Milleproroghe, da destinare all'Associazione regionale degli allevatori (Ara) e alle attività di miglioramento genetico, prevenzione e garanzia di sicurezza alimentare».

La Coldiretti Toscana  apre quindi la "vertenza zootecnia" e chiede la revisione delle zone vulnerabili per la direttiva nitrati e modifiche rispetto all'introduzione dell'obbligo di indicare in etichetta la provenienza a partire dal latte e formaggi fino a carne e salumi derivati dai suini. Che il settore vada tutelato è fuor di dubbio specialmente dalla produzione di materie prime estere spacciate per nazionali, ma per quanto riguarda gli obblighi della direttiva nitrati ci vuole prudenza e non ci si può spacciare come "amici" dell'ambiente a fasi alterne a seconda degli interessi in  gioco. Il "caso nitrati" oggi ha assunto un profilo nazionale dopo che il presidente del Veneto Luca Zaia ha richiesto ai ministri dell'Ambiente, Stefania Prestigiacomo, e delle Politiche agricole, Saverio Romano, «un'immediata e esaustiva analisi relativa a tutte le reali fonti di inquinamento che influiscono sulla presenza di nitrati nel territorio della pianura Padana, fonti che non possono essere considerate tutte e solo come di origine zootecnica. Si tratta di una questione cruciale per la zootecnia nazionale e per i suoi allevamenti da carne e da latte, in particolare del Nord Italia». 

Secondo il governatore monitoraggi più recenti e maggiori approfondimenti hanno portato a ritenere come inadeguato e sproporzionato l'accollo, a carico delle sole imprese agricole, degli oneri amministrativi e gestionali previsto nei programmi di azione vigenti nelle aree vulnerabili. Che il settore agricolo non sia il solo responsabile dei nitrati presenti nell'ambiente e nelle acque in particolare è senza dubbio vero, ma è anche vero che del problema nitrati il settore agricolo non si è fatto completamente carico, gli imprenditori non ne conoscono la portata e anche in Toscana non sono stati attuati completamente i Piani di concimazione per la fertilizzazione e la gestione corretta degli effluenti di allevamento come prevede la direttiva nitrati nelle aree individuate come vulnerabili dalla regione. In questo modo si continuano ad esternalizzare i costi ambientali delle produzioni, sulla collettività.

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