[19/04/2011] News

Van Ypersele (Ipcc): «Notevoli conseguenze per turismo, coste e biodiversità per i cambiamenti climatici nel Mediterraneo»

LIVORNO Jean-Pascal van Ypersele (Nella foto), vice presidente dell'Intergovernmental panel on climate change (Ipcc) e professore di climatologia all'Université Catholique de Louvain, in Belgio, era a Malta per un meeting di tre giorni con il governo e il mondo scientifico di un'isola che non brilla certo per iniziative ambientali e in un'intervista al "The Malta Business Weekly" ha detto che «Il bacino del Mediterraneo è destinato a diventare in modo significativo più secco e più caldo in estate, a causa del cambiamento climatico, con notevoli ripercussioni sul turismo». Ci saranno anche conseguenze importanti per agricoltura, impianti idroelettrici, salute pubblica e un grave rischio di incendi boschivi e deforestazione. In mare a fare le spese del global warming e dell'acidificazione saranno soprattutto organismi marini come i coralli e le conchiglie e le specie che dipendono da loro». Secondo van Ypersele «Un aumento di 50 centimetri del livello del mare entro la fine di questo secolo, considerato il "range probabile", potrebbe far emigrare una parte significativa degli oltre 10 milioni di egiziani che vivono nel Delta del Nilo, la loro grande area agricola». Ma saranno soprattutto le isole del Mediterraneo come Malta che dovranno affrontare sfide enormi, soprattutto per quanto riguarda le aree costiere e la biodiversità.

Il vice presidente dell'Ipcc  ha detto che «Ci saranno cambiamenti significativi nel nostro modo di lavorare mentre stiamo preparando il quinto rapporto di valutazione, che sarà pubblicato a metà del 2014 e che fornirà la migliore base scientifica per ulteriori azioni da parte dei governi per prevenire e adattarsi al cambiamento climatico. A parte la revisione di una grande quantità di nuovi studi scientifici e di dati su tutti gli aspetti dei cambiamenti climatici e dei relativi percorsi tecnologici emergenti dal nostro ultimo rapporto, importanti climate modelling centres stanno attualmente lavorando ad una nuova famiglia di scenari attorno a quattro Representative Concentration Pathways (concentrazione dei livelli di gas serra in atmosfera) dal basso verso l'alto, rispettio al business as usual. Questi approcci comprendono anche ipotesi alternative sul futuro della politica climatica globale».

La conferenza Unfccc di Cancun ha confermato che bisogna limitare l'aumento della temperatura media globale ad un massimo di 2 gradi, anche se i Paesi in via di sviluppo più vulnerabili chiedono di arrivare al massimo a + 1,5 gradi, con una revisione del target attuale tra il 2013 e il 2015. Van Ypersele  ha confermato che il prossimo rapporto Ipcc  rifletterà e valuterà i risultati dei summit dell'Unfccc e proporrà le misure necessarie per conseguire quegli obiettivi «Che potrebbero comportare una riduzione ben più profondo e più rapido delle emissioni di gas serra rispetto a quelli attualmente in discussione neo negoziati delle Nazioni Unite» ma ha aggiunto che «Tuttavia, il mio ruolo nell'Ipcc non mi permette di commentare le posizioni prese da vari Paesi o la probabilità che i governi decidano in tempo le misure necessarie per combattere con successo i cambiamenti climatici».

Nella sua lezione all'università di Malta, intitolata «Cambiamenti climatici, sfida o opportunità?». van Ypersele ha sottolineato che il cambiamento climatico è una realtà: «Il 2010 è stato l'anno più caldo mai registrato. Il mondo ha bisogno di dimezzare rapidamente gli otto miliardi di tonnellate di carbonio immesse nell'atmosfera ogni anno, 1,6 miliardi a causa della deforestazione e 6,4 miliardi a causa della combustione dei combustibili fossili. La vegetazione e gli oceani, già riciclano quasi il 100% di quanto è possibile delle nostre emissioni, da soli ne assorbono circa 4,8 miliardi e la loro capacità di assorbimento di oggi è in declino a causa degli incipienti impatti dei cambiamenti climatici. Infatti, la stabilizzazione del riscaldamento del clima a meno di 2° C, dovrebbe implicare di verso le emissioni zero all'incirca prima del 2070. Qualcosa che nessuno cita nei negoziati in corso. Questa è una sfida enorme, ma può essere vinta, concentrandosi sulle grandi opportunità per ridurre le emissioni sia nelle nazioni sviluppate che in via di sviluppo. Le seconde ora rappresentano più della metà delle emissioni globali di anidride carbonica. Le proiezioni basate sulle tecnologie attualmente disponibili e in via di sviluppo, mostrano che entro il 2030 potrebbero essere ottenute riduzioni enormi in queste nazioni nelle costruzioni, seguite dall'industria, dall'agricoltura e dall'approvvigionamento energetico. Tuttavia, per aumentare le possibilità bisogna che aumenti il prezzo del carbonio, una scelta politica fondamentale. Solo poche persone faranno ciò che necessario per idealismo, ma in ogni caso iniziano ad agire se devono pagare».

Secondo van Ypersele l'efficienza energetica e le energie rinnovabili emergono come le migliori opzioni e le più promettenti tecnologie per ridurre le emissioni sia a medio termine entro il 2030 che a lungo termine entro il  2100,  ma non scarta definitivamente il nucleare, sia pure come opzione aggiuntiva: «Un risultato del disastro nucleare giapponese è che porterà a un aumento dei costi a causa di una più ampia gamma di caratteristiche di sicurezza che saranno richieste al  settore. Il fattore costi influenzerà senza dubbio le future scelte di politica energetica».

A maggio ed a novembre l'Ipcc pubblicherà due rapporti speciali: "Renewable Energy Sources and Climate Change Mitigation" e "Managing the Risks of Extreme Events and Disasters to Advance Climate Change Adaptation" che saranno presentati ufficaialmente alla Conferenza Unfccc di Durban a dicembre. Van Ypersele ha ammesso che i politici dicono che le informazioni dell'Ipcc non vengono presentate in modo tale (e "facile") per poter prendere decisioni e che l'Ipcc  «Potrebbe migliorare la sua comunicazione, tuttavia, la plenaria (dei governi) dell'Ipcc vuole mantenere il controllo su ciò che fa l'Ipcc e preferirei avere altri organismi per semplificare il messaggio dell'Ipcc».

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