[18/04/2011] News

Zanzare tigre e global warming in Trentino

L'Aedes albopictus alla conquista del nord

LIVORNO. Plos One ha pubblicato lo studio "Climatic Factors Driving Invasion of the Tiger Mosquito (Aedes albopictus) into New Areas of Trentino, Northern Italy" nel quale David Roiz, Markus Neteler, Cristina Castellani, Daniele Arnoldi, Annapaola Rizzoli, del dipartimento biodiversità ed ecologia molecolare della Fondazione Edmund Mach, il centro di ricerca e innovazione di  San Michele all'Adige, lanciano l'allarme sulla futura espansione della zanzara tigre in Trentino e quindi in tutta la fascia alpina italiana. 

«La zanzara tigre (Aedes albopictus) - si legge su Plos One - vettore di diverse malattie emergenti, si sta espandendo in latitudini più settentrionali e in alta quota nel nord Italia. Cambiamenti nel modello di distribuzione della zanzara tigre possono influenzare la potenziale diffusione di malattie infettive trasmesse da questa specie in Europa. Pertanto, la previsione della futura creazione di aree idonee per la diffusione è essenziale per la pianificazione della prevenzione precoce e per le strategie di controllo».

I ricercatori italiani sottolineano che «Per identificare le aree attualmente più adatte in provincia di Trento  per la presenza della zanzara tigre, abbiamo unito le osservazioni entomologiche sul campo con analisi dei dati della temperatura da satellite (Modis Land Surface Temperature: Lst) e i dati sulla popolazione umana».

I ricercatori per determinare le condizioni di soglia per la sopravvivenza delle uova e degli adulti svernanti di zanzara tigre, hanno utilizzato sia le temperature di gennaio che quelle  medie annuali e hanno dimostrato che una temperatura media a gennaio di zero gradi centigradi e di 11 gradi annuale sono le migliori per individuare le zone che potrebbero ospitare le nuove popolazioni di questa zanzara. «Infatti, la densità di popolazione umana e la distanza dagli insediamenti umani sembrano essere le variabili più importanti che riguardano la diffusione della zanzara in questa area. Infine, abbiamo valutato il futuro insediamento e diffusione di questa specie in relazione al previsto riscaldamento climatico, considerando lo scenario A2 per il 2050, statisticamente ridimensionato a livello regionale, nel quale le temperature invernali ed annuali aumentino rispettivamente di 1,5° C e  1° C».

In conclusione, dicono gli scienziati trentini, «I dati Modis satellite Lst sono stati utili per prevedere con precisione le potenziali aree di distribuzione della zanzara tigre e per aver rivelato i limiti dell'areale di questa specie nelle zone montane, previsioni che potrebbe essere estese su scala europea. Si dimostra che il trend osservato delle temperature in aumento a causa del cambiamento climatico potrebbe facilitare ulteriormente l'invasione di Ae. albopictus in nuove aree.

La zanzara tigre, è originaria delle foreste del sud-est asiatico, dove vivono tra gli alberi,  Anche se non vola più di mezzo chilometro, nel corso degli ultimi 30 anni questa specie invasiva è stata introdotta in America, nell'Indo-Pacifico e in Australia, così come in Europa e in 'Africa, attraverso le uova (che resistono alla siccità per diversi mesi), soprattutto con trasporti do pneumatici usati o di  Lucky Bamboo (Dracaena sp). Il privo ritrovamento di zanzara tigre in Italia è avvenuto a Genova nell'estate del 1990, mentre le prime popolazioni sono state trovate a Padova, probabilmente introdotte da pneumatici usati provenienti dagli Usa  La zanzara tigre si è successivamente diffuso in tutta la penisola, con popolazioni attualmente in quasi tutte le regioni d'Italia. Nella Provincia di Trento, questa specie è stata vista la prima volta nel 1996 in un deposito di pneumatici usati nei pressi di Rovereto, ora è presente nei comuni di Rovereto, Arco e Riva del Garda. Queste zanzare, oltre ad essere molto fastidiose, sono un vettore efficiente o di almeno 22 arbovirus, tra cui la dengue e il virus Chikungunya (nel 2007 in Emilia Romagna), che possono essere trasmessi anche dalle popolazioni europee. L'Aedes albopictus è considerata molto adattabile e si è dimostrata in grado di vivere sia nei  climi tropicali che in quelli temperati, con uova che sopravvivono anche ad inverni abbastanza freddi. Si tratta di una specie che colonizza principalmente aree urbane e suburbane, dove le zanzare femmine utilizzano spesso gli esseri umani come ospiti.

La ricerca sottolinea che «Pubblicazioni precedenti indicano che la distribuzione di Ae. albopictus è determinato da diverse variabili ambientali, come le temperature estive e invernali, le precipitazioni e il fotoperiodo. Le temperature medie di gennaio (JanT) nfluenzano il tasso di sopravvivenza delle uova deposte durante il periodo invernale, dal momento che un media JanT bassa porta ad una mortalità  mortalità delle uova significativi. Una temperatura dell'aria di 0 ° C è la soglia generalmente accettata per JanT media . Temperature medie annuali (AnnT media ) determinare le aree idonee per la sopravvivenza degli adulti, con 11 ° C come valore medio di soglia AnnT generalmente accettato. Oltre alla temperatura, le precipitazioni annuali sono un altro importante indicatore ecologico delle aree in cui le popolazioni di zanzare possono prosperare perché condizionano il mantenimento degli habitat larvali. 500 millimetri è il valore di soglia rilevante, ma la specie si trova anche in zone con minore precipitazione».

Per questo, mentre i modelli di precipitazione sono stati proposti come un fattore limitante nelle aree del Mediterraneo a causa della stagionalità delle precipitazioni, con una soglia minima suggerita di 60 giorni di pioggia, nelle aree oggetto dello studio in Trentino la piovosità annuale è di circa 1.100 mm e quindi non sono  un fattore limitante. Altri fattori ecologici e umani rilevanti per la distribuzione di zanzara tigre sono l'uso e la copertura del suolo il tipo di urbanizzazione e la densità di popolazione umana, tutti aspetti che possono influenzare sia la distribuzione che la densità delle popolazioni. Alcuni autori considerano altitudine ad essere un importante fattore limitante nella distribuzione di Ae. albopictus, che è stato rilevata ad altitudini fino a 600 m in Italia.

«I risultati - dicono i ricercatori -  suggeriscono che la zanzara tigre si sta diffondendo verso nord. C'è anche un potenziale rischio collegato ad alcune malattie trasmesse dalla zanzare si diffondano in nuove aree d'Europa. Tuttavia, dobbiamo distinguere tra una possibile diffusione della specie nell'ambiente delle Alpi e il rischio di trasmissione delle malattie, dato che la trasmissione delle malattie dipende anche dalla temperatura. Riteniamo che queste previsioni siano utili per lo sviluppo di piani per prevenire l'ulteriore diffusione e la proliferazione di questa zanzara. Applicata a livello europeo, tali misure, che consiste in un 'sistema di allerta precoce' (con l'uso di ovitraps) e le successive misure di controllo vettoriale, potrebbe essere molto efficace».

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