[13/04/2011] News

L'Ispra squarcia il velo e presenta il primo rapporto dedicato esclusivamente ai rifiuti speciali

LIVORNO. La notizia è una metanotizia. Per al prima volta in Italia infatti si dedica un evento esclusivamente ai rifiuti speciali. Lo ha fatto l'Ispra, l'istituto superiore per la protezione e la ricerca dell'ambiente, che oggi ha organizzato il convegno per la presentazione del primo rapporto sui Rifiuti speciali.

Nel merito va detto subito che i dati in realtà sono piuttosto vecchi - si parla del 2007 e del 2008 - e sono soprattutto poco indicativi vista la crisi globale che proprio nel 2008 ha scombussolato i mercati di tutto il mondo, ma come anticipato qui la notizia sta nel metodo: greenreport.it ricorda ad ogni occasione in Italia quando si parla di rifiuti ci si riferisce soltanto ai rifiuti urbani, ignorando gli speciali che invece sono 4 volte di più.

Per questo il rapporto presentato da Ispra costituisce un enorme passo avanti e anche il presidente Bernanrdo De Bernanrdis ha spiegato subito nelle sue comunicazioni che questi dati saranno aggiornati anno per anno, attraverso il Sistri e attraverso il catasto, e quindi acquisteranno valore ancora maggiore nella loro evoluzione storica.

Tra l'altro la seconda parte del convegno è stata tutta dedicata alla pianificazione dei rifiuti speciali, presentando le (pochissime in verità) buone pratiche messe in atto in Italia da province e aree vaste, come per esempio il modello realizzato a Modena, che costituirebbe un valido modello da seguire.

Nel merito e contestualizzando appunto la scarsa rilevanza temporale, il rapporto Ispra che valuteremo meglio nei prossimi giorni, evidenzia un leggero calo nella produzione dei rifiuti in italia tra il 2007 e il 2008: quasi 70 mila (-0,6%) le tonnellate in meno, però, di una crescita totale di rifiuti speciali di quasi 1,6 milioni di tonnellate (1,2%) per un totale di 138,7 milioni (rifiuti non pericolosi 72,4 milioni di tonnellate, pericolosi 11,3 milioni di tonnellate settore costruzioni e demolizioni 55 milioni)
Di questi, quelli complessivamente gestiti nel 2008 (non pericolosi 91,7% e pericolosi 8,3%) ammontavano ad oltre 143 milioni di tonnellate.

Il maggior contributo alla produzione di rifiuti pericolosi arriva dalle attività manifatturiere, con quasi 6,1 milioni di tonnellate (il 53,8% circa del totale dei rifiuti speciali pericolosi prodotti nel 2008), seguita dall'attività di "trattamento rifiuti" con il 19,9% e dalle attività di servizio, commercio e trasporti (19,1%). Nell'ambito delle attività manifatturiere il settore chimico si conferma il maggior produttore della categoria con una percentuale prossima al 69,8%, insieme all'industria metallurgica (19,6%).

Circa 1,9 milioni di tonnellate sono stati avviati a operazioni di recupero di materia, 9,4 milioni ad operazioni di smaltimento e 144 mila a recupero di energia. La forma di recupero di materia più diffusa, con oltre 788 mila tonnellate, è rappresentata dal "recupero di metalli" (R4), seguita dal
"recupero di sostanze organiche" R3 ( 322 mila tonnellate), "inorganiche" R5 ( 235 mila tonnellate) e dalla "rigenerazione dei solventi" R2 (168 mila tonnellate). Il trattamento chimico fisico (D9), con oltre 7 milioni di tonnellate, la discarica (694 mila) e l'incenerimento (445 mila) risultano le operazioni di smaltimento più utilizzate.

Per quanto riguarda invece i rifiuti non pericolosi (+1,3% rispetto al 2007), i responsabili dell'aumento in termini di produzione risultano i settori "Costruzioni e Demolizioni"(C&D) e "Attività Manifatturiere" che raggiungono rispettivamente al 44,7% e 34,4% circa del totale prodotto. Seguono le attività di trattamento dei rifiuti alle quali è attribuibile, con un valore di quasi 17,4 milioni di tonnellate, il 13,7% della produzione totale, mentre alle restanti attività, considerate nel loro insieme, il 7,2% circa. La forma prevalente di gestione del settore è rappresentata, anche in quest'ambito, dalle operazioni di recupero di materia (56,4% dei rifiuti speciali - pari ad un quantitativo di 73,9 milioni di tonnellate-), ma lo smaltimento in discarica, con oltre 16 milioni di tonnellate, è ancora molto diffuso.

Cresce del 22% rispetto al 2007, la quantità totale di rifiuti urbani e speciali esportata all'estero, raggiungendo un totale pari a oltre 2,4 milioni di tonnellate, di cui oltre 1 milione pericolosi e circa 1,4 milioni non pericolosi. La nazione che riceve il maggior quantitativo di rifiuti speciali (1,4 milioni di tonnellate) è la Germania; il quantitativo più significativo dei non pericolosi è costituito da "rifiuti urbani non differenziati", mentre per quelli pericolosi dai "rifiuti prodotti da impianti di trattamento dei rifiuti".
Il nostro Paese ha invece importato, sempre nel 2008, oltre 2,2 milioni di tonnellate, di cui circa 28 mila di rifiuti pericolosi. La maggiore quantità importata proviene dalla Germania, con circa 832 mila tonnellate, ed è costituita da rifiuti derivanti da attività di costruzione e demolizione .

Infine, il monitoraggio annuale dei veicoli fuori uso mostra che nel 2008, nonostante i significativi miglioramenti raggiunti in alcuni contesti territoriali, è ancora presente un numero elevato (oltre le 1.300 unità) di impianti di trattamento. I livelli di riciclaggio/recupero risultano soddisfacenti e in continua crescita rispetto agli anni precedenti. Nel dettaglio, la percentuale di reimpiego e riciclaggio raggiunge l'84,3% del peso medio del veicolo, superando, anche se con 2 anni di ritardo, il target dell'80% fissato nel 2003. Anche il recupero totale ( riciclaggio + quota avviata al recupero di energia), essendo pari all'87,1% del peso medio del veicolo, appare al di sopra dell'obiettivo (85%) previsto per il 2006.

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