[13/04/2011] News

Rinnovabili: l’industria ha fatto il punto, ma è ancora assente l’interlocutore governativo

FIRENZE. Nel corso del convegno "Le finanze, le regole, l'industria: cosa occorre perché le rinnovabili diventino sempre più una realtà economica", organizzato da Ises Italia (sezione della International solar energy society), è stato fatto il punto sulle prospettive relative alla finanza, alla policy e alla risposta dell'industria nazionale del settore delle rinnovabili per capire, dopo le recenti decisioni normative, quali siano le condizioni per raggiungere gli obiettivi a lungo termine concordati con l'Unione europea. Come ha riconosciuto lo stesso Emilio Cremona presidente del Gse (Gestore servizi energetici) «le rinnovabili sono fondamentali per il rilancio dell'industria nazionale».

Cento miliardi di euro è il fatturato complessivo delle aziende che hanno aderito al portale del Gse Corrente.it, 200.000 gli occupati nel comparto, sono alcuni dei numeri citati da Cremona che evidenziano le potenzialità del settore. Le cose potrebbero senza dubbio andare meglio (se gli sforzi fossero condotti tutti nella medesima direzione) e sussistono ancora ritardi rispetto al resto d'Europa come ha evidenziato il presidente di Ises Italia G.B. Zorzoli «Realizzando gli obiettivi del Piano di azione nazionale la domanda di gas al 2020 sarebbe del 21,8% inferiore e quella di gasolio del 22,5, con grande beneficio per la nostra sicurezza nazionale, ma creando problemi ad altri settori economici, che vanno affrontati a livello politico».

Ma intanto incombono problemi finanziari le cui cause sono state sviscerate da Paolo Tabarelli De Fatis di Ises Italia. «Il Decreto Romani è solo l'ultima delle azioni che hanno provocato momenti critici alle Fer: prima l'articolo 45 del DM 122, poi il Tica (Testo integrato connessioni attive), infine il Decreto che decide l'abbandono del sistema di CV, introduce un sistema regolatorio per gli impianti esistenti o completati entro il 2012 (di cui si conosceranno i termini tra 6 mesi) e istituisce un sistema di aste per gli impianti che saranno realizzati a partire dal 2013.

Questa situazione ha messo in stand by le banche straniere, in attesa di decreti attuativi, e fa procedere con circospezione quelle italiane, rallentando di fatto i flussi finanziari» ha concluso Tabarelli. Ma non tutto nasce per caso e c'è chi è convinto che dal 2008 in avanti, siamo di fronte ad un vero "attacco al settore" per metterlo in crisi, come sostiene Marco Pigni di Aper (Associazione produttori energia da fonti rinnovabili) che poi ha aggiunto: «Finché la grid parity non sarà raggiunta le rinnovabili avranno bisogno di un sistema di sostegno coerente con l'evoluzione tecnologica e con valori ben distinti per taglie e per fonti». Il comparto industriale intervenuto alla giornata di studio è convinto, all'unanimità, che è necessario non guardare alla singola tecnologia, ma al settore nel suo insieme. «Senza una vera vision dell'energia - ha detto Roberto Vigotti, vicepresidente Ises - l'Italia potrebbe perdere anche il suo fondamentale ruolo di ponte acquisito nel Mediterraneo, lasciandosi scappare un'occasione di rilancio industriale strategica per la nostra economia». Per affrontare nel merito i problemi emersi, la sezione italiana della International solar energy society ha chiesto che il Governo chiami ufficialmente attorno a un tavolo tutti i portatori di interesse, sia quelli a favore sia quelli contro le rinnovabili.

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