[11/04/2011] News

Ministero della scienza giapponese: «Livelli di radiazioni oltre i limiti fuori dall'area d'esclusione di 20 Km»

Il 55% degli sfollati teme un futuro radioattivo

LIVORNO. Il ministero della scienza del Giappone ha annunciato che la quantità di radiazioni accumulata in circa mezzo mese in alcune aree della prefettura di Fukushima ha superato il livello consentito per un anno intero.

Dal 23 marzo, il ministero ha misurato i livelli di radiazione in 15 punti al di fuori dell'area di evacuazione di 20 Km dalla centrale di Fukushima  Daiichi e in una sola area di Namie City, a circa 30 chilometri a nord-ovest dell'impianto,  si arriva a 14.480 microsieverts accumulati durante 17 giorni. Nel villaggio di Iitate  sono stati rilevati 8.440 microsieverts. In un altro punto ieri si raggiungevano i 6.430 microsieverts.

Quindi nel punto più contaminato il livello di esposizione degli esseri umani sarebbe 14 volte di più dei 1000 microsieverts che la International commission on radiological protection raccomanda come limite annuale.

Secondo il professor Kiyoshi Shizuma  dell'università di Hiroshima dice: «Crediamo che  la maggior parte della radiazioni  osservate a Fukushima siano dovute al  cesio radioattivo ricaduto al suolo» e consiglia agli abitanti delle aree contaminate di indossare le maschere per evitare di inalare sostanze radioattive mescolate con la polvere, sottolineando «La necessità di prelevare dei campioni sia di aria che di  terreno per analisi dettagliate, al fine di valutare eventuali effetti sulla salute umana».

Il 55% degli sfollati della prefettura di Fukushima intervistati in un sondaggio della rete televisiva Nhk hanno detto che la loro più grande preoccupazione è il futuro impatto della radiazione provenienti dalla centrale nucleare e che  sono frustrati per la mancanza di informazioni precise rispetto a quel che sta succedendo nell'impianto atomico  e per il futuro delle loro case. Il 36% è preoccupato per la prolungata permanenza in rifugi senza privacy e l'11% perché non si può muovere agevolmente senza la propria auto o per la carenza di benzina.

Un 43% degli intervistati si è detto preoccupato per i loro posti di lavoro e per il loro sostentamento in futuro, il 28% ha detto che si sta chiedendo come rendere sicuro il posto dove vivevano. La Nhk fa notare che «Tra  gli sfollati, sembra essere in crescita l'ansia per il loro futuro mentre la vita nei centri di accoglienza sta trascinando avanti».

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