[07/04/2011] News toscana

Rifiuti a Livorno. Per il 90% delle multinazionali sono una criticità

Ecco l'indagine di Confindustria

LIVORNO. Che nella provincia di Livorno (e non solo) la mancata realizzazione del ciclo integrato dei rifiuti sia una realtà con cui dover fare i conti, è cosa assodata. Che a dirlo, o comunque a ribadirlo, nero su bianco, fossero le multinazionali presenti nel nostro territorio, è una novità di questi giorni. L'occasione per fare il punto su come le aziende percepiscono il tema dello smaltimento dei rifiuti, è un'indagine realizzata da Confindustria che a 29 multinazionali ha chiesto, attraverso un questionario specifico, di esprimere  un parere sul tema. I dati sono piuttosto chiari e vanno a confermare quanto ancora deve essere fatto a favore del recupero di materia e energia, e più in generale, per la realizzazione di una corretta prassi gerarchica individuata nella catena minimizzazione, recupero di materia, recupero di energia, smaltimento controllato in discarica (come da direttive europee e a cascata dalle leggi nazionale e regionale).

La situazione descritta è piuttosto critica nel senso che il 90% delle imprese incontra "difficoltà a smaltire rifiuti di diverse tipologie spesso legate alla specificità delle rispettive produzioni". "A livello locale, la mancanza di impianti per il recupero o il riciclo di materia, si traduce in un fattore di incertezza per le aziende e naturalmente in costi aggiuntivi. Secondo fonti provinciali, risulta che negli ultimi 10 anni, "la quantità di rifiuti speciali inviati all'estero sia cresciuta con un aumento delle spese per le imprese", hanno spiegato da Confindustria. I settori che più risentono di  queste lacune sono, in modo indifferenziato, la chimica, la siderurgia, l'energia e la componentistica auto. «La soluzione deve essere trovata in una adeguata pianificazione e nel rispetto delle linee guida del piano interprovinciale di recente presentate a Livorno dall'assessore Fabio Nista. Gli obiettivi principali devono essere  l'alleggerimento delle discariche e la produzione di energia con i rifiuti. Secondo un nostro sondaggio interno che realizziamo ogni due anni, le imprese del nostro territorio producono una grande quantità di rifiuti che potrebbero essere sfruttati dai termovalorizzatori e che invece prendono altre strade», hanno spiegato da Confindustria.

Tornando ai dati dell'indagine, un altro dato significativo è il 14% degli intervistati che segnala un elevato costo della Tia. Secondo lo studio, "in alcuni casi, il costo di smaltimento dei rifiuti solidi urbani a Livorno risulta il più alto in Italia se confrontato con quello sostenuto dagli stabilimenti del medesimo gruppo". Infine, il 10% rileva difficoltà di fondo nelle modalità stabilite dalla legge per "lo smaltimento dei rifiuti che presenta vincoli molto più stringenti rispetto a quanto previsto dagli altri paesi europei". Ecco dunque che le imprese, chiedono "una pianificazione atta a identificare le ubicazioni e offrire ai potenziali investitori privati un quadro certo e garantito di esercizio dell'attività da Stato di diritto". Per il 52% delle imprese, infatti, "il costo di smaltimento dei rifiuti è uno dei principali fattori competitivi".

L'indagine con la quale Confindustria ha rilevato "le criticità che ostacolano la competitività delle multinazionali, ma anche dei fattori fondamentali per l'attrazione degli investimenti ed il consolidamento dell'industria nel nostro territorio", sarà presentata domani, alle ore 10.30 presso l'Auditorium di Castello Pasquini, nell'ambito del Forum "Le imprese multinazionali come leve di sviluppo del territorio".

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