[05/04/2011] News

Esa: perdita record di ozono sull’Artico

LIVORNO. Il satellite Envisat dell'Agenzia spaziale europea (Esa) ha misurato in marzo dei livelli minimi record di ozono sul settore euro-atlantico dell'emisfero settentrionale. I ricercatori stanno tentando di capire perché in questi due anni gli inverni artici siano stati così rigidi e se questi eventi, apparentemente casuali, siano invece statisticamente correlati al cambiamento climatico globale.

Mark Weber, dell'università di Brema, sottolinea che «Le misurazioni effettuate dagli strumenti Sciamachy, Mipas S e Gomos a bordo di Envisat stanno fornendo informazioni uniche sull'ozono, che aiuteranno i ricercatori a separare cambiamenti chimici e dinamici e ad identificare l'influenza del cambiamento climatico sulla stratosfera. È perciò essenziale che questi strumenti continuino ad effettuare tali misurazioni il più a lungo possibile».

L'Esa spiega che «Il record minimo è stato causato da venti insolitamente forti, noti come vortice polare, che hanno isolato la massa atmosferica sul Polo Nord, impedendole di mischiarsi con l'aria alle medie latitudini e generando, così, temperature molto basse. Durante il mese di marzo questa massa d'aria fredda, colpita dalla luce del sole, ha rilasciato, soprattutto nella parte più bassa della stratosfera, a circa 20 km dalla superficie, atomi di cloro e bromo, prodotti dei clorofluorocarburi (Cfc), che distruggono l'ozono. Lo strato atmosferico di ozono si trova a circa 25 km di altitudine e agisce da filtro solare, proteggendo gli organismi viventi sulla Terra dai nocivi raggi ultravioletti, che possono essere dannosi per la vita marina e aumentare il rischio di cancro della pelle».

Secondo l'Agenzia spaziale «Le temperature stratosferiche nell'Artico mostrano forti variazioni da inverno a inverno. L'ultima volta che si sono registrate temperature stratosferiche insolitamente basse sul Polo Nord è stato nel 1997».

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