[05/04/2011] News

Convention on nuclear safety dell’Iaea: la (in)sicurezza nucleare ai tempi di Fukushima

LIVORNO. E' iniziata ieri a Vienna, sotto la pesante cappa del disastro nucleare in corso nella centrale nucleare giapponese di Fukushima Daiichi, il quinto review meting della Convention on nuclear safety (Cns) dell'Intenational atomic energy agency (Iaea), che vede la partecipazione di 72 Paesi. 

Aprendo il meeting, il direttore generale dell'Iaea, il giapponese Yukiya Amano, ha sottolineato «La necessità di rivedere l'energia nucleare. La situazione a Fukushima Daiichi resta molto grave. La priorità immediata  consiste nel superare la crisi e nello stabilizzare i reattori, ma noi dobbiamo anche cominciare il processo di riflessione e valutazione». Secondo Amano «Bisogna fare di più per rafforzare la sicurezza delle centrali nucleari in tutto il mondo al fine che in futuro il rischio di un incidente sia considerevolmente ridotto».

Parole pesantissime visto che la sicurezza delle centrali fino ad ora non veniva messa in discussione se non come una "fissazione" degli ambientalisti e perché si ammette che il rischio di incidenti può essere ridotto ma non annullato, come invece ci dicevano anche i nostri governanti portandoci ad esempio le centrali giapponesi e francesi. I 10 giorni del meeting di Vienna rischiano di trasformarsi in una veglia ad un malato terminale, aspettando i bollettini medici che arrivano dalla guerra di trincea nucleare di Fukushima.

Amano, che viene direttamente da quella lobby nucleare giapponese colpevole del disastro di Fuikushima, però difende le ragione sociali della "ditta". Notando che diversi Paesi hanno annunciato le revisione dei loro progetti nucleari, ha detto che «I principali motivi che sono dietro all'interesse per l'energia nucleare non sono cambiati solo a causa dell'incidente. Si tratta soprattutto dell'aumento della domanda mondiale di energia così come delle preoccupazioni sul cambiamento climatico, la volatilità dei prezzi dei combustibili fossili e la sicurezza energetica».

Il direttore dell'Iaea ha annunciato che la High-level ministerial conference on nuclear safety dell'Iaea, prevista dal 20 al 24 giugno, discuterà di politica nucleare e problematiche tecniche, «Compreso il miglioramento della protezione delle centrali nucleari contro molteplici pericoli, la reazione a blackout di corrente prolungati, il miglioramento dell'alimentazione di emergenza e la protezione dei combustibili esausti in condizioni di incidenti». Verrebbe da dire che le falle del nucleare supersicuro sono un po' troppe...

Infatti, Amano ha chiesto alla comunità internazionale di «Migliorare le misure di sicurezza nucleare e più trasparenza dopo l'incidente della centrale nucleare di Fukushima Daiichi, in Giappone. L'inquietudine che sentono milioni di persone nel mondo di sapere se l'energia nucleare è o no sicura deve essere presa sul serio. L'adesione rigorosa a degli standard internazionali robusti ed alla trasparenza totale, in tempi normali come in tempi di crisi, è vitale per restaurare la fiducia dell'opinione pubblica nell'energia nucleare».

Lo tsunami giapponese ha terremotato il rinascimento nucleare planetario: alla fine del 2010, più di 60 Stati membri dell'Iaea avevano informato l'Agenzia Onu che stavano considerando l'introduzione di nuovi programmi nucleari (alcuni dei quali nati già "vecchi") e 29 Paesi avevano già deciso di estendere i loro programmi nucleari. Amano ha detto che «L'Iaea continuerà a lavorare con gli utilizzatori dell'energia  nucleare e i nuovi utilizzatori, al fine di garantire che l'energia nucleare sia utilizzata in maniera efficace, sicura e in sicurezza e che questo si faccia senza proliferazione di armi nucleari. Dopo l'incidente di Fukushima, raddoppieremo i nostri sforzi per aiutare i nuovi arrivati perché mettano in atto dei sistemi di sicurezza prima di avviare il primo reattore».

Chissà cosa avrà pensato di quello che ha detto Amano il presidente del Review meeting, Li Ganjie, capo della Chinese national nuclear safety administration, e i delegati degli altri Paesi che hanno sia centrali insicure ed un bel mucchio di armi atomiche? Oppure quei Paesi in via di sviluppo che vogliono costruire centrali già superate e che non nascondano ambizioni atomiche-militari?

La Conferenza Iaea fino al 14 aprile 2011 discuterà i rapporti sulla sicurezza nucleare che ogni parte contraente è tenuta a presentare. Tutti i Paesi che hanno centrali nucleari operative sono Contracting Parties della Cns La Cns è  entrata in vigore il 24 ottobre 1996, e puntava a migliorare la sicurezza nucleare. L'Iaea spiega che «I suoi obiettivi sono quelli di raggiungere e mantenere un elevato livello di sicurezza nucleare nel mondo, per mantenere difese efficaci negli impianti nucleari contro i potenziali rischi radiologici e prevenire gli incidenti che hanno conseguenze radiologiche. La Convention on nuclear safety è uno strumento di incentivazione. Essa non obbliga le parti a rispettare determinati standard di sicurezza, ma è, invece, basata sull'interesse comune a raggiungere livelli più elevati di sicurezza. L'Iaea è la depositaria  della Convenzione ed il suo ruolo è quello di fornire il segretariato per la convocazione dei Review meetings e la convocazione, la preparazione e la gestione di questi incontri, così come la trasmissione di informazioni rilevanti per le parti contraenti».

Forse ai tempi di Fukushima ci vorrebbe qualcosa di più stringente di una Convenzione sulla sicurezza nucleare senza standard internazionali obbligatori di sicurezza.

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