[04/04/2011] News

La Transocean, uno dei colpevoli della marea nera del Golfo del Messico, si divide bonus record

LIVORNO. La Transocean, la più grande multinazionale di trivellazioni petrolifere offshore (con sedi in Svizzera, Texas e isole Cayman), uno dei colpevoli del disastro della piattaforma Deepwater Horizon che un anno fa eruttò nel Golfo del Messico la più grande marea nera della storia Usa, 5 milioni di barili di petrolio (superati solo dallo sversamento intenzionale di 220 milioni di galloni di petrolio provocati dagli Usa durante la guerra dell'Iraq del 1991), ha dato i suoi top executive bonus per il "best year" in sicurezza dell'azienda.

L'esplosione e il naufragio della Deepwater Horizon, affittata proprio dalla Transocean alla Bp per trivellazioni esplorative, provocò la morte di 11 operai, nove dei quali della Transocean. Nel 2009, la company aveva bloccato fermato gli executive bonus, il 20% dei quali si basano sulle safe operations, a causa della morte di 4 lavoratori.

Frederic Hauge, presidente dell'associazione norvegese-russa Bellona, è scandalizzato: «Tutto questo è disgustoso. Dobbiamo ricordarci che c'è stata un'enorme fuoriuscita di petrolio e che gente è morta. Questi bonus rivelano che l'industria petrolifera è piena zeppa di pessime attitudini nei confronti della sicurezza e questo tipo di atteggiamenti aumenteranno il rischio di ulteriori incidenti».

La marea nera del pozzo di Macondo è proseguita nel Golfo del Messico per tre mesi, probabilmente a causa dello scoppio di un blowout preventer difettoso fornito da un'altra famigerata multinazionale: la Halliburton, ma anche perché la Bp non si è dimostrata assolutamente preparata ad un evento di questo tipo.

Ora, dopo aver inquinato di petrolio e di disperdenti altamente tossici come il Corexit, il mare, i fondali e le coste di quattro Stati Usa, fatto fuggire i turisti, paralizzato le economie locali e chiuso innumerevoli zone di pesca, la Transocean divide i bonus come se nulla fosse. Eppure una commissione presidenziale Usa ha concluso che l'esplosione era stata causata dai ritmi frenetici imposti all'equipaggio della Deepwater Horizon da parte di Bp e Transocean, per ridurre i costi fregandosene della sicurezza.

La Transocean spiega addirittura che c'è stato un calo del tasso di incidenti registrati e anche nella sua «potenziale gravità» quello del Golfo del Messico è solo un episodio, quindi non si vede perché i suoi massimi dirigenti non dovrebbero dividersi bonus enormi, visto che il 2010 è stato il miglior anno per la sicurezza della compagnia!

In una dichiarazione pubblicata dal Wall Street Journal la Transocean spiega: «Nonostante la tragica perdita di vite nel Golfo del Messico, abbiamo raggiunto un esemplare record statistico di sicurezza. Sulla base del tasso totale di incidenti e della loro gravità, abbiamo registrato il miglior anno in termini di prestazioni di sicurezza nella storia della nostra società». E il portavoce della Transocean aggiunge ipocritamente una preghiera per i lavoratori morti e le loro famiglie, mentre si avvicina l'anniversario del disastro della Deepwater Horizon.

Il Wall Street Journal spiega che la Transocean utilizza due criteri di sicurezza per calcolare gli execitive bonus: il tasso di incidenti tra i dipendenti ogni 200.000 ore di lavoro e la potenziale gravità di questi incidenti. Nel 2010, il tasso di incidenti è sceso del 4% rispetto al 2009 e il numero di incidenti potenzialmente gravi è calato di quasi il 15%.

Intanto la Transocean continua a sostenere che è solo la Bp la responsabile del più grande sversamento di petrolio in mare e la Bp risponde che la responsabilità e anche della Transocean. Un giochino che non piace affatto a Mark Lanier, un avvocato di Houston che rappresenta molte persone che aspettano ancora i rimborsi per i danni causati dalla marea nera, che disgustato per il ricco bonus che si sono divisi i capi della Transocean: «E' davvero una cosa molto pesante e sporca».

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