[30/03/2011] News

Aree marine e costiere protette: l'Argentina presenta un modello di gestione all'avanguardia

LIVORNO. L'Argentina ha fatto importanti passi in avanti nella protezione delle sue coste già a partire dagli anni '70. Attualmente esistono 43 Áreas protegidas costero marinas (Apcm) che proteggono alcune delle principali colonie riproduttive di uccelli marini: ad esempio il 50% delle colonie di pinguini di Magellano (Spheniscus magellanicus) e l'unico sito costiero riproduttivo del petrello gigante del Sud (Macronectes giganteus), si ti riproduttivi di mammiferi marini come gli elefanti marini e le balene franche australi.

Nonostante questi progressi, la protezione delle aree terrestri e degli habitat costieri marini non è però né equilibrata né sufficiente: meno dell'1% del mare argentino è protetto e le Apcm sono distribuite in modo disuguale tra le differenti bio-regioni marine.

Fundación Patagonia Natural spiega che «La superficie di terre costirere protette dalle Apcm (800.000 ettari) è simile a quella delle Zonas marinas protegidas (823.000 ettari) inoltre, la maggioranza è stata creata per proteggere i luoghi di riproduzione di uccelli e mammiferi marini, così come le zone di riproduzione, sosta e alimentazione degli uccelli migratori. A questo si aggiunge il fatto che queste aree non coprono completamente gli habitat dell'interfaccia terrestre-costiera e costiera-marina. Solo 16 delle 43 Apcm includono una porzione strettamente marina e solo 6 di queste proteggono una superficie maggiore a 10.000 ha. Inoltre, solo 6 Apcm sono state create con la finalità specifica di proteggere l'ambiente marino (come le Apcm del "complejo de las bahías Blanca, Falsa y Verde", Bahía San Blas, Puerto Lobos, Golfo San José, incluso nell'Apcm della Península Valdés, la bahía de San Julián, e il Parque Inter-jurisdiccional Marino Costero Patagonia Austral, nel nord del Golfo San Jorge). Questa sbilanciata rappresentazione di habitat e, a volte, gli insufficienti procedimenti operativi per la conservazione degli habitat marini nella costa argentina, costituiscono una delle barriere che impediscono la consolidazione di un sistema di gestione efficace e sostenibile delle Apcm nel Paese».

Per questo amministratori, ambientalisti e imprenditori si sono riuniti per stabilire, entro 4 anni la gestione congiunta delle aree protette della costa atlantica argentina con un programma per creare il Sistema interjurisdiccional de Áreas protegidas costero-marinas de Argentina Siapcm). La direzione di questo enorme progetto di gestione non sarà del governo ma della Fundación Patagonia Natural, con un finanziamento del Global environmental fund (Gef) e l'amministrazione del Programma Onu per lo sviluppo (Unpd).

«Le aree protette sono divise - spiega su Tierramérica il coordinatore del progetto, José María Musmeci - però l'idea è quella di metterle in rete e sviluppare una strategia di gestione che possa a tutti gli spazi costieri marini». Nei prossimi 4 anni un tavolo riunirà i governatori delle province di Buenos Aires, Chubut, Río Negro, Santa Cruz e Tierra del Fuego e i sindaci del municipi costieri e parteciperanno anche gli uffici ambiente, pesca, turismo e relazioni esterne del governo nazionale.

L'area costiera interessata comprende 25 città con più di 10.000 abitanti, con terminal portuali come Mar del Plata o Bahía Blanca, Buenos Aires, Puerto Madryn, Chubut e Ushuaia nella Tierra del Fuego.

Fundación Patagonia Natural spiega cosa è il Siapcm: «Il progressivo sviluppo delle attività umane sulla costa e nel mare presentano sfide s crescenti per l'uso sostenibile dell' ecosistema. Le riserve naturali istituite e il modo attuale di gestirle non risultano sufficienti di fronte alle pressioni con tendenze in aumento ente, come la crescita delle città, lo stabilimento di industrie, l'estrazione di idrocarburi, la pesca e il turismo. In questo senso, il Sistema interjurisdiccional de Áreas protegidas costero marinas cerca di facilitare lo sviluppo e l'adozione di nuovi standard di qualità per l'insieme delle aree protette costiere-marine , principalmente attraverso delle articolazioni di azioni di gestione integrate e coordinate tra le diverse giurisdizioni, tenendo conto del carattere interconnesso dell'ecosistema, dando in questa maniera dei vantaggi competitivi alla regione ed al Paese. L'obiettivo globale del Siapcm è quello di conservare la biodiversità costiero-marina dell'Argentina che è importante a livello mondiale. L'obiettivo del progetto è "sviluppare un quadro per una gestione effettiva e finanziariamente sostenibile del Sistema inter-jurisdiccional de Áreas protegidas costero-marinas (Siapcm) per la conservazione e l'uso sostenibile della biodiversità dell'Argentina". E' la chiave per raggiungere gli obiettivi del Proyecto la participación efectiva de la Nación y las Provincias fin dalla fase di avvio. In funzione di questo, l'iniziativa ha tre linee di lavoro principali: a) il rafforzamento delle disposizioni istituzionali e sociali legate alla gestione delle riserve naturali; b) il miglioramento dei meccanismi di finanziamento per assicurare la sua gestione a lungo termine; c) la selezione di aree protette dimostrative che potrebbero essere rafforzate, riprogettate o ampliate».

Queste buone intenzioni dovranno fare i conti con l'esistenza di enormi (ma in calo) stock commerciali di pesce come i merluzzi (Merluccius hubbsi), di calamari (Illex argentinus) o aragoste. Una ricchezza minacciata dallo sfruttamento petrolifero, dalla pesca,dal turismo e dall'inquinamento urbano ed industriale. L'estrazione del petrolio produce entrate annuali per 2 miliardi di dollari e rappresenta il 70% delle attività economiche basate sulle risorse naturali. Il 20% dell'economia costiera viene dalla pesca che esporta per 500 milioni di dollari all'anno, ma che è sempre più incontrollata. Dal turismo vengono 100 milioni di dollari all'anno (il 10% per l'economia) il solo avvistamenti della fauna porta in Argentina più di un milione di turisti stranieri all'anno. Tutti questi settori sfruttano le risorse naturali che si vogliono proteggere.

I rischi più grossi per l'ambiente costiero vengono dai rifiuti urbani e industriali e dalla contaminazione cronica del settore petrolifero. La ‘impresa cinese-argentina Pan American Energy, secondo produttore di idrocarburi e primo operatore costiero in Argentina, ha raccolto la sfida e da due anni sta collaborando con la Fundación Patagonia Natural per studiare l'impatto delle attività petrolifere e delle piattaforme offshore sui mammiferi marini e sugli habitat e lo stesso si appresta a fare il gruppo sudafricano Irvin & Johnson

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