[29/03/2011] News

Chi vince la corsa alle rinnovabili? Cina leader, Italia quarta (prima di Romani). Giappone: ricostruiremo con l'energia pulita

LIVORNO. La gara per l'energia pulita è in pieno svolgimento e un nuovo rapporto, "Who's Winning the Clean Energy Race? 2010 Edition" del Pew Clean Energy Program presenta i dati sui finanziamenti e gli investimenti in questo settore, analizzando i dati dei Paesi leader in questa economia sempre più competitiva, mettendo in fila gli Stati «Con chiare, coerenti e costruttive politiche energetiche pulite che stanno mandando avanti gli investimenti».
Nel 2010 gli investimenti nelle energie rinnovabili hanno raggiunto i 54,4 miliardi di dollari, una crescita del 39% rispetto al 2009.

In testa alla classifica della green energy c'è la Cina, la Germania ha superato al secondo posto gli Usa ed al quarto posto c'è la nostra sorprendente Italia prima del decreto taglia-rinnovabili Riomani-Berlusconi. Nel 2010 avevamo superato con un balzo Paesi come Brasile, Canada, Spagna, Francia, India, Giappone, Australia e il resto dell'Ue.

Il censimento del Pew Charitable Trusts indica una forte crescita a livello mondiale di solare, eolico e altre fonti energetiche rinnovabili, con la sola eccezione della Gran Bretagna, che ha visto un forte calo dopo l'insediamento del nuovo governo liberal-conservatore.

Phyllis Cuttino, direttore del Pew Clean Energy Program non ha dubbi (e così solleva dubbi sul futuro di quello che potrebbe essere l'effimero boom italiano) «Quello che credo, francamente, è che tutto si riduca alla politica. La Germania e la Cina hanno elevati standard di energia rinnovabile e, sicuramente nel caso della Germania, hanno anche una tariffa feed-in che davvero li hanno aiutati davvero». Insomma, senza incentivi l'energia verde non decolla. L'indagine segnalato con soddisfatta ammirazione «Un aumento più che doppio degli investimenti in energia pulita in Italia, che è salita al quarto posto assoluto, e in 'Australia, che si è classificata dodicesima».

Invece la Cina, che nel 2009 aveva superato gli Usa come leader dell'energia verde, sembra aver molto rallentato il suo ritmo di crescita. Però la Cina, che fa i conti con il suo triste e fresco primato di maggior inquinatore da CO2 del pianeta, produce quasi la metà delle turbine eoliche e dei pannelli solari del mondo.

In Germania gli investimenti nelle rinnovabili sono raddoppiati fino a 1, miliardi, portando il paese al secondo posto, grazie soprattutto al solare e all'eolico e al fotovoltaico diffuso.
Nonostante retrocedano al posto più basso del podio, gli Usa hanno avuto una crescita del 51% degli investimenti in clean energy e svolgono un ruolo di primo piano nell'innovazione e per i capitali investiti nelle energie rinnovabili, ma «Sono in ritardo nella produzione». La crescita delle rinnovabili nel Usa doivrebbe comunque continuare, anche se gli sforzi del presidente Barack Obama e del partito democratico per incentivare la clean energy e tagliare le emissioni di Co2 sono ormai stati seppelliti dalla maggioranza repubblicana in parlamento.

La situazione britannica potrebbe essere un esempio di quello che può aspettarsi la per una volta virtuosa Italia con le nuove politiche governative: 70% di diminuzione degli investimenti nell'energia pulita che l'ha portata fuori dalla top ten. I progetti eolici offshore sembrano bloccati dopo i tagli al bilancio dello Stato decisi dal primo ministro conservatore David Cameron.

Secondo Cuttino «Certamente la coalizione di governo ha dato agli investitori il segnale che le cose sono incerte e questo è il modo in cui gli investitori hanno reagito». Anche in Indonesia e Corea del sud (che avevano promesso cose eccezionali e beccato per questo premi e finanziamenti internazionali) hanno visto calare i loro investimenti nelle energie rinnovabili, ma secondo il rapporto le nuove politiche approvate dovrebbero consentire a questi due Paesi asiatici di risalire la classifica

Nel Giappone della catastrofe nucleare di Fukushima, dove l'energia pulita è rappresentata quasi esclusivamente dal solare, gli investimenti sono aumentati solo di un modesto 10%, ma Cuttino prevede «Una futura crescita , dato che la terza economia del mondo si è fissata obiettivi ambiziosi per il prossimo decennio». Anche la tragedia atomica in corso dovrebbe convincere il Giappone ad uscire dalla schiavitù dell'energia nucleare, proprio oggi il governo ha annunciato che la ricostruzione delle aree devastate dal terremoto/tsunami dell'11 marzo avverrà utilizzando solo energia pulita, ammettendo così per la prima volta che quella nucleare non lo è. Probabilmente Tokyo punterà allo sviluppo di importanti risorse di cui dispone in abbondanza, come il vento, la geotermia, scarsamente utilizzate, ma che hanno retto benissimo al terremoto.

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