[29/03/2011] News

Disastro nell’Atlantico. Il naufragio dell’Oliva e i pinguini salta rocce in riabilitazione

LIVORNO. Il 16 marzo a Spinners Point, un promontorio roccioso della  frastagliata costa nord di Nightingale Island, una dei frammenti di terra spersi nell'Atlantico meridionale che formano il remotissimo territorio di oltremare a britannico di  Tristan da Cunha, si è incagliata la nave maltese  Oliva. Tutti i membri dell'equipaggio sono stati tratti in salvo e nessuno prevedeva il disastro ambientale che poi è successo. Infatti l'Oliva è una nave portarinfuse  considerata sicurissima, varata nel 2009, da 75.300 tonnellate, lunga 225 m e larga  32, che navigava sulla rotta Brasile -  Singapore con un carico di semi di soia. Invece il 18 marzo il mare in tempesta ha spezzata la nave costringendo all'evacuazione del capitano greco e dei 21 filippini dell'equipaggio  e dallo scafo è cominciato ad uscire il carburante, subito il Tristan Conservation Team ha lanciato l'allarme per la sorte delle grandi colonie di uccelli marini in piena stagione di nidificazione e allevamento. L'isola sulla quale è naufragata la nave maltese è priva di  mammiferi terrestri ed è considerato uno dei più importanti habitat dell'avifauna selvatica del  mondo. Anche l'inaccessibile Gough Island potrebbe essere a  rischio  inquinamento da idrocarburi. I mezzi di soccorso sono addirittura arrivati dal Sudafrica dopo giorni di navigazione e il governo di Tristan è fortemente preoccupato per i possibili impatti sulla pesca  alle aragoste ed ai gamberi, che rappresenta la base dell'economia, e  ha inviato il  Tristan conservation department a cercare i tamponare il disastro con barriere galleggianti. Intanto ci si chiede anche quali effetti avrà sull'ambiente la soia che è finita in mare insieme alla nave ed agli idrocarburi.

A Tristan è arrivata anche la Royal society for the protection of birds (Rspb), allarmata per l'impatto degli idrocarburi sulle colonie dell'arcipelago di pinguini salta rocce settentrionali  (Eudiipes chrysocome moseley, una sottospecie di eudipe crestato che in diversi considerano una specie a parte), che rappresentano la metà della popolazione mondiale di questi uccelli marini, una delle specie di pinguini più minacciate del mondo. Il pericolo è grande, ma quello che la Rspb ha dovuto affrontare subito è stato lo sversamento in mare di 1500 tonnellate di greggio pesante, che ha formato una chiazza che si è estesa per 8 miglia intorno al relitto, un rischio enorme  per le decine di migliaia di coppie di pinguini che sono in nidificazione sull'isola .

Richard Cuthbert, un biologo della Rsbp che è stato a Nightingale Island è abbastanza allibito per il naufragio di una nave così moderna a pieno carico che va a sbattere su un'isola sperduta nell'oceano, ma soprattutto sottolinea che «Il destino di questo relitto potrebbe essere potenzialmente disastroso per la fauna selvatica e per l'economia della pesca su cui si basano queste isole remote di Tristan da Cunha,.. soprattutto Nightingale la vicina a  Middle Island, che ospitano  milioni di uccelli marini nidificanti e il 40% della popolazione mondiale dei pinguini salta rocce settentrionali in via di estinzione a  livello globale. Più di 200.000 pinguini sono attualmente sulle isole e questi uccelli saranno  pesantemente influenzati dalle perdite di petrolio. Se poi la nave fosse stata un rifugio ratti e se questi arrivassero a   terra, a  Nightingale si potrebbe verificare  una doppia catastrofe ambientale:  è una delle due grandi isole del gruppo di Tristan da Cunha  dove non ci sono roditori. Se ratti prendessero piede il loro impatto sarebbe devastante. Fortunatamente, il Tristan da Cunha Conservation Department ha già fatto un ottimo lavoro mettendo  trappole per i roditori in prossimità del relitto, con la speranza di intercettare i ratti se qualcuno di questi avesse raggiunto la terra»

Trevor Glass, il Tristan conservation officer della Rsbp ha lavorato senza sosta dal giorno dell'incidente e insieme al Tristan Conservation Team ha già ripulito dal petrolio centinaia di pinguini che hanno attraversato la chiazza tornando a riva.  Almeno 500 pinguini sono attualmente in riabilitazione in un capannone e in un terreno recintato e curati dagli isolani, che li stabilizzano con liquidi, vitamine e carbone vegetale per assorbire il petrolio che hanno ingerito. Una vera e propria  corsa contro il tempo per salvare questi uccelli in pericolo, altri 500 sono in attesa di essere portati a Tristan. Ma gli uccelli marini colpiti potrebbero essere circa 10.000.  .

Katrine Herian, che lavora per la Rsbp sull'isola, dice che «La priorità è quella di procurarsi il cibo in quanto gli uccelli sono molto affamati. Stiamo cercando di capire quale sia il pesce locale che mangiano abitualmente e alcuni hanno cominciato a cibarsi . Faremo tutto il possibile per ripulire più pinguini possibile  dopo questo disastro».

Una peschereccio locale è stato assoldato dalla Rspb unicamente per pescare pesci per i pinguini sporchi di petrolio. Gli uccelli vengono lavati solo dopo che sono stati stabilizzati e riscaldati, visto che i pinguini salta rocce rischiano di prendersi la polmonite. La piscina pubblica di Tristan è stata chiusa alla balneazione e svuotata dall'acqua clorata per essere parzialmente riempita di acqua di mare per ospitare i pinguini che hanno subito meno danni ed anche l'equipaggio dell'Oliva, che è ancora a Tristan, sta dando una mano alla costruzione di un impianto per gli il ricovero degli uccelli.

Sarah Sanders, dell'international division della Rsbp dice che «Ancora non posso credere che sia successo ed ho il sospetto che tutti gli impatti dello sversamento verranno alla luce nelle prossime settimane. A differenza di precedenti sversamenti di queste dimensioni, non è accaduto con un approccio graduale via mare in un'area di salvaguardia così vitale. Ha colpito proprio nel cuore della colonia di pinguini e per loro è devastante».

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