[28/03/2011] News toscana

I danni alla salute (e al portafogli) provocati dall'inquinamento luminoso

L’importanza di combatterlo per migliorare in salute, risparmio e sicurezza: un convegno a Livorno

LIVORNO. Spesso ma erroneamente l'inquinamento luminoso viene relegato alla condizione di inquinamento "minore", quasi trascurabile, una mania da astrofili. Provocato da "immissione di luce artificiale durante la notte nell'ambiente esterno, al di fuori degli spazi che è necessario illuminare, e che altera quindi lo stato naturale", in realtà causa significativi problemi per la nostra società sia sotto il profilo della salute, quanto del risparmio che della sicurezza, nonché della cultura.

Proprio questi sono gli ambiti passati in rassegna durante il convegno a tema, tenutosi presso il museo di Storia naturale del Mediterraneo di Livorno sabato 26 marzo: non una data casuale, dunque, ma in corrispondenza dell'Earth Hour, il più grande evento globale del Wwf, durante il quale milioni di persone si sono idealmente unite, spegnendo all'unisono le luci per un'ora, per testimoniare il loro impegno per un futuro più sostenibile.

Il seminario ha offerto gli interventi di un ricco panorama di esperti del settore, che hanno contribuito a chiarire le conseguenze negative dell'inquinamento luminoso, oltre ad illustrare le possibili vie d'uscita. Mentre i relatori si alternavano nelle loro esposizioni, i presenti hanno potuto apprezzare le dimensioni del fenomeno, a partire da quella economica: Susanna Ceccanti dell'Ealp, snocciolando come dei 198 Mtep del fabbisogno totale italiano d'energia il 26% si disperda prima dell'uso, e che l'Italia importa 40'000 Gwh/anno in energia, parte dall'assunto che un uso razionale di questa per l'illuminazione - pubblica e non - possa essere molto utile per diminuire sensibilmente i costi in bolletta.

Nelle parole di Marcello Demi, presidente del Wwf Toscana «Il cielo notturno è patrimonio di tutti, ed il danno arrecato dall'inquinamento luminoso è causato da sprechi, che ci rubano la notte, incrementano la nostra impronta ecologica ed accelerano i cambiamenti climatici: non ci sono necessità opposte da conciliare, ma solo sprechi da eliminare, dato che il 30% dell'illuminazione è sprecata nell'abbagliare il firmamento; come nel caso degli inefficientissimi lampioni "a palla", che pure tappezzano i marciapiedi di Livorno, con un'inutile irraggiamento della luce a 360°».

Nonostante ciò, non è possibile fare affidamento su una normativa nazionale in difesa da questo particolare tipo d'inquinamento, ma soltanto appellarsi a 17 diverse leggi regionali, dalla difficoltosa applicazione concreta; è per questo essenziale che siano gli astrofili ed i cittadini stessi a porsi in prima linea, che devono dedicarsi ad un'azione capillare di controllo del territorio, segnalando alle pubbliche autorità tutte le violazioni rilevate, come sottolineato da Mario Di Sora, presidente Uai.
E' dunque essenziale una corretta informazione in materia: come è necessario abolire alcuni pregiudizi, e tale è quello per cui ad una maggiore illuminazione pubblica corrisponda in automatico una maggiore sicurezza per i cittadini (oltre una certa soglia è anzi vero il contrario): è utile aumentare la consapevolezza sugli effetti negativi che l'inquinamento luminoso provoca direttamente sulla salute umana.

Lo psicologo Massimiliano Galastri spiega ad esempio come l'impatto principale di tale inquinamento sia «sul ciclo circadiano del nostro organismo, attraverso l'effetto che ha la luce sulla ghiandola pineale, che produce melatonina. L'essere umano è un organismo strutturato dalla natura in migliaia di anni di evoluzione, e non può considerarsi avulso dall'ambiente esterno in cui si muove; la melatonina è proprio uno strumento di questo dialogo. Una sua alterazione cronica, dovuta alla sovraesposizione alla luce artificiale, provoca nell'uomo disturbi del sonno, disordini metabolici (aumento del colesterolo, dell'ipertensione arteriosa, della probabilità di diabete), disturbi cardiovascolari, minor resa nei processi cognitivi, minore resistenza alla carcinogenesi ed alla proliferazione di cellule maligne in pazienti affetti da tumore al seno o al colon retto».
Ecco come una corretta igiene del ciclo circadiano non possa essere considerata come una semplice suppellettile per la salute dell'uomo.

Per difendersi dall'inquinamento luminoso è quindi essenziale sensibilizzare ed informare i cittadini sul tema, un compito dove le scuole possono svolgere un ruolo determinante. Durante l'evento sono stati illustrati i risultati del liceo scientifico F. Enriques, che ha condotto uno studio sul cielo di Capraia nell'ottobre 2010: i ragazzi in rappresentanza delle classi che hanno partecipato alla campagna osservativa, all'interno di un progetto per la salvaguardia delle specie isolane, hanno descritto la loro esperienza, che ha portato ad una stima della qualità della visibilità del cielo dell'isola, giungendo alla conclusione che da questa si possono osservare approssimativamente 2000 stelle.

Lasciando spazio alle prospettive future, anche l'Itis Galilei - nella veste dell'ex-vicepresidente Daniela Tecardi - ha comunicato l'intenzione di portare avanti un progetto contro l'inquinamento luminoso, facendo "adottare" ad alcune classi la nostra piazza della Repubblica, tracciandone il bilancio energetico attuale, per poi progettare proposte di adeguamento atte ad illuminare meglio e fornire maggiore sicurezza, nel modo più economico.

Torna all'archivio