[24/03/2011] News toscana

Bocciata la bozza per il Sin di Livorno

Bramerini: «Serve un'alternativa ai Sin»

LIVORNO. La proposta definitiva di accordo di programma per la bonifica dell'area Sin (Siti di Interesse Nazionale) che include gran parte dell'area portuale e industriale del sistema Livorno-Collesalvetti è stata rimandata al mittente. A darne notizia, nel corso della tavola rotonda sulle bonifiche organizzata da Confindustria che si è tenuta questo pomeriggio a Livorno, è stato l'assessore regionale all'Ambiente Anna Maria Bramerini (Nella foto). In una paginetta, il ministero dell'Ambiente, ha spiegato che la bozza inviata al dicastero nel mese di gennaio dagli enti locali, non può essere presa in considerazione per l'indeterminatezza dei costi dei progetti. Come dire: prima di firmare un accordo di programma, dobbiamo conoscere l'entità del danno. E per questo ha rispedito il documento in Regione. Salta quindi una firma che nelle intenzioni avrebbe dovuto stabilire un percorso unitario per la bonifica di tutta l'area e agevolare processi di reindustrializzazione.

La comunicazione ha gelato la platea di amministratori locali e di imprenditori riuniti alla Stazione Marittima anche se Bramerini ha poi precisato che «non si tratta di una bocciatura definitiva». «Continueremo a lavorare per rispondere alle osservazioni avanzate», ha dichiarato Bramerini anche se a tutti è sembrato chiaro che i tempi della bonifica si allontanano inesorabilmente.

La questione tempo, non sembra neanche l'unica sul tavolo. A illustrare in modo chiaro e diretto il punto di vista del ministero dello Sviluppo economico e le reali possibilità di finanziare gli interventi sui 51 Sin italiani, oggi, è arrivato Daniele Montecchio, dirigente del ministero. «In alcuni casi abbiamo osservato che il flusso di massa proveniente dalla falda dei sin, è un centesimo, a volte anche un millesimo, di quello prodotto da depuratori regolarmente autorizzati», ha spiegato Montecchio. Ecco allora che la discussione è sfociata sull'utilità dell'istituzione dei Sin e sulla loro gestione, o sarebbe meglio dire non gestione da parte del Governo centrale.

Bramerini ha ripercorso in estrema sintesi la storia dei Sin. «Quando nacquero, si pensava fossero un'opportunità e in molte aree e c'è stata quasi una corsa a farne parte. Oggi, sarebbe il momento di tirare le somme e ripensare una normativa che non funziona con progetti bloccati da anni. A questo punto c'è la necessità di aprire un tavolo e valutare, insieme alle altre regioni, di regionalizzare le competenze dei siti», ha dichiarato Bramerini. Un'idea motivata anche dalla cancellazione (negli ultimi mesi) delle risorse destinate al settore.  «Non sono qui per fare un cahiers di doleance, ma per dire che serve un'alternativa ai Sin» ha concluso l'assessore.

Torna all'archivio