[24/03/2011] News

Crisi atomica in Veneto

La Lega Nord con il centro-sinistra contro il nucleare e per il referendum

LIVORNO. Il comitato "Fermiamo il nucleare non serve all'Italia" canta giustamente vittoria: la frana della "pausa di riflessione" governativa è probabilmente iniziata nella più fedele delle regioni del nord-est. Con una maggioranza inedita formata da Lega Nord, Italia dei Valori, Partito Democratico e Federazione della Sinistra-Verdi il Consiglio regionale del Veneto ha approvato una mozione che dice "No al nucleare in Veneto".  L'unico gruppo a votare contro è stato quello del Pdl mentre l'Udc, ardentemente nuclearista a Roma, ha deciso prudentemente di non partecipare al voto e Unione Nord Est si è astenuta. Il documento approvato auspica «La più ampia partecipazione alla prossima consultazione referendaria» e impegna la Giunta di centro-destra del Veneto «Ad esprimere fin da ora parere negativo all'eventualità di un insediamento nella Regione Veneto di centrali nucleari, invitando il Governo della Repubblica a rispettare i pareri espressi dalle Regioni» La mozione impegna anche la giunta capeggiata dal leghista Zaia «A dichiarare l'indisponibilità ad ospitare nel territorio regionale centri anche temporanei, per lo stoccaggio, smaltimento o smistamento di scorie radioattive; ad elaborare un piano energetico regionale contenente forti programmi di investimento per lo sviluppo e la diffusione di tecnologie che utilizzino fondi di energia rinnovabili; a valutare l'istituzione di un congruo fondo per l'efficientizzazione energetica di edifici pubblici e privati che intendano conseguire l'inserimento nella classe energetica B o A di casa-clima; ad invitare i parlamentari veneti ad attivarsi per promuovere una modifica della legge 99 del 2009 che salvaguardi il diritto alla autodeterminazione anche in materia energetica previsto al titolo V della Costituzione indicato anche negli articoli 2 e 4 dell'attuale Statuto del Veneto».

E' infuriato con la Lega il capogruppo del Pdl Dario Bond: «Se si è governativi a Roma, lo si deve essere anche a Venezia. La Lega Nord non può continuare con questo atteggiamento propagandistico. E' anche una critica al governatore Zaia, la prima grande critica a Zaia da parte nostra. Vogliamo maggiore lealtà da parte dei nostri amici e colleghi di maggioranza. La loro politica sta diventando quella di cavalcare gli argomenti del giorno per prendere voti. Così non va bene. Questo atteggiamento ci impone una riflessione - continua Bond - Non è possibile che dopo un anno di legislatura insieme ci siano due modi così diversi di fare politica. Serve un confronto serio».  Per Bond è «Decisamente inopportuno approvare questa mozione proprio nel giorno in cui il Governo nazionale ha stabilito una moratoria di un anno nelle scelte nucleari. Si tratta di una brutta giornata per la maggioranza. Faremo anche noi così, svilupperemo una politica a geometria variabile a seconda delle situazioni; ci sentiremo liberi; se non ci sono regole, non ci sono per nessuno».  

Anche secondo il consigliere Pdl Giancarlo Conta  «La Lega farebbe bene a mettersi d'accordo sull'idea di sviluppo energetico che vuole per il nostro territorio. A Verona Tosi è d'accordo con l'ipotesi di un termovalorizzatore, a Treviso la partita invece è stata bloccata. In questo modo si lanciano messaggi contrastanti con il risultato di disorientare i cittadini».

A proposito di messaggi contraddittori, il Pdl veneto ha presentato una mozione, approvata all'unanimità dal Consiglio regionale sulle centrali nucleari ai confini della regione e il berlusconiano Nereo Neroni spiega che «Se vogliamo essere realisti dobbiamo guardare al di là dei nostri confini dove le centrali ci sono davvero. Nella mozione si fa espresso riferimento alla centrale di Krsko in Slovenia, periodicamente afflitta da problemi di sovraccarico. E' una struttura di seconda generazione nei confronti della quale l'attenzione deve rimanere elevata. E questo per salvaguardare il Veneto e i suoi cittadini». Ma il nucleare non era sicuro? E lo sa il Pdl che in quella centrale ci sono forti interessi italiani?

Al Pdl ha risposto il leghista  Federico Caner che si è detto dispiaciuto del fatto che «Il Pdl abbia interpretato il voto sulla mozione come un insulto alla coalizione da parte della Lega. Non è detto che per forza di cose le posizioni della maggioranza nel Veneto debbano essere schiacciate su quelle della maggiorana governativa nazionale. Su certi temi particolarmente delicati è giusto avere opinioni diverse. Una consultazione referendaria è un diritto del popolo».

Per Pietrangelo Pettenò, della Federazione della Sinistra-Verdi, «Il Consiglio regionale del Veneto ha approvato a grande maggioranza, con voto contrario del PdL, una mozione che esprime l'assoluta contrarietà alla realizzazione di Centrali Nucleari nel Veneto. Un voto importante, che vede la convergenza su un dispositivo che prevede la messa in discussione del decreto governativo che aveva aperto la strada al nucleare, con l'invito ai ministri e parlamentari veneti a lavorare per una modifica dello stesso, e che in modo esplicito sostiene la scadenza referendaria invitando la cittadinanza a partecipare al voto. La mozione, approvata con voto favorevole della Federazione della Sinistra, dell'Idv, del Pd e con il voto determinante della Lega Nord, rivendica la prerogativa delle Regioni ad esprimere un parere vincolante e invita il Governo a prenderne atto. Si tratta di un "piccolo terremoto" che segna, da una parte una profonda spaccatura della maggioranza di destra che governa il Veneto, dall'altro la presa di distanza sostanziale dalle posizioni assunte dal Presidente della Regione Veneto Zaia, che aveva sostenuto la scelta del Governo».

E' soddisfatto Lucio Tiozzo del Pd: «Finalmente abbiamo fatto uscire il Veneto dal tunnel delle ambiguità, soprattutto quelle di chi a Roma appoggiava decisioni di un certo tipo e nel Veneto predicava altre soluzioni. Lo sforzo del Pd di arrivare ad una parola definitiva sul no al nucleare ha avuto un esito positivo. Con un ampio consenso l'assemblea veneta condivide dunque l'idea che il nucleare sia una fonte energetica superata e questo vale sia per la nostra regione che in una visione su scala nazionale: non a caso viene auspicata l'ampia partecipazione al prossimo referendum e viene richiesto al governo di rispettare il parere delle Regioni, facendolo diventare vincolante. Ed altrettanto rilevante è il richiamo, che deve diventare impegno per il governo regionale, a puntare con decisione sullo sviluppo delle fonti alternative e sul risparmio energetico, ambiti che possono dare concrete chance di rilancio alle nostre piccole e medie imprese. Resta in ogni caso il dato politico di una maggioranza di centrodestra sfilacciata, con Lega e PdL collocati su fronti radicalmente opposti».

Esultano i consiglieri dell'Idv Gustavo Franchetto, Antonino Pipitone e Gennaro Marotta: «È una grande giornata per il Veneto ed i suoi cittadini. Un grandissimo risultato conseguito da IdV, perché la nostra mozione, che chiedeva di fermare il nucleare, ha trascinato le altre forze politiche. Infatti il documento approvato in aula recepisce in pieno i concetti della nostra proposta, con l'invito al governo a rispettare le volontà delle regioni. Il punto chiave, principale è però l'auspicio alla più ampia partecipazione al prossimo referendum contro il nucleare, promosso proprio da Italia dei Valori. In questa mozione è contenuto l'unico vero elemento che può fare la differenza, cioè la possibilità che avranno i cittadini di dire no al nucleare, votando il referendum per cui abbiamo raccolto 700mila firme. Il Consiglio regionale oggi, su questo tema, è finalmente entrato in sintonia con la gente veneta. Il fatto, inedito, che il Consiglio regionale del Veneto abbia approvato una mozione che valorizza il referendum IdV per dire no al nucleare ci fa sentire pienamente soddisfatti del risultato ottenuto, al di là di ogni aspettativa. Siamo davvero molto felici. Abbiamo lavorato tanto, visto che l'esito arriva dopo lunghe riunioni ed un paziente lavoro di tessitura, ma ne è valsa la pena».

Da registrare anche la singolare posizione di Mariangelo Foggiato di Unione Nord Est, che si è astenuto: «Votare contro il nucleare senza specificare quale tipo di nucleare (fissione dell'atomo o scissione) significa anche scientificamente mettersi anche contro l'energia solare». La non partecipazione al voto dell'Udc è stata motivata da Raffaele Grazia perché «La risoluzione conferma ancora una volta il comportamento contradditorio della Lega Nord e, soprattutto del presidente Zaia, in materia di nucleare».

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