[24/03/2011] News toscana

Bucci (Arpat) su nube radioattiva: «Ad oggi nessun rischio, i controlli sono quotidiani»

LIVORNO. La radioattività della nube proveniente dalle esplosioni della centrale giapponese di Fukushima che in queste ore dovrebbe attraversare anche l'Italia (sulla base di informazioni  reperibili presso organismi e istituzioni internazionali, come per esempio l'istituto di radioprotezione francese), molto probabilmente non sarà neppure misurabile in quanto le concentrazioni attese di radionculidi sono estremamente basse.

In ogni regione comunque il servizio di monitoraggio della radioattività - in realtà sempre attivo di default - è stato sollecitato a prestare la massima attenzione anche perché senza un'informazione chiara e trasparente il rischio è quello di creare ingiustificato allarmismo.

Da segnalare comunque che Ispra fa aggiornamento della situazione giapponese ma non c'è niente sulla radiosorveglianza in Italia. In pratica non c'è uno spazio nel sito dove si fa l'aggiornamento sulla base dei monitoraggi che fanno le agenzie regionali e quindi uno deve farsi il giro di tutte le agenzie per vedere come va la situazione.

Per capire come stanno le cose abbiamo quindi contattato. Silvia Bucci referente per il monitoraggio della radioattività di Arpat Toscana, che sul proprio sito aggiorna quotidianamente i livelli rilevati il giorno precedente.

«Ci attendiamo concentrazioni di radioattività estremamente basse sulla base dei dati pubblicati dall'Epa (l'ente di protezione ambientale degli Stati Uniti) sulle misure fatte in California tra il 18 e il 22 marzo. Le concentrazioni dei principali radionuclidi di interesse erano già così basse che noi abbiamo la convinzione che qui, essendosi ulteriormente diluite, sarà quasi impossibile misurarle».

Come funziona il monitoraggio della radioattività?

«Intanto bisogna distinguere due tipi di misurazione. Quella che facciamo quotidianamente  è relativa alla dose ambientale, che deriva  quasi esclusivamente da radioattività naturale e che varia considerevolmente in base al luogo:  in alcune aree granitiche e vulcaniche i valori possono essere anche 2 o 3 volte superiori alla media.  Ecco in queste misurazioni sono sicura che non vedremo alcuna variazione, in quanto l'aumento sarà impercettibile, anche mille volte inferiore all'unità di misura standard. 

Nel caso specifico però faremo anche delle misurazioni più sensibili, sul particolato atmosferico e sulla deposizione che potrebbe consentirci forse di evidenziare qualche traccia di variazione, comunque di molti ordine di grandezza inferiori a quelle che assorbiamo naturalmente».

Potrebbero esserci effetti sulla salute?

«No, non inciderà sulla nostra dose giornaliera e gli effetti sulla salute umana sono del tutto trascurabili. Anzi vorrei specificare che non è indicata alcuna misura precauzionale da prendere: quindi  non c'è alcuna necessità di restare al chiuso né tantomeno di avviare iodio profilassi, opportuna solo a livelli di esposizione molto alti. Ci chiamano anche dalle scuole preoccupati in questo periodo di gite: non c'è alcun motivo di rinunciare».

Le coltivazioni agricole potrebbe risentirne?

«Sulla base dei livelli attesi non ci aspettiamo alcun effetto sulle coltivazioni agricole: In ogni caso qualora dovessero essere misurati aumenti sensibili della radioattività in aria, saranno gli assessorati all'agricoltura e alla sanità  a valutare eventuali  iniziative precauzionali. In realtà credo sia stato sufficiente e anche doveroso  aver attivato subito da parte del ministero della salute, il controllo sull'importazione alimentare dal Giappone».

In conclusione possiamo stare tranquilli?

«Ad oggi possiamo stare assolutamente tranquilli perché le dosi di radioattività che potrebbero arrivare sono per noi irrilevanti. Un elemento di cautela invece va posto  sull'evolversi della situazione: l'emergenza non è finita e le fuoriuscite di gas dai reattori proseguono, per cui la vigilanza e il monitoraggio devono essere assidui».

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