[23/03/2011] News

Il governo approva il decreto per la Carbon capture and storage italiana

ROMA. Secondo il ministro dell'ambiente Stefania Prestigiacomo si tratta di un «Importante passo avanti per l'ambiente», ma probabilmente il decreto che definisce le norme per la cattura e lo stoccaggio della CO2 in Italia, approvato oggi in via preliminare dal Consiglio dei ministri, sarà occasione per nuove polemiche, visto che la Carbon capture and storage (Ccs) di CO2 è una tecnologia ancora utilizzata solo in pochi impianti pilota, fortemente criticata da associazioni come Greenpeace e osteggiata anche da Legambiente che la vede come un grimaldello per far passare il cosiddetto "carbone pulito" e per rinviare l'adeguamento ambientale della nostra industria. Va anche detto che una minoranza di associazioni ambientaliste, come ad esempio la norvegese-russa Bellona, dichiaratamente anti-nucleare e pro rinnovabili, appoggiano i progetti Ccs.

Un comunicato del ministero dell'ambiente spiega che «Si tratta, com'è noto, di un metodo che consente alle centrali che utilizzano  combustibili fossili, di "iniettare" la C02 nel sottosuolo in appositi siti, ed evitare di immettere nell'atmosfera anidride carbonica, contribuendo così all'impegno del nostro paese contro i cambiamenti climatici. La tecnologia CCS, "carbon capture e storage", è già in fase di sperimentazione in Italia nell'impianto Enel di Brindisi e richiede, in conformità con le normative europee un quadro legislativo di riferimento nella prospettiva di una sempre maggiore utilizzazione che potrebbe ridurre significativamente il nostro "debito" di CO2 e aiutarci a raggiungere gli obiettivi europei di riduzione delle emissioni (-20% al 2020)».

Ma secondo Greenpeace Iternational, che nel 2009 alla questione ha dedicato il dossier "False Hope". Why carbon capture and storage won't save the climate, «La "Carbon Capture and Storage (Ccs)" promette di ridurre l'impatto climatico dei combustibili fossili, catturando l'anidride carbonica (CO2) dalle ciminiere delle centrali e immagazzinandola sottoterra. Il suo futuro sviluppo viene ampiamente propagandato dall'industria del carbone per giustificare la costruzione di nuove centrali elettriche alimentate da questo combustibile. Tuttavia, la tecnologia è ampiamente sperimentale, e in ogni caso non sarà pronta in tempo per salvare il clima».

Per la Prestigiacomo quelle del Ccs non sono false speranze: «La normativa approvata oggi disegna un sistema autorizzativo lineare, per la scelta dei siti, l'esercizio, il trasporto e la dismissione,  in capo ai ministeri dello sviluppo economico e dell'ambiente e procedure che saranno gestite dal già esistente Comitato per Kyoto integrato da una segreteria tecnica per lo stoccaggio. Con questo atto il nostro sistema normativo fa un passato avanti recependo  una tecnologia ambientale che è ritenuta di grandissimo rilievo per lo sviluppo del sistema energetico».

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