[22/03/2011] News

Clima, i Repubblicani vogliono fare scienza per alzata di mano...

NAPOLI. Il 6 marzo scorso la maggioranza repubblicana al Congresso degli Stati Uniti ha presentato un disegno di legge, l'Energy Tax Prevention Act, per sottrarre all'EPA, l'Agenzia federale per la protezione dell'ambiente, il potere di regolare gli standard delle emissioni di gas serra. La notizia sembra di quelle minori. Ma ha almeno due caratteri di interesse generale.

Il primo riguarda la possibilità che gli Stati Uniti raggiungano l'obiettivo che si è dato Obama: entro il 2020 abbattere del 17% le emissioni di gas serra rispetto ai livelli del 2005. Molti analisti ritengono che senza un organo regolatore e, in particolare, senza l'EPA questo obiettivo non possa essere raggiunto. E che l'Energy Tax Prevention Act, la legge proposta dai Repubblicani, lascia campo libero alle grandi aziende che emettono anidride carbonica. Per questo il Presidente degli Stati Uniti ha ventilato l'ipotesi che, ove mai passasse, potrebbe esercitare il suo potere di veto.

Il secondo carattere di interesse generale è che per raggiungere un obiettivo politico - sottrarre all'EPA il potere di regolare le emissioni - la maggioranza del Congresso degli Stati Uniti ha messo in discussione il dato scientifico: la realtà dei cambiamenti climatici. In breve la storia è questa: all'EPA è stato riconosciuto il potere di regolare le emissioni perché l'Agenzia ha definito pericolosi per la salute pubblica i  cambiamenti del clima accelerati dalle attività antropiche. I Repubblicani con la legge mettono in dubbio che i cambiamenti climatici accelerati dall'uomo siano davvero in atto. E di conseguenza negano che l'EPA possa avere il potere di contrastarli, mettendo a rischio l'economia americana. Il dato di interesse generale - come rileva la rivista scientifica Nature in un suo editoriale di qualche giorno fa - è che con un voto politico si nega un dato scientifico. È come se il Congresso degli Stati Uniti si accingesse a votare a maggioranza che non è certo che la Terra ruoti intorno al Sole.

La preoccupazione della rivista inglese è che persino negli Stati Uniti - dove le istituzioni politiche hanno storicamente riconosciuto l'autonomia della ricerca - passi l'idea che si possa fare scienza per alzata di mano.

Ma c'è un preoccupazione anche più specifica. Che riguarda proprio la guerra aperta dai Repubblicani alla ricerca sui cambiamenti climatici. Nei giorni scorsi, per esempio, la maggioranza al Congresso ha proposto di tagliare di quasi il 50% - portandolo da 588 a 302 milioni -  il budget del Biological and Environmental Research (BER), l'ufficio che per conto del Department of Energy (DOE) si occupa, anche, della ricerca scientifica sul clima. Con un simile taglio la ricerca sul clima negli Usa è fortemente penalizzata. Anche in questo caso gli scienziati americani sono perplessi. I Repubblicani (o almeno molti tra loro) non vogliono un impegno americano che contrasti i cambiamenti climatici, perché temono conseguenze per l'economia. Per ottenere questo obiettivo da un lato negano, contro ogni evidenza scientifica, o che il problema esista o che ci siano sufficienti conoscenze per riconoscerlo; e dall'altro negano agli scienziati gli strumenti per aumentare le conoscenze.

Non vogliono il messaggio - ha dichiarato alla rivista Science il biologo Gary Stacey, direttore del BERAC, il consiglio scientifico del BER - e uccidono il messaggero.

Torna all'archivio