[18/03/2011] News

Il nucleare visto da uno capitato per caso

LIVORNO. Se avessi una laurea in ingegneria e volessi valutare il rischio delle centrali nucleari direi che il rischio R è il prodotto (moltiplicazione) di due fattori:

Probabilità del guasto  (P)

Gravità del guasto (G)

R = PXG

Non siamo nei livelli alti della matematica; siamo in seconda media all'incirca.

Nelle centrali nucleari la Probabilità del guasto è piccolissima, anche perché ogni volta che ne succede uno si fa in modo che non si possa più verificare nelle nuove centrali che si andranno a costruire. Solo che i guasti non stanno fermi mai. In Giappone avevano previsto una onda anomala di 6 metri ed è arrivata di 9.

Ma se tra 20 - 30 anni la situazione fosse tale che magari un gruppo terrorista ha in mano una testata convenzionale, un bombardiere ?

Oppure un tecnico qualificato impazzisce e si suicida come Sansone ?

Come si fa a prevederlo ora, 20-30 anni prima che possa succedere?

Quindi abbiamo una Probabilità bassissima ma imponderabile, legata a variabili solo in parte note. Brutta cosa per un ingegnere, lasciatelo dire a me che non lo sono.

Invece la Gravità può essere terribile, quindi sarà un moltiplicatore molto, molto alto.

 

Pensiamo quello che sta succedendo in Giappone dove oltre che ai danni già provocati il nucleare lascerà migliaia ? centinaia ? decine ?  di KM2 di territorio inutilizzabile e cioè farà un buco nel Giappone che durerà centinaia di anni e provocherà morti aggiuntive, deformazioni ecc. in misura ora non determinabile ma certamente anch'esso con durata pluridecennale. Senza contare il resto.

 

Moltiplicando una Probabilità bassa per una Gravità alta avremo un Rischio R discreto.

Certamente il più alto di tutte le tecnologie per la produzione di energia.

Nell'eolico è abbastanza probabile che si abbia un guasto in una turbina, ma la gravità sarà insignificante e quindi il rischio è bassissimo.

1.000 turbine eoliche, da 2,3 MW ciascuna, hanno la stessa produzione di energia di una centrale nucleare da 1.000 MW, hanno un livello di rischio migliaia di volte inferiore.

Lo stesso si può dire per le centrali a gas, mentre per il fotovoltaico il rischio si avvicina davvero a zero.

 

Se invece fossi un economista o un analista, e nemmeno questo sono, vorrei calcolare il costo dell'energia elettrica prodotta dalle centrali nucleari.

Il costo per KWh è dato dalla divisione dei costi complessivi rispetto ai KWh prodotti.

 

Una centrale nucleare è poco superiore, come capacità produttiva ad una grande centrale tradizionale, molto di più rispetto a singoli impianti da rinnovabili.

Ma è al numeratore che devo mettere davvero tutti i costi, sia per il nucleare sia per tutti gli altri tipi di impianti:


1) costi compensativi alle popolazioni interessate

2) interessi per le anticipazioni di capitale

3) costi di costruzione

4) costi di esercizio

5) costi di smantellamento

6) costi di smaltimento dei sotto-prodotti durante l'esercizio

7) svalutazioni immobiliari nel territorio circostante

8) costi assicurativi e legali

 

Tutti sanno che per il nucleare i costi qui elencati sono tutti altissimi, tanto da poter dire, da economista come non sono, che è l'energia elettrica più costosa del mondo.

Ma allora perché alcuni di quelli che hanno davvero le lauree appropriate, oppure sono Ministri, ci dicono il contrario e cioè che il nucleare è un affare imperdibile.

Semplicemente perché non mettono in conto molti dei costi elencati, tra cui quelli, enormi, di smantellamento della centrale e di messa in sicurezza dei sotto-prodotti.

Li scaricano sullo Stato, cioè sui cittadini.

Insomma si risparmia di bolletta elettrica (mica vero) ma aumentano le tasse.

 

Ma se si vuole la prova finale del ragionamento si noti che nessuna società privata, in nessun Paese del mondo, pensa di costruire centrali nucleari.

Lo pensano alcuni Governi e per questo spendono denaro pubblico, lasciando ai privati la realizzazione dei profitti che derivano dalla pubblicizzazione di alcuni costi importanti.

 

Ma tutto questo lo direi se fossi un economista.

Ma siccome ora vedo che ingegneri ed economisti parlano di "emotività" e di "razionalità" come fossero psicologi, io che sono un normale cittadino mi sono provato a fare l'ingegnere e l'economista.

Piangendo i morti in Giappone, quelli già sepolti e quelli che ancora camminano, come fossi un uomo.

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