[14/03/2011] News

Nucleare, gli ambientalisti: «L’Agenzia per la sicurezza del nucleare italiana si dimetta»

ROMA: «L'Agenzia per la sicurezza del nucleare italiana nega la gravità dell'incidente nucleare in Giappone - dicono Legambiente, Greenpeace e Wwf - Non si può arbitrare una partita, essendo ultrà di una delle squadre. Chiediamo le dimissioni dei componenti dell'Agenzia per la sicurezza nucleare».

Gli ambientalisti partono all'attacco dei minimizzatori del disastro nucleare giapponese e scelgono il bersaglio grosso: i componenti dell'Agenzia per la sicurezza nucleare di fronte. «Mentre l'Istituto francese di radioprotezione e di sicurezza nucleare ha ammesso fin da subito la gravità dell'esplosione nucleare in Giappone, dichiarandosi allarmato, l'Agenzia per la sicurezza italiana si è preoccupata solo di fare propaganda politica, negando addirittura la gravità dell'incidente - dicono le tre più importanti associazioni ambientaliste italiane - E' il caso del presidente dell'Agenzia Veronesi che dichiara "sicure" le centrali e attribuisce le critiche all'atomo "ad un'ideologia antinuclearista che si basa su dati falsi' o del commissario dell'Agenzia, Marco Ricotti, secondo cui non è successo niente e questo incidente non è una nuova Chernobyl.  Ovviamente tutti speriamo che l'incidente non abbia la gravità del precedente in Ucraina, ma le dichiarazioni volte a sottacere e minimizzare quanto sta avvenendo sono da irresponsabili. Non possiamo fidarci, quindi, di chi gestisce la sicurezza nucleare e si occupa della tutela della salute pubblica, non riconoscendo la pericolosità dell'atomo e disinformando i cittadini. Non si può, infatti, arbitrare una partita, parteggiando per una delle squadre in campo. E' per questo che chiediamo le dimissioni dei membri dell'Agenzia, per far sì che possano occuparsi liberamente della campagna filonuclearista, lasciando gli incarichi istituzionali a chi realmente possa  svolgerli realmente nell'interesse pubblico». 

Secondo Nichi Vendola di Sel  «Quello che sta accadendo di apocalittico, di catastrofico in Giappone in queste ore, è qualcosa che turba la coscienza del mondo, che addolora tutti noi e che ci fa sentire una grande inquietudine. Io chiedo che il governo nazionale per senso del decoro e per il principio della realtà, ritiri immediatamente la propria opzione nuclearista e torni a discutere con le regioni, ma anche con il mondo accademico, con l'intelletualità e con l'ambientalismo, di quale modello di politica energetica dobbiamo adottare. Il nucleare oggi vede ferito a morte un ingrediente fondamentale della sua narrazione, la leggenda della sua sicurezza. Quel fumo radioattivo è un'ipoteca drammatica non solo per quei territori del Giappone, ma anche per tutta la specie umana sul pianeta. Chiedo con forza che il governo e il parlamento blocchino l'opzione nuclearista nel nostro Paese. Credo che il referendum che si svolgerà anche sul nucleare dovrebbe essere svuotato di significato. Spero cioè che prima di arrivare al referendum il governo possa dire basta, ci abbiamo provato ma l'opzione nucleare è stata falsificata dalle vicende della storia del mondo».

La dimissioni di Ricotti erano già state chieste dai senatori ecodem Roberto Della Seta e Francesco Ferrante: «Con le sue dichiarazioni in cui teorizza che a Fukushima non è successo niente, dimostra di non essere all'altezza del suo compito di garante della sicurezza nucleare: per questo deve dimettersi immediatamente da membro dell'Agenzia, così potrà fare il propagandista dell'atomo senza venire meno ai suoi obblighi istituzionali. Nei Paesi dove si utilizza l'energia nucleare le agenzie di sicurezza sono appunto "terze" come dimostrano quelle francese, inglese e finlandese che hanno chiesto chiarimenti tecnici ad Areva sull'Epr e sulla sicurezza dello stesso. Che nella centrale giapponese sia avvenuto qualcosa di molto grave è evidente: il governo giapponese stesso ha parlato di possibili rischi di processo di fusione anche in un secondo reattore della centrale Fukushima. E' giusto evitare allarmismi gratuiti, ma non si può fare finta di niente e soprattutto è inaccettabile lo sciacallaggio alla rovescia di troppi filonucleari italiani che senza nessuna cognizione o informazione si affannano a tranquillizzare l'opinione pubblica. Fino a ieri ci hanno raccontato che Cernobyl era un evento irripetibile, oggi ci dicono che a Fukushima, con centinaia di migliaia di persone evacuate, è tutto sotto controllo. Davvero uno spettacolo indecoroso».

Il portavoce dell'Idv, Massimo Donadi, sottolinea: «"Non sarà una nuova Chernobyl" dicono le autorità giapponesi. Speriamo. Tutto il mondo se lo augura perché un disastro nucleare di quelle proporzioni avrebbe conseguenze drammatiche per tutto il pianeta. Il governo nipponico ed i vertici della Tepco, la società che gestisce gli impianti nucleari di Fukushima, cercano di tranquillizzare la popolazione. Intanto, però, la flotta statunitense che doveva portare aiuti si allontana dalle coste perché i livelli di radioattività sono alti. E il ministro dell'industria francese Eric Besson parla di possibile tragedia. Il mondo si ritrova oggi a fare i conti con l'incubo nucleare, come ai tempi della guerra fredda, quando più volte Usa e Urss si trovarono sull'orlo del conflitto atomico. Altri tempi, stessa paura. Il sisma in Giappone non è, purtroppo, un caso isolato».

Donadi fa poi una lista degli incidenti più seri verificatisi sinora, almeno di quelli noti: 12 dicembre 1952: Chalk River di Ottawa, Canada. Il primo incidente nucleare serio a un reattore, con la parziale fusione del nucleo, che tuttavia non causa vittime; 30 settembre 1957: Mayak, Monti Urali (ex-Urss). E' il secondo incidente più grave nella storia, causa 200 morti e contamina 90 km quadrati. 10mila persone vengono evacuate mentre migliaia di km quadrati sono esposti alle radiazioni; 28 marzo 1979: Three Mile Island ad Harrisburg, in Pennsyilvania. E' il più grave avvenuto negli Stati Uniti. Il surriscaldamento di un reattore provoca la parziale fusione del nucleo e la creazione di una nube radioattiva di 30 km quadrati: migliaia di abitanti vengono evacuati; 8 marzo 1981: Tsuruga, Giappone. Una fuga di residui radioattivi contamina 280 persone, ma la notizia viene resa nota dalle autorità sei settimane dopo; 26 aprile 1986: Chernobyl, Ucraina. Il surriscaldamento provoca la fusione del nucleo del reattore e l'esplosione del contenimento. Si forma un nube radioattiva che investe l'area raggiungendo l'Europa. Centinaia di migliaia di persone vengono esposte a radiazioni ed evacuate dai territori contaminati. Ancora oggi non è conosciuto l'esatto numero dei morti. L'Onu stima una cifra di 9.000 morti di cancro: per Greenpeace il cancro e altre malattie causate dalle radiazioni avrebbero ucciso, nel corso degli anni, almeno 200.000 persone; 30 settembre 1999: Tokaimura, Giappone. Una fuga di uranio dalla centrale provoca la morte di due operai e la contaminazione di altre 438 persone; 9 agosto 2004: Mihama, Giappone. Una fuga di vapore ad alta pressione nella sala delle turbine del reattore provoca la morte di 5 operai, altri sette lavoratori vengono ricoverati in gravissime condizioni; 16 luglio 2007: Kashiwazaki, Giappone. La centrale viene chiusa in seguito ai danneggiamenti provocati da un terremoto; 23 luglio 2008, Tricastin, Francia. Contaminati 100 operai, irradiati da cobalto 58 a causa di una perdita del reattore numero 4.

«Questi sono i fatti - dice Donadi -  Dopo Fukushima, sarebbe il caso che la politica italiana si occupasse, tra un processo e l'altro di Berlusconi, anche di altre cose, magari serie. Tra un po' ci saranno i referendum, tra cui quello sul nucleare. Ma ancora non se ne parla,  i media di regime oscurano l'appuntamento. Si deve aprire un dibattito serio sul piano nucleare del governo e la campagna d'informazione per il referendum deve essere ampia e seria. Qualcuno ci dovrà spiegare quali sono le garanzie di sicurezza per le centrali nucleari in un paese a forte rischio sismico come l'Italia, dove queste centrali saranno realizzate, a quali costi, come si pensa di smaltire le scorie (questo lo sappiamo: in nessun modo perché non esiste ancora soluzione). Al posto della solita soffocante cappa di silenzio è necessario parlare, e molto, dell'argomento, perché è in gioco il futuro dell'Italia».                                                        

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