[08/03/2011] News

Il Taj Mahal in pericolo per siccità, inquinamento e speculazione

LIVORNO. L'allarme è stato lanciato il 5 marzo dall'agenzia stampa indiana Ians «Fino a poco tempo fa era una semplice congettura, ma ora lo stress e le distorsioni fisiche sulla superficie di marmo stanno cominciando a confermare ciò di cui tutti hanno paura: il Taj Mahal è in reale pericolo per la siccità e l'inquinamento». Quello che è probabilmente il più famoso monumento indiano, una delle meraviglie del mondo, non sembra messo affatto bene. L'Archeological survey of India (Asi) ha per molto tempo minimizzato i segnali di pericolo che erano attribuiti all'inquinamento del fiume Yamuna. Ma R. Nath, che ha scritto un libro uscito di recente che spiega nei dettagli i rischi che corre questa attrazione turistica, dice alla Ians: «E' semplice, normale e logico pensare che il Taj Mahal non potrà rimanere in buona salute per molto tempo se la forza che lo sostiene, il fiume Yamuna, è in cattive condizioni».

L'Asi viene accusato di aver tenute nascoste le condizioni del monumento perché ha impedito l'accesso ad ogni agenzia indipendente alle enormi fondamenta della struttura e i sospetti aumentano perché i suoi funzionari si rifiutano di rispondere alle domande dei giornalisti sullo stato della fondazione del Taj. Comunque un alto papavero dell'Asi, che ha preteso l'anonimato, ha detto alla Ians che sono state trovate lesioni nelle fondamenta del mausoleo:«Le crepe non erano piccole erano grandi». Raman, un membro del Supreme Court monitoring committee, ha detto: «Ho sentito voci circa formicai e colonie di termiti nel basamento o del Taj Mahal».

Quel che fa discutere è soprattutto il controverso Taj Corridor project , la costruzione di un corridoio nel letto del fiume, che lascerebbe il monumento allo sbando per consentire la costruzione di un parco artificiale e di un insediamento edilizio che sposterebbe il fiume Yamuna dal Taj Mahal, alterando così in modo sostanziale le condizioni fisiche di tutto il complesso. L'ambientalista indiano Shravan Bharti sottolinea che «Questo sarebbe contrario alla direttiva categorica del S. Varadarajan committee, che ha detto non si dovrebbe armeggiare con le condizioni fisiche intorno al monumento. Loro (le autorità), stanno giocando con la sicurezza del Taj Mahal». Eppure il Taj Mahal ed il fiume sono stati pensati e progettati come indissolubilmente legati e,  come evidenzia Rajan Kishore, che ha organizzato azioni e digiuni per la tutela del fiume Yamuna dall'inquinamento, «Se una parte del corpo è malata  e paralizzata come si può dire che il monumento è sano e in buona forma?».

Secondo Surendra Sharma, presidente della Mandal braj heritage conservation society, un altro dei motivi di preoccupazione sul lungo periodo è la sabbi che arriva soffiata dal vento dal letto secco del Yamuna e dal  deserto. Sia Both V.K. Shukla del Central pollution control board che B.B. Awasthi dell'UP State pollution control board confermano che l'inquinamento atmosferico intorno al Taj Mahal continua ad essere allarmante e che la siccità del fiume darebbe un ulteriore contributo alla presenza di polveri, tuttavia «L'aria di Agra ora è molto più pulita e sicura con il livello del biossido di zolfo che è diminuito in modo significativo.

Il livello di particelle di sabbia più fine è molto superiore al normale, ma potrebbe essere ridotto se ci fosse acqua nel fiume». Nath è particolarmente preoccupato per l'utilizzo di Terra di Fuller per sbiancare la superficie marmorea del Taj Mahal, un materiale che è ampiamente usato in Europa come agente sbiancante prima della tosatura delle pecore: «All'inizio veniva fatto una volta in diversi anni, ma recentemente viene fatto spesso. Hanno tratto in inganno l'opinione pubblica definendola "Multani Mitti." Solo più tardi si è scoperto che importavano la Terra di Fuller. L'originale "Vajra Lep," il polish sul marmo bianco, non richiede alcun ulteriore trattamento e avrebbe dovuto essere lasciato indisturbato». L'ampio uso dell'acqua salmastra prelevata dallo Yamuna ha dato un altro colpo alla superficie del monumento.

Secondo Nath la domanda da farsi è semplice: «C'era  un Yamuna secco nel piano originario di Shah Jahan (l'imperatore mogul che ha costruito il monumento in memoria della moglie Noor Jehan). Se il fiume è stato integrato nel piano originario, sia per la sicurezza del Taj Mahal che per la scenografia ambientale che offre, l'obiettivo più soddisfacente è quello di avere un fiume inquinato e in secca?»

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