[02/03/2011] News

Forum Nucleare Italiano: “nuovo” spot ed e-mail "standard" in difesa della minimizzazione degli effetti di Chernobyl

LIVORNO. Il Forum Nucleare ha messo in linea sul suo sito una nuova versione del suo spot giudicato ingannevole dopo un ricorso di Legambiente. Lo spot è rimasto praticamente identico con qualche lieve modifica nel dialogo tra i due giocatori di scacchi che rappresenta però un'ammissione del "trucco" utilizzato. «Come anticipato nei giorni scorsi - scrive l'organizzazione che propaganda il rinascimento nucleare italiano - il Forum ha deciso di modificare il filmato in base alla motivazione della decisione n. 12 del 18 febbraio 2011 assunta dal Giurì di autodisciplina pubblicitaria e delle osservazioni del Comitato di Controllo in merito, inserendo un chiaro riferimento alla propria posizione pro-nucleare. Poiché il Giurì non ha censurato i contenuti e la sostanza della nostra comunicazione - come invece i nostri detrattori hanno strumentalmente cercato di far credere - lo spot è rimasto identico a quello trasmesso ma contiene in questa versione l'affermazione "Noi siamo favorevoli", a cui si aggiunge una domanda rivolta allo spettatore: "E tu?". Sottolineiamo che il mancato riferimento alla posizione pro nucleare del Forum non era stata inserita nella precedente versione perché era nostra intenzione essere equilibrati, dando pari dignità alle due posizioni: favorevoli e contrarie. Del tutto prive di fondamento sono quindi le reiterate dichiarazioni di quanti pretenderebbero una comunicazione sui temi del nucleare in linea esclusivamente con le loro idee, non riuscendo evidentemente a sopportare che vi sia spazio anche per altre posizioni; come per altro avviene in tutto il resto del Mondo».

Ma le altre posizioni non sembrano molto gradite proprio al Forum Nucleare che si trova a rispondere ad una valanga di e-mail che, aderendo all'appello dell'Ong Mondo in Cammino, protestano per l'articolo/rapporto "Quali effetti ha avuto Chernobyl?" che cerca di minimizzare gli effetti della più grande catastrofe conosciuta del nucleare civile. «Caro lettore - scrive il Forum Nucleare nella sua risposta standard a inviata automaticamente a tutti, qualsiasi fosse il tipo di rilievo  - innanzitutto La ringraziamo per l'email che ci ha inviato. Il Forum Nucleare Italiano è nato proprio per dialogare con i cittadini e ogni opinione è utile a sviluppare la discussione. In Italia, dopo il referendum del 1987, il problema del nucleare è stato cancellato dal dibattito collettivo. Al contrario di quanto è avvenuto in tutti gli altri paesi europei, le uniche informazioni circolate sono state gestite in modo del tutto partigiano. Questo ha creato un'informazione troppo spesso basata su pregiudizi ideologici e notizie senza alcun fondamento.  Compito del Forum è riempire questo vuoto e aiutare la ripresa di una discussione basata su informazioni validate dalla comunità scientifica internazionale. D'altra parte, questo avviene in Francia e Spagna, in Finlandia e Svezia, negli Stati Uniti e in Gran Bretagna, tutti paesi dove il nucleare esiste, e lo scambio di idee ha toni più concreti e meno ideologici. Sul sito del Forum pubblichiamo solo ricerche e dati certificati dalle grandi istituzioni internazionali e da prestigiose strutture di ricerca: Onu, Ocse, Mit, Oms, Iaea e così via. Siamo pronti a pubblicare qualunque opinione di dissenso, e qualunque informazione abbia qualche solidità scientifica».

La risposta arriva a tambur battente dal presidente di Mondoiin Cammino, Massimo Bonfatti, che prende sul serio le aperture del Forum e rilancia. Ecco cosa scrive:

«Anch'io ringrazio, innanzitutto, per la risposta e mi piacerebbe essere a conoscenza di chi fisicamente mi risponde, così da portare il contradditorio su un piano di maggiore reciprocità, senza il rifugio nell'anonimato che, oltre a rendere impersonale lo scambio di opinioni, non permette di capire a che livello collocare il confronto. La mia precedente mail è stata inviata, in primo luogo, come cittadino, e, in secondo luogo, come volontario. Ritengo, come voi giustamente affermate, che l'informazione sia importante, anzi è il primo diritto di ogni cittadino. E questo è il vero problema. Avete ragione ad affermare che le informazioni finora circolate siano state gestite in maniera partigiana. Infatti l'accordo Oms/Aiea, citato nella mia precedente mail, ha sempre sostenuto questa partigianeria a favore della lobby nucleare, censurando, per esempio, i dati che eminenti scienziati nel 1995 avevano presentato sulle reali conseguenze dell'incidente nucleare di Chernobyl. Come cittadino sostengo che qualsiasi tipo di discussione sulla validità o meno della tecnologia nucleare, non possa che prescindere da un'informazione libera e senza censure. Come può un'energia che si ritiene salvifica per le sorti energetiche planetarie, avere bisogno di un accordo che rende lecita l'omertà sulle conseguenze dei rischi nucleari? Non voglio risposte da scienziato, ma da cittadino a cittadino.

Partendo dalle modalità di sottoscrizione dell'accordo che sottomette l'Oms alle decisioni dell'Aiea, ovvero alle decisioni del promotore del nucleare commerciale (e l'accordo è tuttora in vigore!), mi diventa difficile definire come  "prestigiose" (almeno nel campo del nucleare) agenzie che siglano un patto in cui controllore e controllato svolgono la stessa funzione. Finora nessuno mi ha mai fornito risposte credibili e esaurienti su questo quesito, ovvero sul diritto ad avere come cittadino una informazione corretta e senza censure. Qualsiasi seria discussione sul nucleare potrà iniziare  solo quando l'accordo Oms/Aiea verrà emendato e verranno diffuse tutte le notizie inerenti l'attività nucleare, fin dalla sua nascita. Ripeto: non sono uno scienziato, ma un semplice cittadino; questo, però, non vuol dire, o vi deve far credere, che sia uno sprovveduto. Mi sento pertanto offeso dall'arroganza dimostrata (seppur mascherata da toni civili e concilianti) nel pretendere di volere affrontare le discussioni "basandosi su informazioni scientificamente validate". Validate da chi? Dall'accordo Oms/Aiea?  Mi pare che citare che l'informazione sia "troppo spesso basata su pregiudizi ideologici e notizie senza alcun fondamento", sia essa stessa un'affermazione molto più ideologica di quanto lo siano le osservazioni preoccupate di un cittadino. Un famoso scienziato nuclearista, Richard L. Garwin, ha bollato (per rifarci all'incidente di Chernobyl) il rapporto del Chernobyl Forum (guarda caso frutto del matrimonio Oms/Aiea) come deliberatamente fuorviante, in quanto trascurava di esaminare tutte le conseguenze umane del disastro di Chernobyl, valutando solo quante possono essere le vittime tra i liquidatori e le persone più esposte alle radiazioni emesse dalla centrale esplosa e non invece i molto più numerosi casi di cancro mortali indotti nelle popolazioni esposte a dosi inferiori. Dopo una serie di valutazioni scientifiche, Garwin sostiene che i dati proposti dall'Aiea sulle conseguenze del fall out di Chernobyl, rispondano più a una decisione amministrativa che scientifica, con l'unico scopo di sfuggire al principio "chi inquina, paga". Un caso lampante, afferma lo scienziato, di disonestà scientifica. Vale la pena, poi,  soffermarsi sulla tendenza evidente nei rapporti cosiddetti "validati" e da  voi presi come punto di riferimento, ad affermare che, anche qualora vi possano essere alcune indicazioni di nuovi effetti sanitari o di effetti dovuti a valori di esposizione precedentemente ritenuti sicuri, i dati non siano sufficienti per dimostrare il collegamento di causa-effetto E così si chiude il discorso! Prudenza e curiosità scientifica vorrebbero, invece, che si applicasse il principio di precauzione, si facesse di tutto per raccogliere ulteriori dati e prove e, in attesa di conferme o di smentite, ci si comportasse in modo tale da prevenire per quanto possibile gli eventuali effetti sulla salute. Invece il modus cogitandi appare essere il seguente: "i dati sono pochi e contraddittori, non c'è sicurezza scientifica certa e quindi neghiamo l'esistenza del fenomeno". Da notare che in passato un atteggiamento simile ha consentito alle multinazionali produttrici di sigarette di sostenere l'innocuità dei loro prodotti, anche a fronte di pesanti e crescenti evidenze. In questa situazione il pubblico viene considerato come composto da individui incapaci di valutare da soli - persino se debitamente informati - quali siano le scelte da fare e quali da rifiutare. Il contrario di quel che la democrazia imporrebbe. Nella mia mail, inoltre,  citavo studi scientifici, come quelli del professore Bandazhevsky: sono studi che avreste dovuto tenere in considerazione nel rispondermi (ma sia su questi che sull'accordo Oms/Aiea avete taciuto). Credo comunque che, seguendo i vostri apprezzati consigli,  non possiamo, in conclusione, che concordare sulla non obiettività di studi "partigiani" come quelli derivanti dall'accordo Oms/Aiea, il quale, per di più,  mette in cattiva luce il prestigio delle suddette agenzie. Pertanto la via d'uscita non può che essere rappresentata da studi e ricerche indipendenti. Per tale ragione accetto, ringraziandovi, la vostra disponibilità a inserire  nel Forum opinioni di dissenso, invitandovi a pubblicare gli studi del prof Nesterenko e Yablokov ("The Difficult Truth about Chernobyl", Annals of the New York Academy of sciences, volume 1181, 2009), gli studi del professore Bandazhevsky (vedere a questo link: http://www.progettohumus.it/chernobyl.php?name=yuri

o trarre indicazioni per pubblicazioni o per approfondimenti qui:

http://www.progettohumus.it/chernobyl.php?name=dintodossier; http://www.progettohumus.it/public/forum/index.php?topic=23.0).

Nello specifico di Chernobyl, mi permetto anche, con modestia, di indicarvi il mio libro "Il naso lungo di Chernobyl", Spera editore, che, senza pretese di verità assolute, può fornire spunti di riflessione, non solo scientifica, ma anche umana (elemento da non sottovalutare quando si affronta il problema di una tecnologia così complessa e importante per i futuri destini mondiali, permettendo di non scindere, ipocritamente, il nucleare civile da quello militare, da cui lo stesso civile è nato, solo per non dimenticare Hiroshima e Nagasaki). Superando, però, la condizione sine qua non che l'accordo Oms/Aiea imporrebbe su qualsiasi discussione sul "nucleare", voglio, come semplice cittadino e volontario e come segno di buona volontà e di superamento di ogni atteggiamento pregiudiziale,  lanciarvi una proposta (e non una sfida!): perché non organizzare un grande evento nazionale (e a voi la disponibilità economica non manca!), con degna portata  e risonanza, su questi ed altri temi accennati, ovvero, più in generale, sul tema del nucleare così da mettere a confronto le diverse opinioni? Io, e i mie amici, siamo pronti senza nascondimenti. Penso che anche la vostra onestà intellettuale non sia da meno».

Un convegno il Forum Nucleare lo farà davvero, in collaborazione con Associazione Italiana Nucleare, il 10 marzo a Roma, sul tema  "La gestione dei rifiuti radioattivi", partendo dal fatto che «Gestire in sicurezza i residui radioattivi rappresenta una sfida cruciale. Dalle tecnologie per lo stoccaggio ai criteri di realizzazione dei depositi definitivi, il convegno prende in esame le principali esperienze internazionali e nazionali per fare il punto sulla corretta gestione del combustibile nucleare esausto, passando in rassegna i principali aspetti tecnologici, medico-scientifici e giuridici legati al trattamento dei residui radioattivi». Ma non si sa ancora chi saranno i partecipanti, mentre gli organizzatori avvertono che «Dato il limitato numero di posti disponibili si prega di confermare la propria partecipazione». Difficilmente ci sarà «spazio anche per altre posizioni; come per altro avviene in tutto il resto del Mondo».

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