[28/02/2011] News

Uranio impoverito a Salto di Quirra? Legambiente: «Urgente mettere in sicurezza il territorio»

CAGLIARI. Notizie sempre più preoccupanti continuano a giungere dai territori di Quirra nell'ambito dell'inchiesta avviata dal Procuratore della Repubblica di Lanusei Fiordalisi. Il ritrovamento di casse con materiale radioattivo all'interno del poligono militare si aggiunge alle notizie su quanto giace sui fondali compresi nell'area di capo S. Lorenzo ed a quelle, già molto gravi, sull'alta percentuale di leucemie riscontrate tra i pastori che operano nel raggio di 3 km dal Poligono. Secondo Legambiente Sardegna «Siamo in presenza di un territorio e di un mare malati, in cui il fondamentale diritto alla salute è da troppo tempo ignorato. Tutto ciò ci induce a ribadire la nostra piena solidarietà agli abitanti di Quirra e dei paesi vicini, che stanno pagando a un prezzo inaccettabile scelte imposte dall'alto per il proprio territorio. L'intero territorio aspetta di essere restituito al più presto alla sua vocazione turistica e allo sviluppo delle produzioni agricole di qualità».

Nel ribadire la richiesta di sospensione delle esercitazioni nel poligono militare di Quirra, Legambiente ritiene necessario un intervento immediato dei ministeri dell'ambiente e della salute per mettere in sicurezza i territori ed in particolare l'ambiente marino. Per gli ambientalisti la situazione dei territori interessati dalle attività dei poligoni militari in Sardegna è grave soprattutto  nel poligono di Salto di Quirra «La casistica dei tumori è sufficiente per chiedere subito una moratoria delle attività e mettere in sicurezza il territorio. Il Parlamento conduca un'inchiesta rigorosa» e il presidente del Cigno Verde sardo, Vincenzo Tiana, spiega che  «A Quirra le persone si ammalano e muoiono da troppo tempo. La casistica dei tumori è sufficiente per sospendere immediatamente le esercitazioni. La Magistratura e il Parlamento proseguiranno il lavoro d'indagine ma non si può rimandare ancora la moratoria delle attività militari in attesa di lunghi e complessi studi. Approfondiremo la questione e porteremo avanti, in tutte le sedi possibili, la difesa della salute degli abitanti di Quirra e dei paesi vicini, ai quali ribadiamo la nostra piena solidarietà».

Legambiente ha organizzato oggi, nelle sede del parco naturale regionale Molentargius, a Cagliari, un incontro di approfondimento sulla questione, per delineare insieme a esperti e rappresentanti del Parlamento una prospettiva di sviluppo per le popolazioni del Sarrabus, dell'Ogliastra e dell'intera Sardegna.

Secondo gli ambientalisti «Il sequestro dei fondali marini disposto nei giorni scorsi dalla magistratura denota la gravità della situazione e, anche se non è stata ancora accertata definitivamente la correlazione tra la presenza di metalli pesanti nei terreni e nei fondali marini e l'insorgenza di tumori e malformazioni nella popolazione e negli animali, la casistica esistente configura un esteso allarme sufficiente ad attuare una moratoria delle esercitazioni militari fino a quando il Ministero della Difesa dimostri, in maniera inoppugnabile, che l'attività del poligono è assolutamente compatibile con l'ambiente».

Per Tiana «Quanto sta accadendo non è un fatto locale ma riguarda tutta la politica dei poligoni militari di Quirra, Capo Teulada e Capo Frasca per cui è necessario un intervento immediato dei Ministeri dell'Ambiente e della Salute per mettere in sicurezza i territori ed in particolare l'ambiente marino. Al Parlamento chiediamo un'inchiesta rigorosa».

Stamattina Tiana ha svolto un sopralluogo presso il distaccamento di Capo San Lorenzo del Pisq insieme ai parlamentari Amalia Schirru e Francesco Ferrante, componente della Commissione parlamentare sull'uranio impoverito. «Il sequestro disposto dalla Magistratura - ha detto Ferrante - di fatto impone una sospensione delle attività che va colta per mettere immediatamente in campo le iniziative che a regime possono assicurare la difesa della salute e dell'ambiente». Per la Schirru «E' necessario sfruttare la sospensione per impedire anche l'attività di pascolo sull'area interna come misura precauzionale, attivare la bonifica immediata del territorio e dei fondali e migliorare anche la sicurezza e le condizioni di lavoro per i militari».

Secondo Legambiente l'indagine della Magistratura è doverosa ma è anche necessario che le Istituzioni locali, regionali e nazionali assumano un'iniziativa congiunta per affrontare il problema nella sua complessità e gravità. L'associazione sottolinea «Che altri studi hanno rilevato concentrazioni superiori ai limiti accettabili di alcuni elementi tossici, come arsenico e cadmio, anche in alcune zone al di fuori del poligono come la vecchia miniera di Baccu Loci, per la quale bisogna prevedere una radicale ed estesa azione di disinquinamento a prescindere dalle questioni che riguardano il Poligono militare». Per questo gli ambientalisti sardi propongono: l'immediata moratoria delle esercitazioni per il poligono di Quirra, la bonifica sia a terra che a mare dei residuati delle esercitazioni compiute finora, la valutazione rigorosa, con le procedure della Via, della Vas e della compatibilità paesaggistica, del danno ambientale e sanitario, «Che preveda anche misure di compensazione ambientale, la messa in sicurezza del territorio, la richiesta alla Regione della formazione di un comitato con gli enti locali per intraprendere un'indagine multidisciplinare che studi un  programma di sviluppo territoriale».

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