[22/02/2011] News

Verso un moderno patriottismo

Riceviamo e volentieri pubblichiamo questo contributo

Nel libro "Scienza e coscienza" Aldo Sacchetti scrive che "Il superamento degli stati nazionali e la separazione accelerata tra un mondo virtuale e il mondo reale  hanno prodotto una disuguaglianza globale e reso inconsistenti i tradizionali concetti di libertà e di democrazia".  La crisi dei mercati finanziari, il dissesto dei bilanci statali, il conseguente crollo delle borse evidenziano la fragilità di un sistema di mercato globalizzato e senza regole certe,  nelle mani di speculatori e di agenzie di rating poco credibili. Assistiamo quotidianamente a operazioni criminose, a traffici illeciti di ogni genere, nazionali e transazionali, che non conoscono più limiti di sorta, all'emergere quotidiano nella società di episodi di violenza,  di corruzione nella pubblica amministrazione, in un contesto di degrado ambientale ed etico. In questo preoccupante scenario è necessaria un'approfondita analisi sul ruolo degli stati nazionali, dell'Unione europea, della comunità mondiale e, in generale, della politica. Viene più facile invocare l'uso politichese della parola, "modernità" o "stato moderno", ma il termine non può essere un alibi per nascondere atteggiamenti provinciali o complessi d'inferiorità; andrebbe, invece,  riempito di proposte per dare soluzioni a un futuro d'incertezze.

Il prossimo 17 marzo, anniversario dell'Unità d'Italia, è un'importante occasione per una seria riflessione sullo Stato-Nazione, sulla Patria e sul nodale rapporto che tali entità hanno con i concetti di libertà e di democrazia nella società moderna. Come sostiene E. Morin "Un cittadino in una democrazia, si definisce attraverso la solidarietà e la responsabilità in rapporto alla sua patria". Il che presuppone il radicamento in lui della identità nazionale, ma la formidabile realtà dello Stato-nazione rimane poco compresa e una delle difficoltà maggiori risiede nel suo carattere complesso". In effetti, lo Stato-nazione compiuto è "un'entità allo stesso tempo territoriale, politica, sociale, culturale, storica, mitica e religiosa".

Tuttavia, prosegue Morin, "Solidarietà e responsabilità non possono arrivare né da pie esortazioni né da discorsi civici, ma da un sentimento profondo di affiliazione (affiliare, da filius, figlio), sentimento matri-patriottico". Certo, lo Stato Italiano, sin dalla sua nascita, non ha avuto tradizioni storiche e culturali analoghe, frutto com'era di un insieme di Stati con tradizioni diverse - comunali e signorili nel nord, prevalentemente monarchiche nel sud - tuttavia la situazione geopolitica e le mire espansionistiche francesi e asburgiche hanno favorito indirettamente il processo di unificazione e la nascita del nuovo Stato.  La storia successiva e quella più recente hanno contribuito, in fasi alterne e conflittuali, alla creazione di una comunità identitaria, una comunità "di destino" culturale e storico, memorizzato, commemorato, trasmesso di generazione in generazione, attraverso le tradizioni, la famiglia, i libri, le musiche, i canti, la scuola, lo sport.

Con la creazione dell'Unione Europea e con la globalizzazione dei mercati e della cultura, si tenderebbe al superamento della concezione dello Stato-nazione; ma gli effetti perversi del mercato, l'inquinamento globale, il riscaldamento terrestre e i cambiamenti climatici,  i disastri ambientali, , la minaccia nucleare,  il tema energetico,  i massicci fenomeni immigratori, le attuali turbolenze sociali e politiche del mondo arabo, sono problematiche che dovrebbero far emergere la consapevolezza di una moderna comunità che accosta tutti gli uomini in un unico destino. Orbene la comunità "di destino" assume la sua massima espressione nella fraternità mitologica che s'identifica nella Madre Patria generatrice del sentimento di solidarietà che, nella società complessa, "è il solo antidoto all'atomizzazione individuale e all'irruzione distruttrice dei conflitti".

Anche le scelte sul federalismo non possono essere disgiunte da tali considerazioni perché, se da un lato esso deve servire a responsabilizzare le autonomie locali, dall'altro non può essere un motivo per indebolire quella fragile Unità d'Italia, conquistata con pesanti sacrifici, a presidio della coesione sociale.  Bisogna, quindi, che la politica e la società civile si riapproprino, in chiave moderna, del concetto di Madre Patria, per consolidare quel sentimento profondo di affiliazione "che dovrebbe essere coltivato in modo concentrico in ogni singolo Stato, in Europa, sulla terra", per rafforzare la nostra identità nazionale, per sedimentare un'identità europea e, d'altro canto, un'identità terrestre, obiettivo quest'ultimo pieno di ostacoli,  in quanto nella comunità planetaria il nemico  "è in noi stessi ed è più difficile riconoscerlo e affrontarlo". Senza questa consapevolezza è semplice retorica invocare principi di libertà e di democrazia.

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